Professioni e privilegi

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Professioni e privilegi

 

di Giuseppe Giannini

L'emendamento sugli stipendi dei ministri ha aperto una discussione fuori e dentro il Palazzo.

E' doveroso fare alcune riflessioni. L'attuale classe partitica è diventata una professione a tutti gli effetti. Più che rispondere ai cittadini serve gli interessi di appartenenza. E quelli del mondo economico che conta. Dati evidenti da decenni che, superando la vulgata qualunquistica/populistica, sono sotto gli occhi di tutti.

Così chi aspira a candidarsi, nel locale o a livello nazionale, dando il proprio supporto a partiti forti o per il tramite di fantomatiche liste civiche, ha come scopo solo quello di acciuffare il potere.

Per fortuna c'è una minoranza di persone politicizzate immuni dal sistema vigente, che mira al cambiamento al di fuori del potere consolidato. E che ha dei valori, principi, ideali.

Conosce l'etica ed ha una morale.

La proposta di aumentare gli emolumenti di diciasette fra ministri e sottosegretari non eletti, fra i quali Nordio, Valditara, Piantedosi, Crosetto, Giuli, ha suscitato più di qualche scalpore.

Le opposizioni sollevano il caso mettendo in evidenza come per le pensioni minime dei cittadini l'aumento sarà di pochi euro.

C'è poco da meravigliarsi di fronte a questa classe partitica-casta. E' questione di volontà politica ed opportunità ( o sarà opportunismo?).

Da oltre trent'anni il governo del Paese ha visto alternarsi sempre le stesse forze, e tutti più o meno hanno fatto danni. Le destre attuali sono parte integrante di quel trasversale sistema di potere, che abbisogna della classe partitica per conservere i privilegi: del mondo della finanza, dei giganti dell'economia, degli apparati ecclesiastici e militari, di ogni sorta di rendita.

Quando i Fratellitalioti erano all'opposizione facevano finta di sbraitare contro la tecnocratica UE (le accise, i vincoli di bilancio); una volta occupato ogni spazio possibile - la schiacciante maggioranza in Parlamento, le tv e quasi tutti i giornali, l'ingerenza/controllo sul web -  e dopo aver sistemato parenti e amici, e gli innumerevoli scandali tra fenomeni corruttivi, conflitti di interessi ed impresentabilità (Santanchè, Donzelli, Delmastro, Sangiuliano), adesso gli rimane solo di metter mano alla Magistratura non allineata.

La via autoritaria sfrutta gli attacchi politici alle pronunce giudiziarie, e ne mina l'indipendenza attraverso pseudo riforme.

Legando le mani ai giudici, criminalizzando il dissenso con il Decreto Sicurezza, imbavagliando con sanzioni sproporzionate i media autonomi, ecco che rimangono pochi spazi di libertà.

Il governo della restaurazione approfitta del momento per fare carriera e stringere alleanze col giro giusto da poter spendere in futuro.

Nel caso in discussione l'aumento sarà di circa tremilacinquecento euro a titolo di diaria (rimborso per soggiorno e trasferte), circa tremilasettecento per il mandato e milleduecento per le spese telefoniche e di viaggio. Somme da aggiungere alla paga base lorda di oltre diecimila euro.

Ora, vista l'importanza del ruolo ricoperto, è doveroso pensare ad una adeguata retribuzione, ma ciò dovrebbe valere per tutte le tipologie di lavori, specie quelli indispensabili alla collettività.

Più i lavori sono importanti per la vita pubblica tanto più dovrebbero essere distribuiti in un monte ore consono, perciò bisognerebbe evitare il cumulo di incarichi e retributivi. E' tema di decenza, basti pensare ai casi eclatanti riguardanti un ex presidente dell'INPS, o agli stipendi dei supermanager (da ultimo l'ex ad Stellantis Tavares).

In tutti i settori in cui il mercato senza regole detta legge, soprattutto nel settore privato, accadono queste storture. E' il caso degli sportivi o degli appartenenti al mondo dello spettacolo. E nuove categorie bussano alla porta di Bengodi: opinionisti, criminologi, trombati dalla politica, virostar.

Ritornando ai nostri politici è vero che guadagnano molto di meno rispetto ad un calciatore viziato ed ignorante, essi però sono dotati di un potere unico, che li pone al di sopra. Avendo, appunto, il potere di decidere per sé e per gli altri. Anche se spesso si limitano a ratificare decisioni prese al di fuori delle stanze adibite alla politica.

L'Italia già in passato non brillava per la sobrietà al confronto con la classe partitica degli altri Paesi europei. Per cui il recente auto-regalo suona come una beffa per i tanti milioni di lavoratori in attesa di rinnovo contrattuale, o per le vertenze e crisi aziendali non risolte ( qual'è il ruolo di chi governa?).

E poi in Europa siamo gli unici che negli ultimi trent'anni non hanno visto aumentare (anzi sono diminuiti pure) i salari, malgrado l'aumento del costo della vita e componenti esogene (le policrisi) incidenti.

