Afghanistan sulla via dell'abisso: 20 anni di cleptocrazia Usa - (SECONDA PARTE)

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Afghanistan sulla via dell'abisso: 20 anni di cleptocrazia Usa - (SECONDA PARTE)



Continua l'approfondimento per l'AntiDiplomatico di Tariq Marzbaan, studioso di letteratura persiana e filologia, esperto di questioni internazionali, con particolare riferimento alle questioni riguardanti il colonialismo. Nato a Kabul, rifugiato prima in Pakistan e poi in Germania, Marzbaan offre un punto di vista diretto e approfondito. Nella prima Parte (che potete leggere qui), si affrontavano nel dettaglio le degenerazioni passate e presenti dei Taleban. L'Autore presenta così la seconda parte - che vi proponiamo di seguito: "Gli Stati Uniti e l'Occidente possono essere stati condannati e incolpati per quello che hanno fatto in Afghanistan... eppure, tutto ciò che accade in Afghanistan continua a essere visto, interpretato e diffuso in gran parte da un punto di vista neoliberale occidentale".


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di Tariq Marzbaan 


L'opposizione e la resistenza armata


A parte piccoli gruppi di donne che di tanto in tanto scendono in piazza brandendo piccoli cartelli con le loro richieste e scandendo qualche slogan, per poi essere picchiate, arrestate e rapite dalle milizie talebane... non esiste ancora una formazione significativa di un'opposizione politica all'interno dell'Afghanistan.

Alcuni ex politici e funzionari della pseudo–repubblica rovesciata, fuggiti all'estero, cercano di svolgere un ruolo di opposizione dall'esterno, ma tutto ciò che chiedono sono "colloqui con i Taleban", che questi ultimi poi disdegnano seccamente. Questa "opposizione in esilio" è divisa in piccoli gruppi e non è organizzata. Tutti soffrono di estrema inaffidabilità e impopolarità tra la popolazione. La loro richiesta è la stessa della "comunità internazionale": inclusione nel governo, e con questo intendono che i Taleban dovrebbero includere loro nel governo. I Taleban, tuttavia, li respingono, indicando alcuni "Taleban non-pashtun" scelti a mano nelle loro file come prova della "inclusività" del loro governo e vedono la loro richiesta come un'interferenza negli affari interni del loro Stato.

Ciò che spinge queste élite cleptocratiche e politiche in fuga è piuttosto la preoccupazione per le ricchezze e le proprietà ereditate che sono riuscite a saccheggiare durante i 20 anni di governo del grande Cleptocratore (USA).

La resistenza armata nel Panjshir e nell'Andarab, nelle aspre valli dell'Hindu Kush, è nata da una reazione spontanea e "naturale" di alcuni settori della popolazione di queste regioni. Alcuni alti membri del governo e dell'esercito estromessi, che appartengono etnicamente alla popolazione di queste regioni, si sono trasferiti lì – guidati da Ahmad Massoud, il figlio di Ahmad Shah Massoud, e Amrullah Saleh, l'ex capo dell'intelligence e "vicepresidente" del governo di Ghani.

Ahmad Massoud non è mai stato un funzionario pubblico nei regimi di Ghani e Karzai, ma è un allievo del regime e dell'accademia militare britannica. La sua limitata popolarità (soprattutto tra la popolazione di lingua persiana) è dovuta alla sua fedina penale pulita (una rarità in Afghanistan) e allo status di "figlio dell'eroe nazionale" Ahmad Shah Massoud. Tuttavia, non ha né un'ideologia valida, né un programma politico chiaro, né un'organizzazione politica per formare una vera e propria opposizione ai Taleban. Anche la "resistenza" è stata inizialmente concepita come un semplice movimento di opposizione. Tuttavia, quando è diventato chiaro che i Taleban non avevano alcuna comprensione del concetto di "opposizione" e la vedevano invece come una ribellione, l'opposizione si è trovata di fronte a due opzioni: accettare l'offerta dei Taleban e unirsi a loro (sapendo bene che in tal caso, in quanto membri della popolazione tagika in uno Stato dominato dai Pashtun, avrebbero giocato un ruolo di secondo piano –  come è sempre accaduto in Afghanistan in passato)... oppure unirsi alla resistenza armata. Hanno scelto la seconda opzione, perché la vera base di questa resistenza è il secolare conflitto etnico (tra pashtun e altri)... ma questa è una questione di cui non parlano o su cui non prendono una posizione chiara.   

