Sueddeutsche Zeitung: "Superlega affossata da Putin"
Il naufragio del progetto di Superlega calcistica, una sorta di golpe neoliberista del calcio l’avevamo definito su queste colonne, è stato salutato unanimemente con grande gioia. Da più parti si è parlato di vittoria popolare dei tifosi. In particolare in Inghilterra, i tifosi delle squadre afferenti la Premier League che avevano aderito al progetto, avevano infatti fatto sentire tutta la loro forte contrarietà a questo progetto capeggiato da Real Madrid e Juventus con i rispettivi presidenti Florentino Perez e Andrea Agnelli.
A proposito di questo progetto, il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung scrive: “Il calcio è stato salvato dal peggior assalto del capitalismo degli ultimi tempi”.
Ma il calcio da chi è stato salvato, dalle rivolte popolari dei tifosi inglesi? Secondo il quotidiano tedesco, ripreso in Italia dal portale Il Napolista, le cose sono andate in un altro modo: “Il proprietario del Chelsea Roman Abramovich avrebbe ricevuto lunedì l’inconfondibile suggerimento da casa, dal Cremlino di Mosca: la Superlega non era nell’interesse della patria. Gazprom, la più grande società russa per lo più di proprietà statale, è lo sponsor principale della Champions League. In estate, il Campionato Europeo si svolgerà a San Pietroburgo e la finale di Champions League è prevista lì nell’estate 2022. Lo Zenit, una specie di Bayern Monaco in Russia, è praticamente la squadra di Gazprom; il club vuole mantenere l’accesso alla Champions League aperta almeno a metà. Quindi qui – e non solo qui – la grande politica mondiale ha improvvisamente giocato un ruolo: Abramovich non ha voglia di stressarsi con il presidente Putin. Vuole solo divertirsi, col pallone”.
Insieme al ‘niet’ di Putin sarebbe arrivata la contrarietà anche del Qatar: “Il Manchester City, il secondo a lasciare, avrebbe ricevuto una chiamata da Abu Dhabi. Il club è di proprietà dell’Abu Dhabi United Group. I quali hanno rapidamente capito che i miliardi per la Superlega non provenivano realmente dalla banca di New York JP Morgan, ma che l’investimento iniziale proveniva invece dall’Arabia Saudita. Abu Dhabi non è esattamente ostile ai governanti di Riyadh, come lo sono i vicini del Qatar, ma apprezzano un’immagine decisamente liberale e cosmopolita e quindi non vogliono essere pescati nella stessa stanza sul retro con l’Arabia Saudita”.
“Anche il governo britannico, per il resto sempre particolarmente transfrontaliero con il presidente Putin e il Cremlino, ha giocato il suo ruolo. Un indebolimento della Premier League, l’orgoglio dell’Inghilterra in Brexit, non andava bene a Boris Johnson e al suo popolo”.
“Fin dall’inizio, il Paris Saint-Germain non ha preso parte al golpe, perché il PSG è finanziato dai milioni del Qatar. Il presidente del PSG Nasser Al-Khelaifi non voleva avere niente a che fare con i fondi di JP Morgan controllati dai sauditi. Il suo paese ha dovuto convivere con un blocco da parte dell’Arabia Saudita a causa delle accuse di sostegno all’islamismo terrorista”.
Il golpe calcistico è stato sventato. Ma accanto alle forze popolari sarebbero scese in campo forze poderose.