Quindi, la destra (a)sociale è contraria all'aumento del salario minimo legale, ha tagliato il sussidio di povertà condizionato (impropriamente definito reddito di cittadinanza), e decide per il taglio lineare ai ministeri, il che viene a tradursi nella mancanza di servizi ai cittadini. Dramma sociale che rischia di spaccare la nazione con il progetto di Autonomia Differenziata, limitato dalle pronunce della Corte Costituzionale.

Se non bastasse, ecco il servilismo verso la Nato, e la dipendenza dei membri UE nei confronti degli USA, con lo spropositato stanziamento di armi per le politiche di guerra contro la Russia e "giustificatrici" del genocidio operato da Israele (altro che sovranismo!).

La faccenda migrante invece viene delocalizzata spendendo centinaia di milioni in Albania, e spedendo in villeggiatura negli hotel di lusso le nostre forze armate.

I lacchè del potere, tra i quali il Corriere della Sera, giustificano il provvedimento relativo agli aumenti per i ministri tirando in ballo il ruolo e le responsabilità ricoperti. Volutamente creano confusione con la rappresentanza politica. E, se prima di loro, la rappresentatività della volontà popolare è stata falcidiata da quei geni dei 5 Stelle, i quali, piuttosto che colpire gli sprechi hanno ridotto la volontà popolare, riducendo il numero dei parlamentari (emblematica l'immagine di Giggino Di Maio, noto esperto di politca estera, con le forbici in mano, che in seguito sarebbe stato folgorato da Mario Draghi) c'è da aggiungere a quanto detto finora che di questa misura non se sentiva alcuna urgenza.

Tra le varie voci fa scandalo quella relativa alle spese telefoniche. A parte il fatto che oggi qualsiasi compagnia offre gratis minuti illimitati e Giga per la navigazione, anche se fossero a pagamento non mi pare che i poveracci parlamentari non possano fronteggiare tali spese. A conferma della gerarchia nei rapporti fra governanti e sudditi. Trattamento di favore che viene fuori ad esempio dal tasso di interesse che le banche riservano loro rispetto ad i comuni cittadini. Oppure se pensiamo a quanto costa un pranzo completo nelle mense del Senato ( una decina d'anni fa dagli scontrini emergevano prezzi inferiori a quelli normalmente praticati nei ristoranti popolari).

E' qui che nasce il risentimento verso la classe politica, che appare sempre più distante ed autoreferenziale.

Dopodichè è giusto ribadire come il privilegio tocchi anche altri settori. E' sufficiente dare uno sguardo alle carriere degli appartenenti alle forze armate ( a che età vanno in pensione?), o a gli stipendi d'oro dei vertici militari. E quelli del mondo ecclesiastico? Cardinali, vescovi, preti & co. di certo non si ammazzano di fatica e spesso sono tenutari di proprietà di valore. E poi ci sono quelli che vivono di rendita: i nobili, gli eredi di certe famiglie.

Insomma, duemila anni di esperienza umana hanno prodotto decisivi miglioramenti, ma il progresso è servito solamente a mutare il servilismo.

Un'altra categoria che reclama un adeguamento, vista la fuga all'estero o nel privato, è quella dei medici. Dicono di aver studiato e aver fatto tutto un percorso. Va bene la gratificazione economica, meglio ancora metterli in condizioni adatte per lavorare, ma non mi pare che altri laureati e/o specializzati come ad esempio gli insegnanti ( i meno pagati d'Europa) o chi lavora alle dipendenze della pubblica amministrazione abbiano uno stipendio pari a quello di questi luminari, che grazie all'intramoenia e alle visite in nero nel privato guadagnano fior di quattrini.

Di certo non voglio fare il gioco del sistema capitalistico, che ha tutto l'interesse di estrarre più valore possibile dalla forza lavoro e mettere in competizione le persone. Logica perversa arrivata anche nel settore pubblico con i premi ed i bonus. Guardando sempre alla scuola vediamo come i presidi li hanno trasformati in dirigenti-manager ed il corpo docente è in gara per accaparrarsi qualche corso che gli garantisca maggiori entrate economiche.

Il punto è evidenziare le disparità di trattamento e salariali. Il lavoro nel privato - subordinato, autonomo e delle mille forme  atipiche - necessita di regole certe e il rispetto dei principi fondanti contemplati dalla Costituzione. Nel pubblico la garanzia del posto dev'essere sinonimo di efficienza e responsabilità.

In entrambi diventa basilare distribuire il carico di lavoro, soprattutto con riguardo ai settori indispendabili relativi alla cura e salute, alla sicurezza, alla formazione, alla manutenzione del territorio, o ancora, alla produzione e distribuzione di quanto è necessario per vivere bene.

E quindi il salario deve essere sufficiente per garantire a sé e alla famiglia una vita dignitosa (art. 36 Cost.).

Infine liberare il tempo dalle alienazioni quotidiane.

In attesa di sapere se il governo farà dietrofront, visto il risentimento popolare, e sentite anche le dichiarazioni del coinvolto ministro Crosetto, che invita alla rinuncia del favore, ma che già risulta ambiguamente legato con le aziende delle armi ( a proposito di carrierismo ed introiti extra) rimane il grosso del problema: un Paese profondamente iniquo ed ingiusto, che abbandonata la lotta di classe vive di parassitismo e collusioni.

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