Amrullah Saleh è un discepolo e un agente della CIA – cosa di cui era orgoglioso. Sia Ahmad Massoud che Saleh si aspettavano il sostegno degli Stati Uniti e della NATO, ma ora possono sentirsi amaramente delusi. Il rappresentante speciale per l'Afghanistan Tom West ha detto chiaramente che gli Stati Uniti non sosterranno per ora la resistenza contro i Taleban: "Al momento non sosteniamo l'opposizione armata in Afghanistan. Scoraggeremmo anche altri Paesi dal farlo".

Gli altri gruppi etnici – uzbeki, turkmeni, hazara, ecc. – non si sono finora uniti alla resistenza tagica. Le ragioni sono complesse e varie, ma una loro elaborazione andrebbe oltre lo scopo di questo articolo. Vale solo la pena di ricordare che tutti i gruppi di popolazione non pashtun – ad eccezione di quelli del Panjshir e dell'Andarab – sono privi di leadership. La loro vecchia classe dirigente si è squalificata per aver partecipato al regime più corrotto di sempre. Molti sono all'estero o sotto l'influenza straniera o rappresentano gli interessi dei signori feudali e del clero reazionario... come nel caso degli Hazara sciiti, che sono sotto l'influenza iraniana, e degli Uzbeki, che sono sotto l'influenza turca.

Per quanto tempo i combattenti solitari nelle montagne del Panjshir e dell'Andarab e altrove potranno continuare la loro lotta, tutto dipende dalla loro leadership e dal sostegno straniero.

Il Tagikistan è finora l'unico Paese a fornire un sostegno limitato a livello politico al fronte della resistenza. La Russia e l'Iran, che hanno svolto un ruolo importante nel sostenere i Taleban durante l'occupazione USA/NATO, inizialmente speravano in un'interazione positiva con il regime talebano dopo la presa di potere nel 2020, ma non hanno fatto progressi con nessuna delle loro richieste (ad esempio un "governo inclusivo", la cessazione della produzione e del contrabbando di droga, un'azione chiara e di rafforzamento della fiducia contro i gruppi islamisti dell'Asia centrale che sono presenti tra i Taleban). La Cina, che pure aveva avviato alcune attività economiche con i Taleban, si è ritirata dall'Afghanistan dopo l'attacco ai cittadini cinesi a Kabul.

Ancora una volta, il campo in Afghanistan è stato lasciato agli Stati Uniti, che stanno lavorando al loro ritorno. Le preoccupazioni degli Stati vicini e della Russia per la loro sicurezza e i loro interessi vengono soddisfatte solo con la "promessa" dei Taleban che non verrà fatto loro del male dall'interno dell'Afghanistan, ma per questi Stati non è sufficiente.

Solo l'India sembra essere riuscita a guadagnare una certa influenza su alcuni leader talebani (come il Mulla Yaqoub). Non è ancora chiaro fino a che punto questa influenza si estenda. Le emergenti tensioni tra il regime talebano e il Pakistan potrebbero rafforzare la posizione dell'India.

La strumentalizzazione delle donne e la talebanizzazione del sistema educativo.

La posizione delle donne in Afghanistan non era molto buona nemmeno prima dell'ascesa al potere dei Taleban, ma dopo il loro ritorno è peggiorata drasticamente.

La giovane generazione, durante i 20 anni di occupazione USA/NATO, era diventata facile preda dei propagandisti e dei divulgatori dell'ideologia neoliberale, della sua mentalità e dei "valori occidentali", che hanno invaso il Paese sotto forma di "ONG", organizzazioni di sviluppo straniere e privati. I concetti di diritti umani, uguaglianza di genere, libertà di espressione, democrazia, ecc. sono stati usati come esca per attirare giovani donne e uomini che in quel periodo godevano di una relativa libertà. Furono istituite numerose stazioni televisive e radiofoniche (più di 30 stazioni televisive, circa 80 stazioni radiofoniche), quotidiani e altri mezzi di stampa, che naturalmente promossero le opinioni e le intenzioni dei loro fondatori o finanziatori. A prima vista, questo sembrava uno sviluppo positivo, poiché alcuni di questi media volevano svolgere un servizio educativo e diffondere i principi e i valori sopra citati con intenzioni oneste.

