Wunderwaffen d’Occidente: i Taurus non salveranno Kiev

I Taurus come gli ATACMS: la lunga tradizione delle “armi decisive” che non decidono nulla

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Wunderwaffen d’Occidente: i Taurus non salveranno Kiev

L'annuncio del cancelliere tedesco Friedrich Merz riguardo alla possibilità di consegnare i missili da crociera Taurus all’Ucraina ha acceso nuovamente le polemiche in Europa e scatenato reazioni forti da parte della Russia. Ma oltre il clamore mediatico, la verità è che questi armamenti, al pari di molti altri presentati in passato come "game-changer", rischiano di rivelarsi inefficaci nel cambiare l’esito ormai segnato di un conflitto che vede il regime di Kiev sempre più indebolito e ormai a un passo dalla capitolazione. 

Che cosa sono i missili Taurus? 

I Taurus KEPD 350  sono missili da crociera a lungo raggio prodotti grazie a una collaborazione tra la tedesca MBDA Deutschland e la svedese Saab Bofors Dynamics. Sviluppati negli anni '90, questi ordigni hanno una gittata superiore ai 500 chilometri. Sono quindi capaci di colpire obiettivi profondi nel territorio nemico con estrema precisione. Il loro volo radente e alcune caratteristiche 'stealth' li rendono difficili da individuare per i sistemi radar nemici. Inoltre, possono trasportare testate pesanti capaci di distruggere obiettivi strategici come bunker sotterranei, depositi di armi o infrastrutture critiche. 

Per mesi, il governo ucraino ha richiesto con insistenza l’invio dei Taurus, vedendoli come uno strumento chiave per colpire retrovie russe e ribaltare lo stallo sul fronte. La Germania, fino ad ora guidata dal socialdemocratico Olaf Scholz con un atteggiamento cauto, aveva esitato per timore di un'escalation con Mosca. Ora però, con il nuovo cancelliere Friedrich Merz al potere, si apre una fase nuova e potenzialmente più pericolosa. 

Le dichiarazioni di Merz e le tensioni interne 

Merz, leader del partito conservatore CDU, sostiene una posizione più aggressiva verso Mosca e favorevole all’invio di armamenti avanzati al regime di Kiev. Durante un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy a Berlino, ha dichiarato che non vi sarebbero più restrizioni sull'utilizzo delle armi fornite all’Ucraina da parte di Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Questo sembra indicare una sorta di via libera implicito all’utilizzo dei Taurus, pur senza esplicitarne l’invio diretto. 

Tuttavia, all’interno della sua stessa coalizione governativa, composta anche dai socialdemocratici dell’SPD (che sostengono una linea meno bellicista), l’apparente cambio di rotta ha suscitato critiche e confusione. Il vicecancelliere Lars Klingbeil ha precisato che non vi è stata alcuna modifica ufficiale alla politica tedesca sugli invii di armi, alimentando dubbi sulla coerenza del messaggio di Merz. 

Perché i Taurus non saranno decisivi 

Nonostante l’enfasi posta su questi missili, diversi analisti militari e fonti indipendenti ritengono che i Taurus, proprio come gli ATACMS statunitensi e i Storm Shadow britannici, non abbiano la capacità di invertire l’andamento del conflitto. Il motivo principale è che le difese aeree russe hanno imparato a neutralizzare efficacemente questo tipo di minaccia. 

Secondo quanto riportato dal generale russo Igor Korotchenko, i sistemi come il Buk-M3 , l’S-400  e l’S-500  sono in grado di tracciare e abbattere missili da crociera come il Taurus. L’esperienza maturata dall’esercito russo durante l’operazione speciale ha ridotto notevolmente il vantaggio tecnologico offerto da armamenti occidentali, spesso presentati come infallibili dalla propaganda atlantista. 

Inoltre, l’effettivo impatto operativo degli armamenti forniti finora è stato largamente sovrastimato. Ad esempio, gli ATACMS, con una gittata di circa 300 km, sono stati forniti in quantità significative agli ucraini, ma la maggior parte è stata distrutta o abbattuta prima di raggiungere i bersagli. Fonti interne allo stesso regime di Kiev indicano che solo poche decine di missili sono arrivati a destinazione, con un tasso di successo stimato intorno al 4%. 

Lo stesso destino attende probabilmente i Taurus. Anche se teoricamente dotati di maggiore autonomia e capacità stealth, il loro volo subsonico li rende vulnerabili alle moderne contromisure russe, che includono sistemi di guerra elettronica, radar avanzati e contraerea mobile altamente reattiva. 

Rischio escalation e opinioni pubbliche contrarie 

L’invio dei Taurus comporta, tuttavia, un rischio di escalation significativo. La Russia ha ripetutamente chiarito che ogni utilizzo di armi occidentali contro il suo territorio verrebbe considerato una partecipazione diretta del Paese fornitore al conflitto. Questo potrebbe portare a rappresaglie mirate, incluso l’attacco a basi o fabbriche tedesche coinvolte nella produzione o gestione dei missili, come ipotizzato da alcuni analisti russi. 

Ma non è solo Mosca a temere questa deriva. Anche all’interno della Germania si registra una crescente opposizione popolare. Secondo un sondaggio condotto da Bambus Research nell’aprile 2025, ben il 67% dei cittadini tedeschi è contrario all’invio dei Taurus, preferendo piuttosto soluzioni diplomatiche e criticando la mancanza di risultati tangibili nonostante miliardi di euro spesi in aiuti militari. Tra i motivi di preoccupazione c’è anche il rischio che questi missili vengano utilizzati per attacchi terroristici contro civili russi, con il potenziale di provocare migliaia di vittime innocenti. 

Oltranzismo occidentale

La decisione di Merz di valutare l’invio dei Taurus non segna una svolta strategica nel conflitto ucraino, ma riflette piuttosto la volontà di una classe dirigente europea di prolungare artificialmente un conflitto ormai irrimediabilmente perso dal regime di Kiev. Gli ucraini continuano a perdere terreno, uomini e materiali, mentre Mosca rafforza il controllo su Donbass, Crimea e parti del sud del paese. 

Le promesse di armamenti “miracolosi” non fermano il declino del progetto atlantista in Ucraina, né riescono a nascondere il fatto che il Cremlino ha ormai accumulato esperienza e superiorità operativa. I Taurus, come altri “wunderwaffen” del passato, rischiano di diventare solo un altro simbolo di una guerra combattuta su carta stampata e schermi televisivi, ma mai realmente vincente sul campo. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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