Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

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Il valico di Al-Hamran e la riconoscenza di HTS per i Curdi

 

Nella giornata di ieri, 10 marzo 2025, le Forze Democratiche Siriane (SDF), l'organizzazione ombrello del PKK/YPG in Siria, e Hayat Tahrir al-Sham (HTS) hanno firmato un accordo sull'integrazione delle SDF nelle istituzioni della Repubblica Araba Siriana, sottolineando l'integrità territoriale della Siria e rifiutando la divisione.

L'accordo è stato firmato dal presidente siriano di transizione Ahmed Shara e dal capo dell'YPG Farhad Abdi Sahin, nome in codice Mazlum Kobani.

Difficile mettere insieme i pezzi della scacchiera siriana. C’è chi ha sempre considerato i Curdi in qualche modo alleati di Assad o comunque autori di un percorso virtuoso in quella parte di Siria che loro chiamano Rojava, addirittura chiamandolo “rivoluzione”.

Tuttavia c’è una storia che qui da noi ancora non ha fatto capolino e che sicuramente meriterebbe ricerche approfondite. 

E’ la storia del valico di Al-Hamran, nel nord della Siria.

Quello stretto ma fatale corridoio che negli ultimi anni aveva consentito il contatto diretto tra le aree controllate da SDF e la sacca di Idlib controllata da HTS.

E’ attraverso questo cordone ombelicale che HTS ha potuto finanziare la presa di Damasco, grazie ai proventi del petrolio che SDF faceva pervenire ai quadri guidati da al-Jolani.

HTS aveva in questo modo ottenuto il controllo sul mercato del carburante nelle aree di influenza dell'Esercito Nazionale nella campagna di Aleppo e più generale nel nord della Siria (includendo anche alcune aree sotto controllo allora di Damasco).

HTS aveva costretto le stazioni di carburante ad acquistare diesel esclusivamente dal “mercato di Al-Hadath” situato a nord della città di Al-Bab, con l'obiettivo di avviare un percorso di monopolio e di aumentare i prezzi.

Il Governo di Salvezza Siriano (l’autorità che governava le zone controllate da HTS) aveva designato una società di rimesse (Kadila Remittances) per le stazioni e i rivenditori di gasolio per le transazioni finanziarie legate al pagamento del prezzo del gasolio.

Si crede che HTS abbia “fatturato” non meno di 2 milioni di dollari al mese dal controllo di questo traffico illegale che transitava dal valico di Al-Hamran.

Con questi soldi HTS ha finanziato la presa di Damasco, pagando i salari ai miliziani e producendo in proprio (con il supporto tecnologico ucraino) i droni che si sono rivelati fatali nell’avanzata di HTS verso Damasco.

Pare scontato ricordare che il petrolio che transitava dal valico, proveniente dalle zone controllate da SDF con la collaborazione americana, fosse petrolio siriano, sottratto così alle casse dello Stato  di Assad che, già piegato dalle sanzioni internazionali, ha da lì in poi avuto difficoltà a ravvivare un’economia al contrario in caduta libera.

E la Turchia in tutto questo? Osservava. E denunciava all’interno degli incontri legati agli accordi di Astana con Russia e Iran. Vale a dire che Russia e Iran sapevano, e come avrebbero potuto non sapere.

Anzi, hanno più volte invitato Assad a risolvere la questione con i Curdi, a livello diplomatico o, nel caso, militare. Si sono dichiarati persino disponibili ad ulteriori aiuti militari ad Assad, che potevano essere ripagati con quel petrolio. 

Il vice rappresentante permanente siriano presso le Nazioni Unite, Al-Hakam Dendi, nel settembre 2024 era intervenuto presso il Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiedendo che terminasse il saccheggio delle ricchezze siriane e il sostegno al terrorismo da parte degli Stati Uniti.

Ma poi, nulla di concreto è stato fatto.

Lo stesso presidente turco Erdo?an nel settembre 2024 aveva dichiarato alla stampa “non c’è un minuto da perdere”. La potenza di HTS stava crescendo e tutti gli attori coinvolti, dai Turchi ai Russi agli Iraniani, erano ben consapevoli di quel che stava per succedere.

Oggi, all’indomani dei massacri contro i civili siriani ad opera delle squadracce legate ad HTS, le SDF placidamente e senza rimorso incontrano Ahmed Shara, il fu Al-Jolani, e chiudono il cerchio.

L’obiettivo comune (e dei loro sostenitori USA e Israele) era la caduta di Assad. L’obiettivo è stato raggiunto. HTS ha una debito di riconoscenza nei confronti di HTS.

Ed ecco gli 8 punti dell’accordo:

 

1- Garantire il diritto di tutti i siriani, indipendentemente dalla loro origine religiosa ed etnica, alla rappresentanza e alla partecipazione nel processo politico e in tutte le istituzioni statali sulla base del merito.

2- La comunità curda è una comunità autoctona dello Stato siriano e lo Stato siriano ne garantirà la cittadinanza e tutti i diritti costituzionali.

3- Sarà dichiarato un cessate il fuoco in tutti i territori siriani.

4- Integrare tutte le istituzioni civili e militari della Siria nord-orientale nell'amministrazione dello Stato siriano, compresi i valichi di frontiera, gli aeroporti, i giacimenti di petrolio e di gas.

5- Assicurare il ritorno di tutti gli sfollati siriani nelle loro città e villaggi.

6- L'SDF sosterrà lo Stato siriano nella sua lotta contro tutte le minacce alla sua sicurezza e unità.

7- Respingere gli appelli alla divisione, i discorsi di odio e i tentativi di seminare discordia tra tutte le componenti della società siriana.

8- I comitati esecutivi lavoreranno e si sforzeranno di attuare l'accordo al più tardi entro la fine di quest’anno.

 

Ma i Turchi, quindi, che dicono di questo accordo?

Al momento non molto.

Che le SDF smilitarizzano e vengano incorporate nell’esercito siriano era un obiettivo dei Turchi. Ma poi va verificato in cosa questo si traduca. Le SDF smilitarizzano o si prestano ad essere le forze di combattimento ausiliarie di Damasco sul campo?

E le YPG che delle SDF fanno parte, legate al PKK, che faranno? Deporranno le armi come chiesto recentemente da Öcalan? Oppure rimarranno braccio armato dell’America in Siria?

Per ora dalla Turchia ha commentato solo Devlet Bahçeli, l’anziano leader del partito nazionalista MHP, autore del percorso che ha portato alle dichiarazioni di Öcalan per il disarmo del PKK.

“I nostri fratelli e sorelle aleviti sono i nostri cari e amati; sono la fede e i valori umani inseparabili e inscindibili della nostra nazione e del mondo islamico. Ai nostri occhi, coloro che creano un cuneo tra aleviti e sunniti, coloro che creano una dicotomia tra loro e coloro che li presentano come distanti ed estranei l'uno all'altro sono nemici della religione, della religione, della nazione e della ummah. Né i nostri fratelli aleviti né i nostri fratelli sunniti si lasceranno ingannare da questi giochi mortali e non ci cascheranno mai”.

Gli aleviti sono una comunità consistente anche in Turchia e il discorso, pertanto, deve essere su base politica, non etnica.

Come a dire, c’è posto per tutti, purché negli interessi di Siria e Turchia e non di chi trama per una balcanizzazione della Siria, tra questi USA e Israele.

Insomma, Shara si è dimostrato riconoscente con le SDF. Ma se questa sia una buona notizia, ancora non è chiaro.

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Il suo film “L'Urlo" è stato oggetto di una censura senza precedenti in Italia.

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