“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

I testi di Radio Gaza, puntata 15

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“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”


RADIO GAZA - PUNTATA NUMERO 15

“Radio Gaza - cronache dalla Resistenza”, ogni giovedì alle 18, sul canale YouTube dell’AntiDiplomatico, è un programma a cura di Michelangelo Severgnini e Rabi Bouallegue.

La campagna “Apocalisse Gaza” arriva oggi al suo 168° giorno, avendo raccolto 120.454 euro da 1.537 donazioni e avendo già inviato a Gaza valuta pari a 119.385 euro.

Per donazioni: https://paypal.me/apocalissegaza

C/C Kairos aps IBAN: IT15H0538723300000003654391 - Causale: Apocalisse Gaza

FB: RadioGazaAD


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Di seguito I testi della quindicesima puntata.

La campagna “Apocalisse Gaza” arriva oggi al suo 168° giorno, avendo raccolto 120.454 euro da 1.537 donazioni e avendo già inviato a Gaza valuta pari a 119.385 euro.

Nel mese di novembre abbiamo ricevuto 8.133 euro. I numeri della campagna stanno drasticamente calando. Eppure in questo momento non c’è altro modo plausibile per procurare una tenda nuova ai Gazawi se non inviando denaro fresco in modo che possano affrontare i costi per la tenda e per tutto il resto.

Dove le trovano le tende? Non ci sono tende? Sembrerebbe non essere così. Uno dei nostri contatti documenta un deposito stipato di tende non ancora consegnate e anzi spesso sottratte dai magazzini degli aiuti umanitari e rivendute dagli stessi operatori umanitari sul mercato nero a prezzi, appunto, esorbitanti.

Cercheremo di far ancora più luce su questa vicenda in futuro. 

Detto questo. Con i soldi delle donazioni di queste settimane stiamo acquistando quante più tende possibili e torneremo presto a documentarlo. Visto che si avvicina il Natale, acquistare una tenda per un Gazawi, è il minimo che si possa fare. Quanto costa una tenda a Gaza? Dai 600 ai 1.000 euro. Non sono cifre che tutti si possono permettere. Ma un po’ alla volta tutti possiamo fare la nostra parte.

<<Quello che vedete si chiama Centro di distribuzione Al-Samer.  Potete vederlo nel video. Ci sono tende e gazebo  Le persone e gli sfollati sono bagnati dalla pioggia. E l'organizzazione non ha distribuito loro le tende, ma chi aveva delle conoscenze ha potuto riceverle. Questa organizzazione vuole mostrare al mondo che distribuisce, invece riesce a rubare e vendere le tende sul mercato nero.

Dio ci ha affogati, fratello Rabi. Ci ha affogati>>.

 

Le incertezze sugli equilibri regionali e internazionali si riflettono in questo pensiero ricevuto da Gaza. Una cosa è certa: lo scenario attuale nel Levante è cambiato rispetto a 20 anni fa, se non altro attraverso il peso delle economie emergenti di alcuni Stati. E lì, sul crinale tra Mediterraneo ed Estremo Oriente, quelle economie devono rimanere amiche occidentali, a qualunque costo, secondo la visione americana: Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Egitto. Tutti noi invece ci auguriamo che questo scenario inedito corrisponda ad una svolta epocale sul campo.

 

<<Gli Stati Uniti cercano di mantenere l'immagine di mediatori e il loro costante sostegno a Israele, ma cercano sempre di mostrare il loro ruolo di mediatori, in particolare di fronte ai paesi arabi. Le pressioni provengono da paesi come l'Egitto e il Qatar perché sono gli alleati regionali che mediano sempre tra Hamas e Israele e chiedono a Washington di sostenere il cessate il fuoco.

Una guerra prolungata a Gaza potrebbe aprire nuovi fronti con Hezbollah o l'Iran, ed è proprio questo che l'amministrazione Trump temeva>>.

 

A proposito di forze di polizia a Gaza o Forza di stabilizzazione di Gaza (GSF), che andrà addestrata ad Arish, in Egitto. C’è già qualcuno che prova a tenere l’ordine all’interno della Striscia. Sono i membri delle forze di sicurezza di Hamas, tale e quale come avveniva prima del 7 ottobre. La differenza è che ora lo fanno gratis, senza salario. Perché reddito non ce n’è e il Movimento non è in grado di coprire loro i salari. Per dire.

 

<<Mi ha assegnato il comando di 30 uomini..Forse sono anche di più. Probabilmente saranno più di 200 persone,  ma adesso sono responsabile di almeno 30 persone. 

Ne conosco altri di responsabili e mi incontro spesso con loro. Anche loro vorrebbero essere aiutati, sono nella mia stessa situazione economica, l'occupazione israeliana ci vieta gli aiuti di tipo alimentare o economico>>.

 

Rappresaglia o no, certo che è difficile distinguere i massacri di queste settimane da un genocidio perpetuo. I messaggi vocali promessi dalle righe che leggeremo di seguito non sono ancora arrivati. Troppo grande il dolore, troppo urgente la sopravvivenza. Li ascolteremo possibilmente nella prossima puntata di Radio Gaza.

 

<<La pace sia con te, mio caro fratello. Spero che mi perdonerai per il ritardo nei messaggi vocali.

Te li invierò oggi. Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani in un attacco mirato. Sono stato tutto il tempo in ospedale, davanti alle celle frigorifere. Ieri lui, sua sorella e i figli di sua sorella sono stati circondati nel quartiere di Al-Tuffah. I veicoli israeliani hanno avanzato e assediato la zona e hanno iniziato a sparare e a lanciare granate contro alcuni residenti nel quartiere di Al-Tuffah, nella parte orientale di Gaza. Sostenendo che si tratta di una zona gialla e che non è possibile avvicinarsi a questa zona. Hanno ucciso mio cugino e ferito suo nipote>>.

 
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Insomma, Gaza non può aspettare.

Gaza ha vinto sul campo, ma questa vittoria va protetta. 

Se questo è il modo migliore non lo sappiamo. Ma se forze egiziane, turche, magari pakistane entrassero a Gaza, questo rappresenterebbe sicuramente una svolta epocale e una garanzia di sopravvivenza per i cittadini della Striscia.

Il resto si discute dopo.

Per esempio ne discuteremo oggi alle 18 in diretta sul canale YouTube dell’AntiDiplomatico quando terremo una visione in rete del quinto episodio del film in progress, “Gaza ha vinto”, seguita da un dibattito cui parteciperanno Loretta Napoleoni, Diana Carminati, Wasim Dahmash, insieme agli autori.


 

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