Ma non erano a fondo perduto? "Riforme vere o niente fondi"

7741
Ma non erano a fondo perduto? "Riforme vere o niente fondi"


di Gilberto Trombetta

Ci si risiamo.

Nonostante le urla di giubilo dei mesi passati dei liberal-unionisti nostrani («La UE c’è, alla faccia dei sovranisti!»), l’Unione Europea getta ancora una volta la maschera e si mostra per quello che è. Per quello che è sempre stata.

Tralasciando che anche il Governo è stato costretto ad ammettere che i soldi del Recovery Fund – se mai ci saranno – si tradurranno in nuovo debito poiché si tratta di soldi da restituire (sia per quanto riguarda, ovviamente, la quota prestiti, sia per i sussidi che qualcuno voleva dipingere come soldi a fondo perduto), quello che conta davvero sono le pesanti condizioni, ex ante ed ex post, con cui questi soldi verrebbero erogati.

Insomma la UE continua a chiederci le riforme.

Ma quali sono le riforme che, da sempre, ci chiede la UE? 

Sono quelle che ci chiese con la famigerata lettera della BCE (firmata da Draghi e Trichet) dell’agosto del 2011¹:

- privatizzazioni su larga scala, in particolare nella fornitura dei servizi pubblici locali;


- riformare ulteriormente il sistema della contrattazione salariale collettiva e revisione delle norme che regolano il licenziamento e l'assunzione dei dipendenti;

- intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico;

- introduzione di una clausola di riduzione automatica del deficit;

- una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio;

- abolizione di alcuni strati amministrativi intermedi come le province;

Sono quelle che attraverso le raccomandazioni la Commissione europea ha inviato tra il 2011 e il 2018 ai Paesi membri²:

- 105 raccomandazioni per ridurre le pensioni e aumentare l’età pensionabile.

- 63 intimazioni a tagliare il sistema sanitario pubblico e a privatizzarlo.

- 50 indicazioni di riduzione dei salari.

- 45 suggerimenti di taglio alle protezioni sociali per disoccupati e disabili.

- 38 richieste di riduzione delle tutele dei lavoratori.

Tutte riforme dal lato dell’offerta e, soprattutto, deflazionistiche. 

L’ennesima aggressione ai diritti dei lavoratori, ai salari e allo Stato sociale del nostro Paese.

Ma non c’è stupirsi.

Perché come avevo detto l’Unione Europea è sempre stata questa. Ancor prima della sua nascita.

D’altronde non è un caso se Federico Caffè, purtroppo inascoltato, già parlava così dell’adesione dell’Italia allo SME «In fondo, sarebbe molto più originale se, in luogo delle loro sollecitazioni melense, le autorità comunitarie proponessero all’Italia un’articolata 'soluzione finale': che i terremotati, che i giovani disoccupati, che le imprese in crisi, oggetto di trasferimenti (che andrebbero definiti di sopravvivenza, anziché assistenziali) siano lasciati al loro destino, indipendentemente da ogni considerazione politica e sociale».

FONTI
¹ http://www.costituzionale.unige.it/lara.trucco/Lettera.pdf
² https://emmaclancy.files.wordpress.com/2020/02/discipline-and-punish-eu-stability-and-growth-pact.pdf

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Un passo indietro di un secolo di Loretta Napoleoni Un passo indietro di un secolo

Un passo indietro di un secolo

“Cercare l’impatto, non la mera sopravvivenza”: lettere da Gaza di Michelangelo Severgnini “Cercare l’impatto, non la mera sopravvivenza”: lettere da Gaza

“Cercare l’impatto, non la mera sopravvivenza”: lettere da Gaza

L'Ue cala il jolly delle "armi chimiche" di Francesco Santoianni L'Ue cala il jolly delle "armi chimiche"

L'Ue cala il jolly delle "armi chimiche"

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump di Francesco Erspamer  Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Cara Giorgia, ma quale dialogo? di Paolo Desogus Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione di Giuseppe Giannini La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Una tassa giusta per i miliardari di Michele Blanco Una tassa giusta per i miliardari

Una tassa giusta per i miliardari

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Il romanzo anticinese di Fubini di Fabrizio Verde Il romanzo anticinese di Fubini

Il romanzo anticinese di Fubini

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti