Il voto utile in vista del 4 marzo: rifletteteci

Il voto utile in vista del 4 marzo: rifletteteci

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di Micheal Porto

Il clima elettorale a pochi giorni dalle elezioni è incandescente.

L’approvazione del Rosatellum a pochi mesi dal voto crea le condizioni ideali per un Governo di Destra con l’appoggio del Pd. Pur di contrastare il pericolo di un governo a 5 stelle, i Partiti hanno fatto fronte unico e partorito una legge che favorisce la frammentazione del voto e l’astensionismo.

 

Dai collegi uninominali a quelli plurinominali i sondaggi danno la destra vincente, si sa non sempre ci azzeccano, ma la vera domanda è quanto perderà il Pd?

Non è solo colpa di Renzi, tutte le esperienze di sinistra che si sono inspirate a Blair hanno attivato il bottone dell’autodistruzione, in Francia il Partito socialista è scomparso.

A destra Berlusconi e Salvini hanno due programmi incompatibili, quindi uno dei due bluffa. Sarà che Berlusconi vuole uscire dall’euro?

Nel frattempo però si parla di fascismo e antifascismo, ovvero si rievoca il pericolo comunista che alle vecchiette democristiane che vanno a votare fa tanto ricordare la giovinezza e quel rassicurante e cattolicissimo uomo di nome Andreotti.

Le formazioni fasciste e la Lega non potevano desiderare di più: media accondiscendenti e comprensivi e una sinistra come questa, che alle provocazioni mangia la foglia e dà il via allo show tanto desiderato.

 

LeU “sinistra del Pd” o PaP “diventerò grande?”

 

I neo partiti che oggi amano definirsi di sinistra LeU e PaP, sono accecati dall’emersione del fenomeno del fascismo nostalgico delle formazioni di estrema destra, ancora assolutamente residuale rispetto al fenomeno di fascistizzazione ben più ampio e radicato.

Liberi e Uguali (D’Alema, Bersani, Fratoianni, Grasso, Boldrini, Cofferati e Speranza) chiede lo scioglimento dei gruppi fascisti senza crederci davvero, avendo al suo interno entrambi i presidenti uscenti delle Camere guardiani dello status quo in aula tanto da non avere il tempo di proporre l’applicazione di leggi già esistenti contro i gruppi di estrema destra.

 

Potere al Popolo è già caduto nella trappola degli opposti estremismi, uniformandosi alla prassi che se nasce un gruppo di FN in qualche città allora è lecito organizzarsi e farsi massacrare di botte dalla polizia.

Sarebbe più efficace manifestare affinché le leggi Scelba e Mancino vengano applicate, piuttosto che fare da spot alle inaugurazioni delle sedi nere.

 

La potenzialità di PaP si potrà vedere solo nel medio periodo, al di là del risultato elettorale, può o meno incoraggiante. Se questa formazione riuscirà a superare i vortici gravitazionali dello scissionismo post elettorale e avrà la capacità di sporcarsi le mani nelle contraddizioni reali potrà realmente divenire contrappeso nella realtà politica italiana, ma è ancora troppo presto per qualsiasi valutazione.

Interessante invece dal punto di vista scientifico l’esperienza della lista del Popolo del duo Chiesa/Ingroia. Credo sia improbabile che raggiunga il quorum, ma i miracoli…

 

Capitale finanziario vs. stato sociale

 

Forse bisognerebbe spendere qualche parola in più sul reale scontro in atto nella nostra società ovvero quello tra capitale transnazionale e stato sociale, ma la neo sinistra partitocratica sembra non accorgersene.


Le formazioni di sinistra sinistra non sono assolutamente all’altezza della sfida, certo per limiti politici, ma soprattutto di consenso popolare nel paese nell’immediato. E’ probabilmente necessario altro tempo per farsi conoscere e acquisire credibilità.


Ciò che può realmente combattere il razzismo è la redistribuzione della ricchezza e la cultura, al famoso “popolo” non più gli scontri per strada tra fascisti e antifascisti.

 

Scenari

 

Oggi abbiamo due scenari contrapposti a cui guardare, da una parte l’ascesa del centro destra che fa della retorica razzista un mantra con cui coprire le malefatte del capitale finanziario e dei partiti con esso schierati.


Un altro scenario è la vittoria del M5S, che con tutti i limiti rappresenterebbe un rinnovamento non solo della classe politica, ma anche di quelle rivendicazioni che oggi non hanno alcuna agibilità politica come il reddito di cittadinanza e la tutela dei beni pubblici (vedi caso Atac Roma).
 

Il M5S è troppo poco? Questo è lo stato politico di questo Paese, il risultato degli errori strutturali delle formazioni di sinistra, lo scissionismo endemico e lo scollamento tra lavoratori e “avanguardie politiche”. Uno di questi errori si chiama M5S che nel tempo ha avuto modo di crescere ed è oggi una forza gigantesca con migliaia di iscritti e attivisti in tutta Italia. Potranno non piacere le posizioni o i candidati o ancora le dichiarazioni o i silenzi, ma purtroppo non c’è molto da scegliere e ogni tanto bisogna guardare con un po' di sano realismo la situazione, anche quando non ci piace. Con la destra FI-FdI, LN-Pd alle porte è necessario riflettere bene, soprattutto se si è decisi a non andare a votare.

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