Le fake news Usa smascherate alle Nazioni Unite

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di Sergio Cararo - Contropiano

 

Gli appelli alla cautela e i danni provocati stanno diventando sempre più numerosi. Mentre gli Usa ripetono ossessivamente la loro versione di un’imminente invasione russa dell’Ucraina, affermando addirittura che i segnali sono cresciuti negli ultimi giorni, su questa superfake di guerra – o meglio di guerra ibrida – non ci sono solo le smentite di Mosca ma anche le suppliche del presidente dell’Ucraina Zelenski, tese a evitare di suscitare “panico” per la presenza di forze armate russe al confine.

Ma all’appello del presidente ucraino si vanno ormai aggiungendo anche ministri e diplomatici di Kiev.

In un’intervista con Vice World News, andata in onda sabato, il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba ha detto che, mentre Mosca non ha ancora ordinato un’invasione del suo vicino, l’Ucraina sta “già soffrendo economicamente e diventando più debole a causa del panico diffuso nella società”.

La settimana scorsa, Kuleba aveva anche affermato che le truppe russe di stanza vicino al confine erano attualmente “insufficienti per un’offensiva su larga scala contro l’Ucraina lungo tutto il confine ucraino“, evidenziando che mancavano alcuni “importanti indicatori e sistemi militari per condurre un’offensiva su larga scala“.

The Guardian rileva che anche l’ambasciatore ucraino negli Stati Uniti, Oksana Markarova, domenica ha cercato di rassicurare gli americani, dicendo alla televisione CBS che l’Ucraina era “grata agli Stati Uniti, ma che dopo otto anni di convivenza con una costante minaccia dalla Russia, “non possiamo permetterci di farci prendere dal panico ”.

Parlando alla CBS, il sottosegretario di Stato USA Victoria Nuland (ex ambasciatrice in Ucraina con enormi responsabilità sulle tragedie degli ultimi sette anni in quel paese, ndr) ha spiegato che Washington stava lavorando su una serie di misure che sarebbero state imposte se la Russia avesse invaso l’Ucraina, ma che non avrebbero fatto sapere in anticipo al Cremlino quali fossero.

Per quanto riguarda questo pacchetto di sanzioni … la deterrenza è migliore quando c’è un po’ di ambiguità strategica intorno a ciò che faremo esattamente”, ha spiegato Nuland. “Quindi, abbiamo detto misure finanziarie, abbiamo detto controlli sulle esportazioni, abbiamo detto nuove sanzioni sulle élite russe. Ma se le mettiamo sul tavolo ora, allora la Russia sarà in grado di iniziare a mitigarle, e questo non ha alcun senso per noi“.

 

Una turbolenta riunione del Consiglio di Sicurezza

 

Ieri si è riunito il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite mettendo a tema proprio la situazione in Ucraina.

Il Washington Post resoconta che nella riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’ambasciatore russo Vasily Nebenzya ha detto che gli stessi Stati Uniti stavano “provocando un’escalation” della situazione accusando falsamente Mosca di prepararsi a invadere l’Ucraina.

State aspettando che accada, come se voleste che le vostre parole diventino realtà“, ha detto Nebenzya replicando all’ambasciatore statunitense Linda Thomas-Greenfield.

Il confronto è stato uno dei più acuti degli ultimi anni in questa sede. I commenti di Nebenzya hanno risposto alle accuse della Thomas-Greenfield secondo cui la Russia stava “tentando, senza alcuna base fattuale, di dipingere l’Ucraina e i paesi occidentali come aggressori per fabbricare un pretesto per l’attacco di più di 100.000 truppe pesantemente armate che ha ammassato sul confine dell’Ucraina”.

La Russia ha denunciato gli Stati Uniti per aver “fomentato l’isteria” sull’Ucraina, dicendo che aveva portato “nazisti puri” al potere sul confine della Russia e voleva fare “eroi di quei popoli che hanno combattuto dalla parte di Hitler“.

Con il sostegno della Cina, la Russia ha chiesto una votazione all’inizio della riunione convocata dagli Stati Uniti per decidere se tenere la sessione a porte chiuse. Invocando la continuazione degli sforzi diplomatici per risolvere la crisi, l’ambasciatore cinese Zhang Jun ha detto che “ciò di cui abbiamo urgente bisogno ora è una diplomazia tranquilla, ma non la diplomazia del microfono“.

La maggioranza del consiglio dei 15 membri ha votato però per procedere con la sessione pubblica.

Ma proprio oggi la Russia assume la presidenza a rotazione del Consiglio di Sicurezza per il mese di febbraio. Da calendario il Consiglio di Sicurezza deve già discutere dell’Ucraina il prossimo 17 febbraio. Si tratta di una riunione regolarmente programmata sugli accordi di Minsk, che sono stati approvati dal Consiglio nel 2015 e progettati per porre fine alla guerra nelle repubbliche indipendentiste del Donbass.

Anche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è destinata a tenere una discussione annuale sulla “situazione nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina” il 23 febbraio.

Alla vigilia del Consiglio di Sicurezza gli Stati Uniti si erano detti pronti a respingere qualsiasi “disinformazione” avanzata da Mosca. Ma proprio sul tema della disinformazione forse l’amministrazione Biden dovrebbe rammentare che molti nel mondo hanno ancora ben chiare in mente le immagini del Segretario di Stato Powell, quello che in sede Onu agita una provetta finta come prova delle armi di distruzioni di massa in Iraq.

Armi mai trovate ma che sono servite come pretesto per  l’invasione Usa di quel paese. E quella è avvenuta veramente.

 

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