La CSI nell'ordine globale multipolare

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La CSI nell'ordine globale multipolare

La dissoluzione dell'URSS nel 1991 non solo ha posto fine alla Guerra Fredda, ma ha anche portato cambiamenti significativi nelle dinamiche geopolitiche dell'Europa orientale e dell'Asia centrale. La fine dell’Unione Sovietica diede origine alla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) come nuova entità politica nella regione. 

La CSI fu fondata dai leader delle ex repubbliche sovietiche per mantenere legami economici e politici tra loro e per coordinare la loro transizione verso Stati indipendenti. Mentre la CSI era inizialmente concepita come una libera associazione di Stati indipendenti, da allora si è evoluta in un organismo più organizzato con un'agenda comune di sicurezza ed economia.

La Comunità degli Stati Indipendenti svolge un ruolo chiave nel plasmare il panorama politico dell'Asia centrale. Mentre i paesi della regione affrontano varie sfide e opportunità, il ruolo della CSI nella mediazione dei conflitti, nella promozione della cooperazione economica e nel rafforzamento della sicurezza regionale diventa sempre più importante.

Il Vertice di Mosca

Una centralità che emerge chiaramente dalla riunione ristretta di Putin con i capi di Stato della CSI in vista del vertice di Mosca. Il leader russo ha sottolineato che l'interazione all'interno della CSI è una delle priorità della politica estera russa. "Per noi, i paesi della Comunità sono i nostri vicini più stretti, amici, partner strategici e siamo naturalmente impegnati a rafforzare la nostra cooperazione in ogni modo possibile".

Secondo il presidente, durante il vertice si presterà molta attenzione alle questioni economiche. Putin ritiene che ci siano tutte le opportunità per lanciare grandi progetti nell’industria, nell’agricoltura e nelle infrastrutture finanziarie. Inoltre, il vertice discuterà come aumentare l'efficacia della cooperazione all'interno della CSI.

Nella riunione si prevede di discutere un appello ai popoli dei paesi della CSI e alla comunità mondiale in connessione con la celebrazione dell'80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica nel 2025. Inoltre, il Presidente del Consiglio dell'Assemblea interparlamentare degli Stati membri della CSI, Valentina Matvienko, interverrà sul tema della cooperazione interparlamentare.

Nel suo discorso all'incontro ristretto, Putin ha sottolineato il miglioramento degli indicatori macroeconomici dei paesi della CSI e la crescita degli scambi commerciali e di investimenti reciproci. Secondo il leader russo, nella prima metà del 2024, il PIL totale dei paesi della CSI è aumentato del 4,7%, gli investimenti in immobilizzazioni sono aumentati dell’11,2%, la produzione industriale - del 4,3%, il trasporto merci - del 4,9%, il fatturato del commercio al dettaglio – dell'8,9%. Putin ha osservato che attraverso sforzi comuni si stanno creando strutture finanziarie indipendenti e si sta espandendo l’uso delle valute nazionali. Ora la quota delle valute nazionali nelle transazioni commerciali tra i paesi della CSI supera l'85%. Putin ritiene inoltre che i processi di sostituzione delle importazioni procedano rapidamente. Putin ne rileva l’importanza in “difficili condizioni economiche esterne, di politica estera e in generale di condizioni esterne e di pressione senza precedenti da parte di un certo numero di paesi”, principalmente sull’economia.

Putin ha parlato anche della lotta al terrorismo e all'estremismo: in questo ambito è stata avviata una cooperazione tra le agenzie di sicurezza dei Paesi della CSI. In agosto e settembre, l'Uzbekistan ha ospitato l'esercitazione Vostok-Antiterror 2024. Anche la cooperazione umanitaria si sta approfondendo. Ogni anno la Comunità sceglie una capitale culturale. Adesso è il turno di Samarcanda, nel 2025 sarà l'azera Lachin, nel 2026 l'armena Meghri, nel 2027 la bielorussa Molodechno. Putin ha anche suggerito di organizzare un forum per i volontari dei Paesi della CSI. Nel 2023 a Bishkek è stato firmato un trattato sull'istituzione di un'organizzazione internazionale per la lingua russa - iniziativa proposta dal presidente kazako Kasym-Jomart Tokayev - ha ricordato Putin. Il trattato è stato ratificato da Russia, Kirghizistan, Bielorussia e Tagikistan. “Spero che gli altri nostri amici, i Paesi partecipanti, completino le procedure interne per l'entrata in vigore del trattato”.

“Tutti i nostri Paesi comprendono l'importanza di preservare la memoria della nostra storia comune e di impedirne la falsificazione. I giovani dovrebbero certamente conoscere le conquiste dei nostri popoli durante il lungo periodo di vita in uno Stato comune, le imprese dei nostri padri e nonni, soprattutto durante la Grande Guerra Patriottica”, ha evidenziato Putin. Secondo il presidente russo, il prossimo anno tutti i Paesi della CSI celebreranno l'80° anniversario della vittoria e in tutti i Paesi della CSI sarà l'“Anno della pace e dell'unità nella lotta contro il nazismo”. Ha quindi proposto di istituire il titolo onorifico della CSI “Città della gloria del lavoro. 1941-1945” e di assegnarlo alle città i cui abitanti hanno dato un contributo speciale alla vittoria.

