Il golpe bianco finale: un Parlamento senza opposizione al Draghistan?

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Il golpe bianco finale: un Parlamento senza opposizione al Draghistan?

 
Un tempo si sarebbe detto "divide et impera", ma il termine non è più in voga. Creare e incentivare conflitto orizzontale è la loro strategia. 
 
In questi due anni hanno diviso i cittadini in categorie calderone si-vax e no-vax, aizzandoli l'uno contro l'altro, distraendoli dai reali problemi, facendo passare il concetto che un diritto è un premio, un credito sociale, concesso dal sistema per aver rinunciato alla propria autonomia critica, al sano esercizio del dubbio, all'autodeterminazione.
 
Divisi, isolati, stigmatizzati e quindi succubi e incapaci di individuare e lottare uniti il vero nemico.
 
È stato fatto sì che si perdesse irrimediabilmente la fiducia nelle istituzioni e nella ricerca scietifica, nel diritto stesso alla salute pubblica, attraverso l'imposizione arrogante e ricattatoria di illogiche scelte politiche e sanitarie contraddittorie, in questa scellerata gestione pandemica che non ha eguali nel mondo.
 
Un governo di regime che ha totalmente esautorato il ruolo del parlamento, impedendo a colpi di fiducie l'espressione democratica di una sana opposizione, che è stata censurata mediaticamente, nascosta, denigrata.
 
La stessa strategia vincente è stata portata avanti stigmatizzando come filo putiniano chiunque avanzasse dubbi sulla co-belligeranza dell'Italia a favore dell'Ucraina, chiunque si permettesse addirittura di ricostruire gli 8 anni di violenza dell'Ucraina contro gli abitanti del Donbass, chiunque affermasse che inviare armi all'Ucraina e sanzionare la Russia avrebbe prolungato il conflitto, causato più morti, scatenato una crisi energetica e un'inflazione catastrofiche.
 
A quella stessa opposizione, oggi, che ha lottato in modo impari in parlamento e nelle piazze, con un golpe bianco eversivo, si vuole impedire di rappresentare le istanze dei cittadini.
 
Quelli veri.
 
Non quella compagine corporativista che ha chiesto a Draghi di restare.
 
Draghi è scappato davanti alle conseguenze del disastro che lui e il suo governicchio dell'assembramento di tutti i partiti del sistema hanno creato.
Lui in fondo voleva essere il nonno disponibile per la presidenza della Repubblica con cui chiudere in bellezza la carriera e i partiti di sistema non glielo hanno permesso.
 
Il colpo di coda è stato il vero capolavoro: Mattarella scioglie le camere in pieno luglio e indice le elezioni politiche il 25 settembre, costringendo a raccogliere le firme in pieno agosto.
 
Praticamente effettua un golpe bianco per impedire ai soggetti formatisi per contrastare le misure draghiane, in parlamento come nelle piazze, di rappresentare i cittadini, sia quelli discriminati e vessati dal regime del lasciapassare sia quelli che non vogliono entrare in un'economia di guerra, di razionamento, che sono contrari all'invio di armi all'Ucraina e che sono la maggioranza.
 
Un capolavoro: creare sfiducia nelle istituzioni e quindi stimolare la leva dell'astensionismo.
 
Creare conflitto orizzontale tra le forze antisistema impedendo loro di unirsi e raccogliere le firme a ferragosto, senza neppure la visibilità mediatica di una campagna elettorale solo televisiva.
 
La strategia è sempre la stessa: creare conflitto orizzontale con un similare bacino elettorale,  metterci gli uni contro gli altri, perché spazi e tempi sono strettissimi, creare spaccature e confusione nella corsa alla formazione delle liste e alla raccolta di firme certificate per ogni collegio.
 
Ci vogliono trasformare in squali dentro una angusta piscinetta.
 
Vogliono distrarci dalla capacità di tenere sempre presente chi e cosa è il vero nemico.
 
Non cascateci.
 
È sempre la stessa road map. La stessa, ormai prevedibile, strategia.

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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