"Htilal". Ong, crimine iracheno e film censurati

4560
"Htilal". Ong, crimine iracheno e film censurati

 

Arrivai a Baghdad nel luglio 2004.

Di quella esperienza nella Baghdad occupata voglio condividere alcuni ricordi, oggi, a 20 anni dall'inizio dell'aggressione americana dell'Iraq.

Ricordo che in quei mesi il ministro degli esteri di centrodestra Fratini andava dicendo che l'Italia inviava soldati italiani in Iraq perché ce lo chiedevano gli Iracheni.

Però io non li avevo mai sentiti parlare gli Iracheni, non ne avevo mai sentito uno chiederci di inviare i nostri soldati in Iraq.

Allora andai di persona a porger loro la domanda. Ne uscì "...e il Tigri placido scorre... - istantanee dalla Baghdad occupata".

Imparai una nuova parola di Arabo in quei giorni: "htilal", occupazione.

Così loro vedevano la presenza dei nostri soldati nel loro paese, così come quella di tutti gli altri eserciti della coalizione.

"Occupazione" era allora la parolina magica che non si poteva pronunciare.

"Resistenza" ancora meno.

C'era la quasi totalità della sinistra italiana però allora a sostenere questo film.



Eppure una Ong coinvolta nella produzione mi fece notare che "occupazione" nel titolo non si poteva inserire, perché quella in Iraq per il diritto internazionale era un'operazione di "peacekeeping" e quindi l'utilizzo della parola "occupazione" avrebbe rappresentato un'interpretazione politicizzata dell'intervento armato.

Siccome i soldi alla Ong provenivano dall'UE, non si poteva fare politica, ma attenersi al diritto internazionale.

La parola "occupazione" nel titolo rimase, senza mai essere stata messa in forse.

Tuttavia il film fu silenziato, dopo un'iniziale esaltazione.

Anche allora giravo l'Italia per proiettarlo.

Ma oggi, 20 anni dopo, tutto il resto è cambiato. Le Ong si sono mangiate la quasi totalità della sinistra ed ora usano le parole dei guerrafondai.
È cambiato che il resto del mondo (quel mondo che non è la NATO), ha deciso che l'unilateralità occidentale ha fatto storia, che da ora in poi non funziona più.

È cambiato che prima la pace significava deporre le nostre armi. Ed eravamo tutti d'accordo.
Oggi ci vogliono far credere che pace significhi "resa incondizionata del nemico".

Che è cosa molto diversa.

Io, 20 anni dopo, continuo a chiedere le stesse cose:

NO ALLA GUERRA
NO ALL'INVIO DI ARMI (LE NOSTRE)

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Il suo film “L'Urlo" è stato oggetto di una censura senza precedenti in Italia.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Trump-Zelensky, leggere la realtà di Marco Bonsanto Trump-Zelensky, leggere la realtà

Trump-Zelensky, leggere la realtà

 Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street di Giuseppe Masala  Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street

Finis Americae: si sgonfia la bolla di Wall Street

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia? di Paolo Desogus Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Dove eravate quando Schauble umiliava la Grecia?

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti di Geraldina Colotti Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Trump, la UE e il grande affare sulla pelle dei migranti

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Area flegrea e il famoso "IT Alert" di Francesco Santoianni Area flegrea e il famoso "IT Alert"

Area flegrea e il famoso "IT Alert"

La deriva di un continente in guerra di Giuseppe Giannini La deriva di un continente in guerra

La deriva di un continente in guerra

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania di Antonio Di Siena Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Un quesito (che ci riguarda) sui fatti in Romania

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi di Michelangelo Severgnini Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX" di Giorgio Cremaschi Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Il 15 marzo alla larga dai "NO PAX"

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti