Recensione a “La sconfitta dell’Occidente”

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Recensione a “La sconfitta dell’Occidente”

 

di Michele Blanco

Tra le certezze del mondo contemporaneo quella certamente molto triste è che le democrazie liberali sono davvero in crisi e il perché non è nemmeno difficile da immaginare.

Alla domanda su quali sono le cause profonde che alimentano l’attuale declino delle società occidentali e della sempre meno partecipazione democratica dei cittadini? Credo che al primo punto ci sia lo scarso rispetto delle opinioni dei cittadini. Un esempio ci basti pensare come la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei siano contrari alla guerra e all’aumento delle spese militari, preferendo l’aumento delle spese in sanità, istruzione e sociali, ma i governanti europei e italiani fanno l’esatto contrario, tagliano le spese sociali e aumentano sconsideratamente le spese militari. E a questo punto domandiamoci: può una comunità che si autodefinisce democratica prosperare senza rispettare le opinioni della maggioranza dei suoi cittadini, senza credenze condivise, senza un orizzonte collettivo di convivenza e benessere che dia significato e coerenza al vivere sociale?

Tutte queste considerazioni rimangono in mente dopo la lettura dell’ultimo lavoro di Emmanuel Todd, antropologo e storico francese, di chiara fama mondiale, noto ai più per aver previsto il crollo dell’URSS già nel 1976 a soli 25 anni, in Emmanuel Todd, “Il crollo finale: saggio sulla decomposizione della sfera sovietica” (1976). Todd è tornato alle stampe con una chiara e giustificata provocazione: l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, è avviato verso un declino irreversibile, non solo geopolitico, ma soprattutto culturale e morale.

In “La sconfitta dell’Occidente”, l’ultimo saggio di Emmanuel Todd, pubblicato nel 2024 da Fazi Editore, la principale e più superficiale tesi è semplice: Todd prevede che la guerra in Ucraina sarà il punto di svolta che accelererà la decomposizione del blocco occidentale.

Ovviamente non sappiamo se tale previsione sia probabile o meno. Ma il libro è assolutamente prezioso, utile per l’analisi delle cause profonde che stanno dietro questa non sappiamo quanto probabile o meno disfatta. Secondo l’autore è la società occidentale nel suo complesso ad essere “ammalata” e la radice di questa malattia viene da molto lontano. Alle radici della crisi: la mancanza di senso e certezze, si pensi alla continua precarizzazione del lavoro, per la maggioranza assoluta dei cittadini dei cosiddetti democratici e giusti Paesi occidentali.

La vera crisi dell’Occidente, secondo Todd, non è solo la conseguenza dei mutamenti geopolitici in atto, ma provocata da un declino culturale, morale e soprattutto spirituale.

Alla radice di questo declino vi è l’abbandono di credenze condivise, un tempo fornite da religioni o ideologie fortemente egualitarie che si erano affermate fino agli anni Settanta del secolo scorso, che ha lasciato un enorme vuoto morale, identificato da Todd nel concetto di nichilismo, un “germe” capace di disgregare il tessuto sociale e rendere le società incapaci di affrontare sfide collettive.

Seguendo le intuizioni di Max Weber, (Karl Emil Maximilian Weber, 1864-1920) è stato un grande sociologo, filosofo, economista e storico tedesco. Autore, tra le altre opere, di “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, dove collega esplicitamente lo sviluppo del capitalismo con la diffusione del protestantesimo in Europa).

Todd identifica, come Weber, nel protestantesimo di stampo calvinista il nucleo formativo dell’identità e mentalità occidentale e del suo sviluppo capitalistico.

Il protestantesimo anche Luterano, secondo l’autore, con la sua grande enfasi sull’alfabetizzazione delle masse e sull’accesso diretto del singolo fedele alla lettura delle Scritture, ha contribuito a formare una massa istruita, una forza lavoro molto capace ed efficiente e a instillare senso di sacrificio e curiosità intellettuale che hanno portato al successivo sviluppo delle prime istituzioni liberal democratiche, nate, in particolare ma non solo, in nazioni protestati e anglosassoni.

Tuttavia, la successiva secolarizzazione delle società con l’abbandono più o meno conscio di tradizioni e credenze condivise, il cristianesimo o le grandi narrazioni ideologiche egualitarie del XX secolo, ha lasciato un vuoto di senso morale e civile che pesa molto sulle coscienze degli individui delle attuali società del lavoro mal pagato per la maggioranza assoluta dei lavoratori che caratterizzano il mondo contemporaneo anche occidentale.

Questa perdita di un significato e senso collettivo di solidarietà, il pensare oggigiorno la società e lo Stato come una massa di individui isolati, non comunicanti con gli altri rende possibile un’estrema polarizzazione della società. Le élite economiche, in primis, ma anche accademiche e culturali delle attuali democrazie liberali, generalmente, ma non sempre guardiamo il caso italiano in particolare, con un livello più alto di istruzione, sono completamente distaccate dalla maggioranza della popolazione, spesso percepita, se non palesemente almeno inconsciamente, come inferiore, non razionale, solo individui “da guidare”, o molto peggio di solito avviene questo da sfruttare senza vergognarsi di farlo. Questa polarizzazione e divisione tra élite sempre più minoritaria e la maggioranza assoluta della popolazione mina le basi fondamentali della democrazia, promuovendo una stratificazione e separazione sociale sempre più netta e profonda, dove chi detiene il potere economico e culturale non riconosce più il valore degli altri, nemmeno i diritti umani fondamentali o le idee e credenze del “popolo” (da qui l’accezione prettamente negativa di populismo).

