Perché in Italia proliferano continuamente nuovi partiti e coalizioni?

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Perché in Italia proliferano continuamente nuovi partiti e coalizioni?

Una piccola considerazione. Tante persone giustamente si lamentano dall'enorme quantità di partiti e coalizioni che proliferano continuamente in Italia da qualche anno a questa parte. Lamentela legittima, perchè aumenta la confusione nell'elettore. Il punto è che questo fenomeno non è ascrivibile - secondo me - all'egotismo di tanti, troppi leader o presunti tali. Questo fenomeno per me nasconde un male più profondo e più grave: la non contendibilità dei partiti.

I grandi partiti sono retti da élites o congreghe che spesso fanno i giochi nell'ombra e che però si difendono in maniera feroce contro eventuali outsider, portatori di linee politiche diverse. Ecco allora che gli espulsi o gli outsider scelgono la strada di fondarsi il proprio partito ex novo. 

Provate ad immaginare: vi sembra possibile sostenere una linea non filoeuropea e filoatlantica all'interno del PD? Oppure vi pare possibile sostenere una linea non coincidente con il pensiero e gli interessi di Berlusconi (qualunque essi siano) all'interno di Forza Italia? Chiaramente no, immediatamente si verrebbe espulsi dal partito e messi fuori dai giochi. 

Ecco che per questo problema di incontendibilità dei partiti maggiori che si rende necessaria la continua formazione di nuove compagini. E se no, se si fosse come ai tempi della Prima Repubblica semplicemente chi è portatore di una linea politica minoritaria rimaneva all'interno del partito, aveva il diritto ai suoi delegati al congresso e quindi a fare la propria legittima battaglia politica. Cose che oggi sono impensabili. 

La scarsa qualità della nostra democrazia (sempre che si decida di fare lo sforzo di credere di essere in una democrazia) dipende anche da questo fatto, poco indagato, ma secondo me cruciale.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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