Macronismo, fase estrema del neoliberismo
di Paolo Desogus*
Il presidente Macron ha deciso di servirsi di un dispositivo legislativo che gli consente di trasformare in legge la sua riforma delle pensioni, senza il voto dell'Assemblea nazionale. Il suo è un vero e proprio atto di prevaricazione che ci dà una perfetta descrizione dell'uso del potere da parte di una persona fedelmente attaccata all'ideologia neoliberale. Ci mostra in altri termini che nell'attuale fase storica il neoliberalismo ha come principale nemico istituzionale il parlamento e dunque la rappresentanza.
La verità è che il populismo di destra è solo un'estetica, che il più delle volte nasconde una visione non molto lontana da quella neoliberale. Il populismo di destra di Salvini, Le Pen od Orban è solo un neoliberalismo dei poveri, delle classi più basse che chiedono protezione dalla ferocia del mercato, senza tuttavia sostenere un'idea di economia ad esso antagonista. Il populismo di destra è in altri termini solo un falso oppositore del neoliberalismo, peraltro funzionale ad esso, in quanto bersaglio delle campagna di stampa che giustificano il sostengo a personaggi come Macron o Renzi con il voto utile.
L'obiettivo di qualsiasi parte politica che aspira invece al socialismo, alla giustizia sociale e alla libertà non solo formale ma anche sostanziale di ciascun individuo non può che essere quello di offrire protezione alle classi sociali più povere avendo come bersaglio la sovranità pressoché oramai assoluta dell'economia di mercato. Non può che essere una forza capace di riavviare la lotta contro il capitale per un’idea di civiltà giusta e umana. Questo è l'unico vero attuale neoantifascismo. Il resto sono sciocchezze per la De Filippi.
*Professore all'Università Sorbona di Parigi