Colloqui sul nucleare. Qual è la colpa di Teheran?

Colloqui sul nucleare. Qual è la colpa di Teheran?

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Il settimo round di colloqui tra Iran e 4+1(Russia, Cina, Germania, Francia e Gran Bretagna, gli Usa li seguono indirettamente) a Vienna della scorsa settimana hanno subito una fase di stallo anche se dovrebbero riprendere nel corso di questa settimana.

Prima che sia troppo tardi, la parola "tardi" è riferita chiaramente ad una guerra contro l'Iran, è giusto precisare alcuni aspetti, meglio dire la verità, non quella che vogliamo imporvi, ma quella che si impone e si imporrà con i fatti.

I media occidentali sono già partiti in quarta con il leitmotiv sulle richieste irragionevoli dell'Iran alla ripresa dei colloqui, facendo eco alle dichiarazioni del Presidente Usa, Joe Biden.

Se ci dovesse essere un conflitto armato, è giusto che si sappia quale sono queste richieste irragionevoli.

Ebbene, l'Iran chiede che vengano rimosse le sanzioni che gli Stati Uniti d'America alle'poca dell'amministrazione guidata da Donald Trump, inflisse all'Iran dopo essersi ritirato dall'accordo sul nucleare, JCPOA, formato da Barak Obama.

Tali sanzioni hanno messo in difficoltà soprattutto il popolo iraniano in speciale modo nel periodo della pandemia da Covid-19, affatto rimosse nonostante invocazioni varie in tal senso da organismi internazionali come l'Onu.

Le sanzioni, il blocco dei codici internazionale bancari SWIFT impediscono all'Iran e ad altri paesi sanzionati di acquisire strumentazioni mediche, medicinali, in particolari quelli oncologici, semplici siringhe, con i danni che si possono immaginare, al fine di scatenare il malcontento popolare.

Sulla narrativa dello stallo si sono uniti anche i partner europei che partecipano ai colloqui. Non poteva essere diversamente. Israele, raggiante per l'uscita dall'accordo degli USA ai tempi di Trump, non perde occasione per sabotare l'accordo e portare Washington alla guerra con l'Iran, perché Teheran non rispetta gli standard gli accordi sulle armi nucleari. Una tesi insostenibile dal momento che il regime di Tel Aviv possiede centinaia di testate nucleari, non vi alleghiamo nessun link in merito perché è un segreto di Pulcinella, senza permettere ispezioni dell'AIEA e aver firmato alcun trattato in merito. Ma il pericolo è l'Iran, per l'occidente e i suoi reggicoda mediatici.

Intanto, ieri, un alto diplomatico iraniano ha precisato che "la Repubblica islamica dell'Iran ha messo sul tavolo proposte pragmatiche e gli altri partiti devono dare una risposta adeguata o presentare nuove proposte e idee chiare per iscritto."

Tra l'altro, Teheran ha elogiato i partner europei per la flessibilità mostrata nei colloqui a Vienna, ma allo stesso tempo lamenta la volontà politica di non volersi sottrarre alle grinfie di Washington, oltre al fatto che si lasciano influenzare da influenze esterne come quelle israeliane.

In questa vicenda si sa chi ha prima imposto, rimosso, di nuovo reintrodotto le sanzioni, chi si è ritirato dagli accordi, chi è rimasto ma è stato troppo pavido nell'attuarli.

Il quadro sembra esaustivo, quindi: chi è irragionevole, l'Iran o gli USA e i suoi sottoposti europei Francia, Germania e Gran Bretagna?

Quale colpa può avere, nel fallimento di una trattativa, un paese che come base pone una richiesta elementare come rimozione delle sanzioni che colpiscono direttamente la sua popolazione?

Francesco Guadagni

Francesco Guadagni

 

Nato nell'anno di grazia 1979. Capolavoro e mancato. Metà osco, metà vesuviano. Marxista fumolentista. S.S.C.Napoli la mia malattia. Pochi pregi, tanti difetti, fra i quali: Laurea in Lettere Moderne, Iscrizione all'Albo giornalisti pubblicisti della Campania dal 2010. Per molti anni mi sono occupato di relazioni sindacali, coprendo le vertenze di aziende multinazionali quali Fiat e di Leonardo Finmeccanica. Impegno di militanza politica, divenata passione, è il Medio Oriente. Per LAD Gruppo Editoriale ho pubblicato il libro 'Passione Pasolini - Un Viaggio con David Grieco', prefazione di Paolo Desogus. 

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