Il rito della natura servile e radicalmente antidemocratica del capitalismo
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di Alessandro Volpi*
La cerimonia di insediamento del presidente Trump costituirà il rito della natura servile e radicalmente antidemocratica del capitalismo, di cui le "nuove" destre sono efficaci interpreti.
Si recheranno a Washington, a rendere, omaggio al neo monarca, i leader delle formazioni più intolleranti e scioviniste del panorama europeo, da Zemmour, guida della estrema destra francese, al copresidente di Afd, i nostalgici del nazismo, a Nigel Farage. A fianco a loro siederanno i super ricchi feudatari del turbo capitalismo, da Mark Zuckenberg, a Jeff Bezos e a Sundar Pichai, ceo di Google, alla ricerca di un nuovo accreditamento dopo aver sostenuto a lungo i democratici. A questo riguardo, mi pare che la presenza ossequiosa di simili personaggi non sia del tutto in linea con la posizione delle Big Three, principali azioniste delle loro società, preoccupate dalla visione trumpiana di una finanza in cui gli attuali monopoli, sorretti dalla Federal Reserve e dalla Sec, siano sostituiti, o quantomeno integrati, da una nuova élite, interessata alle criptovalute, ai fondi hedge e al private equity. In altre parole, Zuckenberg, Bezos e c. vogliono salvare le proprie posizioni personali, le loro gigantesche fortune, distinguendosi dai fondi che li hanno sorretti, mettendosi alla ricerca di altri finanziatori nell'ambito di una vera e propria sostituzione delle gerarchie della liquidità: la domanda che probabilmente si sono fatti i grandi feudatari è quanto saranno ancora in grado BlackRock, Vanguard e State Street, di raccogliere, da soli, l'intero risparmio gestito degli americani senza avere una chiara copertura politica. Naturalmente in Campidoglio arriveranno, con un invito ufficiale, i campioni del liberismo, Milei e Meloni, i più affidabili "amici" di Trump, solerti nello svendere le loro economie alla "grande America", incarnata, in primis, da Musk. Non ci saranno invece i capi di Stato europei, non invitati e prossimi destinatari delle guerra commerciale Usa; del resto dopo la guerra di Biden, ora l'Europa subirà anche la guerra di Trump. Ci sarà invece, invitata solennemente, una rappresentanza molto qualificata della Cina e il ceo di Tik Tok, Shou Zi Chew, a dimostrazione che il capitalismo della destra e dei feudatari non può permettersi alcuna guerra con il comunismo cinese: può impoverire e demolire la vecchia Europa che ha confuso il liberalismo democratico con la sudditanza atlantica, ma non può misurarsi con il nuovo mondo che, guarda caso, ha radici lontane.
*Post Facebook del 20 gennaio 2025