Ma la sostanza di questi organi mediatici era l'ideologia neoliberista che ha travolto il mondo intero, che propaganda la bontà e la superiorità del modo di pensare e dello stile di vita occidentale, che fortifica l'egemonia statunitense. Le conseguenze dell'influenza di questi organi mediatici sono diventate particolarmente evidenti dopo il crollo dello Stato vasale statunitense e il trasferimento del potere ai Taleban. Gli Stati Uniti e l'Occidente possono essere stati condannati e incolpati per quello che hanno fatto in Afghanistan... eppure, allo stesso tempo, tutto ciò che accade in Afghanistan (e nel mondo) continua a essere visto, interpretato e diffuso in gran parte da un punto di vista neoliberale occidentale. Le dichiarazioni di celebrità e star come Angelina Jolie sulle ragazze in Afghanistan e sulle loro difficoltà vengono pubblicizzate e salutate come notizie importanti. I luoghi comuni dei politici occidentali vengono ripetutamente vomitati. Vengono richieste analisi a "esperti" che seguono tutti la stessa linea. I filmati di propaganda hollywoodiana vengono sbandierati con grande clamore. Un semplice discorso di Hillary Clinton o di Obama viene presentato come un annuncio di grande impatto e di portata mondiale. Le campagne "woke" degli attivisti per il genere, il clima e le persone LGBTQ+ vengono propagandate con cieca deferenza. Un termine inflazionato che viene costantemente sbandierato, soprattutto da molti gruppi di donne, è "la comunità internazionale".... intendendo gli Stati Uniti e i loro vassalli.

Così, quasi tutti quanti – gruppi di donne, attivisti, esperti, giornalisti, politici, ogni Tizio, Caio e Sempronio – si rivolgono ai Taleban chiedendo loro di "cambiarsi", di abbandonare le loro convinzioni radicate nel midollo delle ossa, di adattarsi alla "comunità internazionale" e di dimenticare ciò per cui hanno combattuto per tutti questi anni.

La grande agitazione per il divieto di istruzione e di lavoro per le donne e le ragazze ha ormai raggiunto il suo culmine... ed è solo questione di tempo quando potrà accadere una sola cosa: i Taleban annullano il divieto o lo attenuano gradualmente, e in cambio (chiedono sempre un "accordo"), saranno riconosciuti a livello internazionale e il loro potere sarà consolidato. In quali circostanze, come e dove le donne potranno lavorare al di fuori delle mura domestiche rimarrà una questione burocratica e amministrativa e quindi, di fatto, un affare puramente interno al regime talebano. Le condizioni in cui le donne (e anche gli uomini) possono studiare e ricevere un'istruzione nelle scuole e nelle università sono già state stabilite. Qui si può avere un quadro della situazione.

Così, secondo il programma educativo dei Taleban, la prossima generazione diventerà una "generazione Talebana" pura e semplice. Se gli Stati Uniti non hanno altro da fare per i Taleban, un "Talebanistan" pacifico e riconosciuto a livello internazionale sarà un progetto da "Brave New World", una futura attrazione turistica?

Tariq Marzbaan

Tariq Marzbaan

 

Nato a Kabul nel 1959, dove ha vissuto fino al 1982 quando si è rifugiato con parte della sua famiglia a Peshawar in Pakistan, poi in Germania dove ha ottenuto la cittadinanza anni dopo. Attualmente risiede nell'Asia sudorientale. Ha conseguito un master in letteratura persiana e filologia tedesca, oltre a continui studi indipendenti sulla geopolitica, la storia e il colonialismo. Ha lavorato come fumettista politico, artista, ricercatore e traduttore di notizie, montatore cinematografico, sceneggiatore. Ha prodotto e diretto il suo film documentario-saggio sull'esilio "The Storm Bird", che è stato presentato nei festival internazionali. Editorialista per Al Mayadeen English.

"Il Waste Land è la terra del non-spazio e del non-tempo, la visione di un luogo di nessuno, che con la sua oscurità infrange ogni speranza, in cui gli abitanti si dibattono in un clima di disperazione e soffocamento."

- Angelo De Sio, nella sua analisi de 'La terra desolata', poema di T.S. Eliot

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