Alberto Sordi, 20 anni dopo. “Nessuno si scandalizza più di niente”
Ci lasciava 20 anni fa un attore irripetibile, Alberto Sordi. Coincidenza ha voluto che nel 2003, quando morì Sordi, si stesse avvicinando una guerra quella all’Iraq, promossa dagli Stati Uniti d’America, guidati all’epoca da G.W. Bush con le conseguenze che conosciamo. Da un anno esatto c’è quella in Ucraina, con conseguenze che potrebbero essere anche peggiori.
Senza lasciarsi andare a inutili nostalgie o a retoriche celebrazioni, prende il posto l’amarezza di non avere più attori come Sordi, i registi che l’hanno diretto, il suo fedele sceneggiatore Rodolfo Sonego, che avevano quella forza comunicativa di inviarci messaggi, darci quasi degli esempi, di metterci in guardia, di scandalizzarci alle volte, tutte cose che oggi non troviamo.
A parte la solita solfa di Sordi e la rappresentazione dell’italiano medio, la sua storia di italiano qualunque ha affrontato tematiche scottanti ai suoi tempi. Dalla Mafia, alla corruzione, al problema delle carceri, sul divorzio, al malfunzionamento della sanità, alla lotta per gli ideali, ai cambiamenti di costume, Albertone con la sua pedagogia bonaria, dettata da forte formazione religiosa e culturale impregnata di cattolicesimo, ha cercato di dare al pubblico un insegnamento, dei valori, lo ha avvertito anche in anticipo su quei cambiamenti della società italiana stava affrontando.
Lo ha fatto con la commedia, risultando non pedante, ma facendoci pensare ai nostri pregi e difetti con una riflessione e un sorriso, senza mai inutili moralismi.
Che forza aveva il cinema all’epoca di Sordi, forse per questo tanto temuto. Eppure, oggi, Sordi come altri attori, giganti della recitazione del suo tempo come Vittorio Gassmann, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Monica Vitti e tanti altri, avrebbe fatto fatica a interpretare questi tempi difficili che stiamo vivendo.
La spiegazione c’è in un racconto postumo fatto da Carlo Verdone. Sordi vedendo una ragazza con un look improponibile disse a Verdone: “Sarà sempre più difficile per voi fare Commedia, perché nessuno si scandalizza più di niente”.
Forse una sentenza, un’ultima lezione che Sordi ci ha lasciato, ovvero una società che ai suoi tempi era possibile ancora raccontare nonostante le sue storture e quella di oggi, così omologata nella sua stupidità che forse non vale la pena raccontare.
In attesa di chi possa raccogliere il suo testimone, restano i suoi film indimenticabili, non è poco, saranno sempre una guida, quell’ironia, talvolta amara senza mai perdere la fiducia nel futuro nonostante le tante avversità e i tanti, come li chiamava lui birbaccioni che ci circondano.