Gli USA consegnano definitivamente il petrolio della Siria ai curdi?
Premettiamo che il petrolio, così come ogni altra risorsa, appartiene alla Siria e al suo popolo. Questa premessa è ancor più doverosa dal momento che i siriani, oltre alle sanzioni, sono privati del loro petrolio, hanno la corrente elettrica per poche ore al giorno, non hanno come riscaldarsi in questo inverno particolarmente rigido e, soprattutto non possono far ripartire la ricostruzione del paese distrutto dalle bande armate finanziate dall'Occidente e dai loro burattini nella Regione in quasi 10 anni di guerra.
Ieri, con una dichiarazione, non tanto a sorpresa, perché hanno ratificato la loro ipocrisia e una situazione di fatto, gli Stati Uniti hanno annunciato, attraverso il Pentagono, che "le forze statunitensi in Siria non sono più responsabili della protezione del petrolio in questo paese, poiché il loro unico dovere è combattere lo Stato islamico, in un emendamento agli obiettivi fissati per queste forze dall'ex presidente Donald Trump."
Il portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, John Kirby ha precisato, che "i dipendenti e i subappaltatori del Dipartimento della Difesa non sono autorizzati a fornire assistenza a una società privata che cerca di sfruttare le risorse petrolifere in Siria, né ai dipendenti di questa società o i suoi agenti". Nell'anno 2020 è stato raggiunto un accordo tra la compagnia petrolifera statunitense "Delta Crescent Energy" e l'Amministrazione Autonoma Curda, consentendo alle Forze Democratiche Siriane di sfuggire a un'ampia gamma di sanzioni imposte dagli Stati Uniti al governo siriano.
Trump nel 2019, pur annunciando il ritiro di tutte le forze statunitensi dal nord-est della Siria, ribadì avrebbe trattenuto alcune centinaia di soldati "dove c'era petrolio".
Sembrerebbe, quindi, che Washington, abbia consegnato il petrolio siriano ai curdi per gestirlo a loro piacimento, mentre la vita per i siriani è sempre più difficile. Allo stesso modo, quelli che si distinsero nella lotta all'ISIS, ormai, con questa mossa, sono tenuti per il guinzaglio dallo Zio Sam, impedendogli qualsiasi accordo con Damasco.
Da eroici combattenti contro l'ISIS a guardiani del bottino degli USA, per i curdi una fine davvero poco gloriosa.
Sarebbe opportuno per i loro sostenitori in Italia e all'estero provare un po' di vergogna quando santificano entità inesistenti come il Rojava, il suo autogoverno, i diritti delle donne, la tutela le minoranze, fino ad arrivare a proclamarla come luogo di raggiungimento della vera democrazia.
Al momento le milizie curde rapiscono i siriani, li assediano nei loro quartieri, li costringono ad arruolarsi, chiudono le scuole per farne loro quartier generali, e quando protestano contro questi soprusi gli sparano addosso.
Che il Rojava, oggi, non sia per la Siria quello che fu Israele per i palestinesi nel 1948.