di Federico Giusti
L’Italia, stando al rapporto della commissione Europea denominato Mind The Gap (ricorda il Buco), sarebbe uno dei paesi con maggiore evasione fiscale.
Se l'obiettivo della tassa piatta per gli autonomi doveva essere quella di recuperare parte della evasione forse la scommessa è stata persa, del resto se il fisco vuole essere amico in tanti casi diventa servile con alcune categorie e integerrimo con altre.
L'ultimo rapporto in estrema sintesi parla di un paese nel quale il lavoro autonomo, le cui dimensioni sono decisamente maggiori rispetto ad altri paesi europei, presenta vaste sacche di evasione fiscale con crescenti difficoltà di recupero delle somme attraverso accertamenti e successivi incassi.
Se un Governo prevede il ritorno nelle casse statali di una certa cifra dovrebbe prima di ogni altra mossa accertarsi la effettiva riscossione e in caso contrario correre ai ripari con i dovuti correttivi.
Se invece, anno dopo anno, prevedi di incassare una cifra che poi puntualmente non raggiungi, andrai ad accumulare un deficit che pagheranno in pochi, di solito le classi sociali meno abbienti, sotto forma di minori servizi pubblici.
Questa legge di Bilancio, la cui discussione Parlamentare arriverà negli ultimi giorni antecedenti al Natale per impedire un confronto reale e blindarne il testo attraverso il voto di fiducia, rappresenta una occasione perduta per rivedere tutte le politiche in materia di lotta alla evasione, oltre all'intricato sistema di agevolazioni, esenzioni e sgravi
L’Italia almeno è attenta a stilare un piccolo rapporto per cogliere la differenza tra le imposte dovute e quelle effettivamente versate, lo fa con la Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva.
Ma una volta posseduti dei dati bisogna saperli elaborare, urge ragionarci sopra e comprendere se le politiche adottate siano quelle giuste e qui iniziano i dolori per il nostro paese.
Tre anni fa l’evasione complessiva ha superato 100 miliardi di euro e sappiamo che di questi ben 37 derivano dai mancati versamenti delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi.
Ora non saremo certo noi a criminalizzare piccola impresa e partite iva ma il problema esiste e non è la tassa piatta l'antidoto necessario a contenere almeno l'evasione fiscale che poi fa mancare risorse allo stato sociale.
Ma a scanso di equivoci non sono solo gli autonomi ad evadere le tasse, esiste una economia sommersa, i salari hanno subito una feroce erosione del potere di acquisto e quindi se non si arriva in fondo al mese la ricerca di un secondo lavoro , al nero, diventa una delle poche soluzioni praticabili. Ma chi spiegherà alle imprese di aumentare i salari se la Manovra di bilancio vede lo Stato sostituirsi loro in questo compito sotto forma di tagli alle tasse del lavoro?
E' proprio il sistema fiscale a dover essere rivisto, tre aliquote fiscali sono troppo poche, il fisco non equo e progressivo diventa ingiusto con le classi sociali popolari, il welfare diventa inadeguato favorendo sanità e previdenza integrativa.
La nostra impressione è che ogni Governo abbia rinunciato a recuperare fino in fondo la evasione fiscale, motivi elettorali e opportunismi vari accantonano il problema senza risolverlo e intanto la riscossione arranca, mancano organici negli uffici preposti al recupero effettivo, si pensa a una legislazione emergenziale contro i reati sociali e politici come quelli del Pacchetto sicurezza ma altrettanta attenzione non viene riservata a chi sottrae risorse alle casse statali.
Due pesi e due misure insopportabili e tali da indurci a riflettere sulle logiche securitarie che vanno avversate a tutto campo.
La scelta di rottamare le cartelle esattoriali o di prevedere piani di pagamento diluiti nel tempo meriterebbero una riflessione ampia per capire chi siano oggi gli evasori, piccole somme è anche giusto che siano recuperate con calma mentre grandi capitali meriterebbero un approccio ben diverso.
La legge di Bilancio 2026 prevede l'ennesima rottamazione delle cartelle provocando l'ira della stessa Corte dei Conti che in Commissione parlamentare ha spiegato quanto sia pericolosa questa scelta, a forza di rinviare il pagamento si confida nella possibilità o di farla franca o in caso di accertamento optare per una sorta di definizione agevolata. L'Italia dei furbetti ha la meglio sul paese dei contribuenti, dei salariati che meritano solo il sarcasmo del Governo se scelgono di scioperare rinunciando al pagamento di una giornata di lavoro.
Lo stesso sarcasmo viene invece risparmiato all'evasore , eppure le mancate entrate degli ultimi anni sono pari a circa il 12 per cento del gettito fiscale, qualcuno (Il Fatto Quotidiano) le ha quantificate per 119 miliardi di euro.
Non sono bruscolini, con questi soldi si potrebbero costruire asili nido e ospedali, bonificare siti inquinati e prevedere un reddito di inserimento sociale. Giusto a ricordare che la evasione delle tassa la paghiamo noi e solo noi.
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