Tra proteste e scioperi della fame: la Bolivia a rischio

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Tra proteste e scioperi della fame: la Bolivia a rischio

In Bolivia, una crescente tensione tra il presidente Luis Arce e il suo predecessore Evo Morales ha dato origine a uno scontro che sta mettendo a dura prova l'ordine pubblico e la stabilità del paese. Secondo quanto denunciato da Arce, i sostenitori di Morales avrebbero occupato tre basi militari e sequestrato armi e munizioni. In un comunicato diffuso sui social media, il presidente ha condannato queste azioni come atti criminali, ben lontani da qualsiasi legittima protesta sociale. Arce ha descritto questi episodi come un "tradimento alla patria" e un "attacco alla Costituzione e al popolo boliviano", poiché minacciano l'ordine democratico e la sicurezza nazionale.

A seguito delle tensioni, le forze di sicurezza hanno rimosso diverse barricate che bloccavano l'autostrada principale che collega la città di Cochabamba con la regione occidentale. Tuttavia, il blocco di strade e i disordini continuano a minacciare la distribuzione di beni essenziali, come alimenti e medicinali, aggravando ulteriormente la situazione economica del paese.

Arce ha lanciato un ultimatum, dichiarando che il governo avrebbe fatto uso dei suoi poteri costituzionali se i blocchi non fossero stati rimossi. Con oltre 19 agenti di polizia feriti negli scontri con i manifestanti e 66 persone arrestate, la situazione sembra aver raggiunto un punto critico. Tuttavia, il presidente ha ribadito l’intenzione di continuare con iniziative che garantiscano l’ordine pubblico, salvaguardando il diritto dei cittadini al libero transito e all'accesso a beni primari.

Evo Morales, che continua ad accusare il governo di Arce di ingiuste persecuzioni giudiziarie e di mettere a rischio la sua vita (recentemente ha denunciato di aver subito un attentato, ma il governo ha negato la sua versione), ha dichiarato uno sciopero della fame come atto di protesta contro le politiche economiche e le azioni del governo. Morales ha chiesto la rimozione delle forze militari e di polizia dalle aree di scontro, esprimendo la volontà di dialogare sulle questioni economiche e politiche che affliggono il paese. Ha anche esortato le organizzazioni internazionali e i paesi amici a intervenire come mediatori per risolvere la crisi.

Le tensioni tra i due leader, che un tempo erano alleati nel partito Movimento per il Socialismo (MAS), sono cresciute da quando Morales ha iniziato a contestare la legittimità delle azioni di Arce e la gestione economica del paese. Di recente, un tribunale boliviano ha emesso un mandato di arresto per Morales, accusato di reati gravi come lo stupro aggravato e la tratta di persone. Morales ha respinto le accuse, sostenendo che si tratti di una manovra politica orchestrata per danneggiare la sua immagine e limitarne l’influenza.

Questa escalation di violenza e le crescenti tensioni politiche tra Arce e Morales riflettono un paese sempre più polarizzato. Le divisioni interne rischiano di destabilizzare ulteriormente una Bolivia già provata da una difficile congiuntura economica.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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