L’idea di Todd, in effetti condivisibile, è che le democrazie occidentali dovrebbero ormai essere considerate delle vere e proprie oligarchie liberali e liberiste, dove è garantita a malapena la difesa dei diritti individuali civili ma non più dei diritti sociali che sono assolutamente importanti. Tutto questo a totale discapito della reale partecipazione delle masse al potere che ormai non vanno quasi più nemmeno a votare disillusi, in primo luogo dai dirigenti dei cosiddetti “partiti di centrosinistra” che ormai sono partiti che al di là dei proclami fanno politiche di destra neoliberista di tagli allo stato sociale.

Sono quindi la divisione sociale e il nichilismo imperante a determinare per Todd il declino dell’Occidente. Dopotutto, senza una visione solidaristica comune, chi è disposto a sacrificarsi per la società, per la Nazione, o persino per il prossimo?

La riflessione di Todd porta a porsi una domanda fondamentale: può un uomo, o un’intera società, vivere felicemente senza credere in nulla?

Dopo “la morte di Dio” annunciata da Nietzsche [In “La gaia Scienza” (1882)è un uomo folle ad annunciare alle masse la “morte di Dio”, spingendoli ad andare “Oltre l’uomo”. In “Così parlò Zarathustra” (1883/1885) il tema è trattato a più riprese nella chiave di abbattere ogni credenza sovraumana, ogni legge “superiore”, per poter creare il regno dell’oltreuomo, che, da sé, sarà in grado di darsi la legge e creare nuovi valori], molti hanno sperato che l’umanità potesse emanciparsi da ogni tipo di tradizione o credenza, mettendo al primo posto i valori della democrazia e della solidarietà, trovando senso in una profonda razionalità secolare.

Ma la storia recente sembra dimostrare l’esatto contrario, come ci scrive lo stesso Todd: una società senza una visione collettiva, senza credenze condivise, rischia di trasformarsi in una moltitudine di individui isolati, assolutamente indifferenti l’uno all’altro.

Il parallelo più calzante, in ambito letterario, è quello con Kirillov, personaggio de “I demoni” di Dostoevskij, che affermava:

“A chi sarà indifferente vivere o non vivere, quello sarà l’uomo nuovo! Colui che vincerà il dolore e la paura: sarà Dio. E l’altro Dio non ci sarà più.” Da “I demoni”, Fedor Dostoevskij (1873).

Kirillov, incarnazione del puro nichilismo, non trovando più alcun senso nell’esistenza, dimostra la sua totale indifferenza tra vivere e morire togliendosi la vita.

Che sia quello di Kirillov il destino estremo di una società che ha perso un senso egualitario che dovrebbe ispirare le democrazie, uno scopo di emancipazione sociale e un significato effettivo?

L’analisi di Todd traccia un quadro veramente desolante sul futuro del sistema occidentale che invece di essere esempio di partecipazione democratica si è trasformato in quasi tutti gli Stati in  un insieme di terribili “oligarchie liberali” a guida USA, in cui le élite governano perseguendo solo ed esclusivamente i propri interessi economici, mentre le masse, nella maggioranza, sono sempre più manipolate, escluse dal benessere, disgregate e private della partecipazione popolare e democratica alla politica. Basti pensare come il presidente “democratico” Biden prima di lasciare la presidenza al suo rivale “repubblicano” Trump abbia avuto la sola premura di graziare il figlio. Il figlio di Biden, Hunter Biden, che sempre nella sua viziata vita ha avuto guai giudiziari. Una vita tra alcol, droghe e controverse attività finanziarie. Inoltre riconosciuto Colpevole di evasione fiscale e di possesso illegale di un’arma, un revolver Colt, acquistata nel 2018 senza dichiarare, come la legge statunitense prevede, la sua condizione di tossicodipendente nell’apposito questionario. Ma ora Hunter Biden, figlio del presidente uscente, è stato graziato dal padre a poco più di un mese dall’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump. Una vita, la sua, caratterizzata dall’uso di droga e alcol fino ad una controversa attività finanziaria in cui avrebbe speso il nome del genitore per fare affari. Purtroppo questo è il metodo che prevale nel mondo oligarchico di oggi, si pensa solo ai propri famigliari e nulla più. Basti pensare al governo in carica attualmente i Italia dove “il merito” di alcuni ministri è quello di essere parenti o amici della Presidente del Consiglio dei ministri e nulla più.

Interessanti sono le considerazioni di N. Chomsky, in Crisi di civiltà: Pandemia e capitalismo, Milano, Ponte alle Grazie, 2020, dove nell’introduzione si parla di «una società già gravemente ammalata da ben prima dell’esplosione del virus. Le scelte dei “potenti della terra” da troppo tempo dimostrano come la sopravvivenza stessa dell’umanità sia una questione di secondo piano rispetto alle possibilità di arricchimento di una piccola élite. … come il paradigma dominante fatto di neoliberismo, distruzione della politica a favore di un’illusoria supremazia e autonomia del mercato, totale e reale incompetenza unita ad autentica malafede non possa che portare inevitabilmente al disastro», introduzione

La lettura consigliata de “La Sconfitta dell’Occidente” costringe, per chi volesse farlo, a riflettere su ciò che ci tiene insieme come individui e come società.

Forse è tempo di cominciare a immaginare una nuova visione per il futuro. Una visione che non si limiti a reagire al descritto declino oligarchico, ma che sappia offrire partecipazione effettiva ai cittadini alle decisioni e speranza, coesione e un orizzonte di solidarietà e diritti sociali effettivi e condivisi, abbandonando l’idea che si possa costruire una società sana semplicemente badando, solo a egoistici interessi personali.

 

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