Il coordinamento dei Paesi della CSI in materia di politica estera è di grande importanza, ha dichiarato Putin. A questo contribuiscono le riunioni regolari dei ministri degli Esteri. Putin ha invitato i leader della CSI a partecipare al vertice BRICS che si terrà a Kazan il 22-24 ottobre.

Quest’anno la Russia presiede la CSI. Tra i principali obiettivi della presidenza russa vi sono il rafforzamento della CSI e “della sua autorità e influenza internazionale”, il potenziamento del ruolo della CSI come piattaforma rappresentativa per il coordinamento delle attività di politica estera degli Stati membri, l'approfondimento dell'integrazione economica multilaterale, il miglioramento dei meccanismi per contrastare congiuntamente le sfide tradizionali e nuove e le minacce alla sicurezza, l'espansione della cooperazione culturale e umanitaria, ecc. Il Consiglio dei Capi di Stato è l'organo supremo della CSI. La precedente riunione si è tenuta nell'ottobre 2023 a Bishkek.

Unione Sovietica 2.0?

La Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) è stata spesso percepita dagli osservatori critici come un tentativo di ricreare l’influenza dell’URSS, tanto che alcuni l'hanno definita provocatoriamente una "Unione Sovietica 2.0". Tuttavia, questa definizione si basa su una lettura superficiale e ideologicamente orientata. A differenza dell'URSS, la CSI non ha nulla a che vedere con il socialismo. Al contrario, il progetto della CSI è centrato sul rafforzamento della cooperazione tra Stati indipendenti in un’ottica di coordinamento economico e politico, valorizzando al contempo la memoria storica condivisa e la sicurezza collettiva.

Sebbene l'idea di una "Unione Sovietica 2.0" possa evocare immagini di un blocco politico monolitico guidato dalla Russia, la realtà della CSI è molto diversa. La Comunità rappresenta piuttosto un tentativo di preservare e potenziare i legami storici e culturali che uniscono i suoi membri, pur rispettando la sovranità di ciascun Paese. Questo progetto non ha finalità ideologiche, ma mira a promuovere uno sviluppo economico congiunto, la stabilità politica e un coordinamento strategico.

Durante il recente vertice di Mosca, Vladimir Putin ha sottolineato come l'interazione all'interno della CSI sia una delle priorità della politica estera russa, ma non nell'ottica di restaurare un sistema socialista. Invece, l'obiettivo è di valorizzare la memoria storica condivisa, come quella della lotta vittoriosa contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale, e di garantire che le nuove generazioni ricordino le conquiste comuni senza falsificazioni o distorsioni storiche. A questo proposito, il richiamo alla "Grande Guerra Patriottica" non è un atto di nostalgia, ma un tentativo di consolidare un'identità regionale comune, che rafforzi i legami tra i Paesi della CSI al di là delle ideologie.

Il focus principale della CSI è lo sviluppo economico congiunto e la creazione di una piattaforma che possa sostenere l'autonomia finanziaria e commerciale dei Paesi membri. In quest’ottica, uno dei risultati più rilevanti è stato il crescente utilizzo delle valute nazionali nelle transazioni commerciali intra-regionali, che ha raggiunto l'85% del totale. Questo dato non solo riduce la dipendenza dal dollaro, ma rappresenta un importante passo verso l'autosufficienza economica e la resistenza all’arma delle sanzioni occidentali.

Il progetto della CSI prevede inoltre un potenziamento delle infrastrutture regionali, con investimenti comuni nell’industria, nell’agricoltura e nelle reti di trasporto. A differenza dell'URSS, che imponeva piani economici centralizzati e regolati, la CSI promuove una cooperazione volontaria e flessibile, basata su interessi comuni e sul rispetto delle sovranità nazionali.

Un altro aspetto centrale della CSI è la cooperazione in materia di sicurezza. La lotta al terrorismo, al traffico di droga e al crimine organizzato richiede un coordinamento efficace tra i Paesi membri, soprattutto in un’area vasta e complessa come quella eurasiatica. Quindi, esercitazioni congiunte, scambio di informazioni e collaborazione tra le agenzie di sicurezza per fronteggiare minacce comuni.

L'adesione della CSI a valori condivisi, come la stabilità e la pace, si riflette anche nelle numerose iniziative umanitarie e culturali promosse dall’organizzazione. L'istituzione di un'organizzazione internazionale per la lingua russa, così come la designazione annuale di una "capitale culturale" della CSI, mirano a rafforzare i legami tra i popoli senza forzare un'omologazione culturale. Tali iniziative rappresentano un modo per costruire un'identità condivisa, basata su rispetto reciproco e collaborazione, e non su imposizioni ideologiche.

