Meloni e Ferragni: due facce della stessa miseria in cui è caduta l'Italia
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di Paolo Desogus*
A me non sorprende che la Ferragni faccia la furbetta. Del resto cosa avrebbe fatto fino ad ora? Anche se non si fosse fregata quel milione di euro, il suo operato non è da sempre il frutto di un indecente opportunismo, dello sfruttamento esasperato della propria immagine e della diffusione di un'ideologia della vita e dei sentimenti del tutto mercificata?
Quello che veramente dovrebbe sorprendere è che si sia dato credito a questa donna senza scrupoli, capace di vendere qualsiasi cosa pur di macinare soldi.
Qualcuno ha poi pensato che lei e il marito fossero in fondo i portatori di un pensiero progressista sulla base di qualche esternazione in favore delle minoranze sessuali o contro il governo. In realtà si è solo trattato di facile opportunismo per guadagnare benemerenze tra quei mezzi di informazione che controllano la sinistra e che traggono grandi vantaggi dal messaggio politico di Ferragni e Fedez.
Qualcuno ha poi pensato che lei e il marito fossero in fondo i portatori di un pensiero progressista sulla base di qualche esternazione in favore delle minoranze sessuali o contro il governo. In realtà si è solo trattato di facile opportunismo per guadagnare benemerenze tra quei mezzi di informazione che controllano la sinistra e che traggono grandi vantaggi dal messaggio politico di Ferragni e Fedez.
Il capitale e i grandi finanziatori della stampa non solo hanno un forte interesse a ripulire la propria immagine con le pratiche di rainbow washing facendo propri alcuni selezionati temi civili, ma hanno bisogno di figure come la Ferragni per fare in modo che questi temi passino nel grande pubblico snaturati di qualsiasi dimensione sociale e collettiva. Dei diritti civili al capitale interessa solo il lato individualistico scorporato dalla dimensione materiale. Il capitale e i suoi detentori necessitano dunque di opinion maker o influencer in grado di cancellare qualsiasi traccia politica che possa in qualche modo ricordare che la base di ogni conflitto è quella tra sfruttatori e sfruttati, tra capitale e lavoro, da detentori dell'egemonia e assoggettati a una cultura becera e meschina come quella di Ferragni e Fedez.
Se ci pensate lo scontro tra Giorgia Meloni e Chiara Ferragni dice molto della miseria in cui è caduta l'Italia. Da una parte una politicante da strapazzo il cui governo, composto da una manica di cialtroni incapaci, è alle prese con un'operazione di attacco ai ceti meno abbienti e a ciò che resta dello stato sociale. Dall'altra una donna senza arte né parte, abile soltanto ad accumulare i soldi nei modi più più impensati in un contesto culturale così avariato che c'è chi le dà credito.
In fondo però si sono scelte. Le diverse modalità di comunicazione si sposano seppure polemicamente. Giorgia Meloni è il nemico ideale della Ferragni e viceversa. Là dove la prima interpreta il politico burino e provinciale, la seconda svolge la funzione della donna pseudo sofisticata, impegnata. La prima si autorappresenta come "conservatrice", la seconda come "innovativa e moderna". In realtà sono due facce della stessa medaglia del neoliberalismo à l'Italienne. Entrambe infatti difendono esclusivamente gli interessi dei più ricchi: la prima politicamente con scelte vergognose, la seconda diffondendo una cultura edonista, iper individualista e narcotizzante.
Si attaccano a vicenda e danno impressione di battersi per le proprie idee. Ma è un vuoto gioco delle parti. Si guardano bene da attaccare chi conta. Si guardano bene da prendersela contro l'establishment, contro chi in fondo tira le fila delle loro scelte.
*Post Facebook del 18 dicembre 2023