L'ambientalismo del "Fate presto"
di Giulio Di Donato
Si può essere ambientalisti, io credo, senza per forza sposare un riduzionismo elitario e apocalittico all’insegna del “Fate presto!”: la storia più recente ci rende avvertiti circa il segno regressivo di tale logica, non solo perché essa deprime la vitalità democratica e alimenta false polarizzazioni, ma anche perché, di austerità in decrescita, può essere facilmente curvata a vantaggio degli interessi di pochi privilegiati e declinata in termini di impoverimento generalizzato.
Sullo sfondo il tentativo della macchina occidentale in crisi di strumentalizzare, ancora adesso, la questione green per rilanciare e rilegittimare se stessa sia sul fronte produzione-consumo che sul fronte ideologico e di lotta geopolitica.
Senza infine dimenticare l’emergenzialismo come sottosuolo spirituale del nostro tempo circondato da un misto di chiusura asfittica di orizzonti, di senso di fine imminente e di “edonia depressa”.