In definitiva, la CSI si configura come una piattaforma di cooperazione che rispetta la diversità politica ed economica dei suoi membri. La crescita della CSI è un riflesso delle necessità moderne di interconnessione economica e di stabilità regionale in un mondo multipolare, non una rinascita di un passato ormai alle spalle.

Piuttosto che un ritorno al passato, la CSI incarna un modello di alleanza regionale che cerca di valorizzare la memoria storica senza rinunciare alla sovranità nazionale e alla flessibilità nelle scelte politiche. Mentre alcuni critici vedono in questo progetto un'ombra della vecchia Unione Sovietica, la realtà è che la CSI rappresenta una risposta pragmatica e moderna alle sfide del nuovo secolo, basata su cooperazione, rispetto reciproco e stabilità regionale.

La Comunità degli Stati Indipendenti nel nuovo mondo multipolare

Nel nuovo mondo multipolare nuovi attori regionali e globali stanno emergendo e ridefinendo i tradizionali equilibri di potere. In questo contesto, la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) gioca un ruolo fondamentale come piattaforma di integrazione regionale e strumento di influenza geopolitica per la Russia e i suoi alleati. Il contesto multipolare favorisce la creazione di nuove alleanze e blocchi regionali, ognuno con le proprie priorità e strategie. Per la Russia, la CSI rappresenta un pilastro cruciale in questa architettura multipolare, fornendo a Mosca una piattaforma per mantenere e accrescere la propria sfera di influenza sull'Eurasia.

A differenza dell'URSS, la CSI non è un'entità monolitica o ideologica, ma una comunità basata su interessi condivisi, principalmente economici, di sicurezza e culturali. In un mondo caratterizzato da una crescente competizione tra grandi potenze, la Russia cerca di consolidare il proprio ruolo di leader nella regione utilizzando la CSI per promuovere politiche economiche integrate, sicurezza regionale e cooperazione diplomatica.

Con una NATO sempre più aggressiva alle sue porte la ha intensificato i suoi sforzi per rafforzare la CSI come contrappeso all'influenza occidentale nell'area post-sovietica. La CSI, insieme ad altre organizzazioni come l'Unione Economica Eurasiatica (UEE) e l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), è diventata uno strumento chiave per contrastare quella che per Mosca costituisce un'ingerenza occidentale nel suo "estero vicino".

L'incremento dell'uso delle valute nazionali negli scambi commerciali tra i Paesi membri della CSI, l'implementazione di progetti infrastrutturali comuni e la crescente cooperazione militare evidenziano il desiderio della Russia di creare un ecosistema indipendente dalle influenze occidentali. Questi sviluppi dimostrano la volontà della Russia di stabilire una sfera di influenza stabile e duratura che non solo preservi i suoi interessi strategici, ma che permetta anche ai Paesi membri di affrancarsi dall'egemonia economica e finanziaria dell'Occidente.

In questo nuovo mondo multipolare, la CSI si trova a interagire con altre potenze emergenti come la Cina e l'India, oltre che con organizzazioni internazionali come i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) e la Shanghai Cooperation Organization (SCO). L'integrazione tra questi diversi blocchi e Paesi sta ridisegnando le alleanze regionali, con la CSI che cerca di posizionarsi come uno dei nodi di collegamento tra l'Europa e l'Asia.

Ma la CSI, come abbiamo visto, non è solo uno strumento di geopolitica, ma anche un laboratorio di costruzione identitaria. Attraverso iniziative culturali e storiche, come la celebrazione congiunta dell'anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica o la promozione della lingua russa, la Russia cerca di rafforzare i legami culturali e storici con le ex repubbliche sovietiche. La creazione di un'identità condivisa, basata su una memoria storica comune e su valori culturali simili, serve a contrastare l'influenza di altre potenze culturali, come quella occidentale o islamica, che potrebbero mettere in discussione la coesione interna della CSI.

Dunque, in un contesto globale in rapida evoluzione, la CSI rappresenta un esempio emblematico di come le dinamiche regionali possano contribuire a plasmare l'ordine mondiale. Se negli anni ’90 la CSI sembrava destinata a essere un residuo del passato sovietico, oggi è emersa come una piattaforma cruciale per la proiezione di potere della Russia e per la gestione delle relazioni tra le ex repubbliche sovietiche. Il suo ruolo nel nuovo mondo multipolare dipenderà dalla capacità di mantenere una coesione interna, di resistere alle influenze esterne e di adattarsi alle nuove dinamiche globali.

In questo quadro, la CSI si configura non solo come uno strumento di conservazione dell'influenza russa, ma anche come un potenziale attore chiave nell’architettura multipolare globale. Un elemento stabilizzante dell’Heartland, che secondo la teoria sviluppata da Mackinder rappresenta il cuore pulsante di tutte le civiltà di terra.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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