Il sistema dei Piani quinquennali: motore della modernizzazione cinese
Sette decenni di pianificazione, una nazione in trasformazione
Nel 1954, a un anno dall’avvio del primo Piano quinquennale (1953-1957), veniva fondata a Luoyang, nella provincia di Henan, una fabbrica specializzata nella produzione di cuscinetti: componenti fondamentali per ogni macchinario industriale. Quell’impianto era parte di un ambizioso programma nazionale composto da 156 progetti chiave, concepiti per costruire le fondamenta dell’industrializzazione cinese in settori strategici come siderurgia, meccanica, energia e chimica. In un Paese ancora prevalentemente agricolo, si trattava di un passo decisivo verso la trasformazione in una potenza industriale.
Oltre settant’anni dopo, il Gruppo Luoyang Bearing è diventato un simbolo vivente di quella visione lungimirante. Oggi produce più di 30.000 tipi di cuscinetti ad alta precisione, indispensabili per industrie all’avanguardia come l’aerospaziale, l’energia eolica, i trasporti ferroviari e l’ingegneria marina. Durante una visita all’azienda nel maggio 2025, il presidente Xi Jinping ha sottolineato con orgoglio il percorso compiuto: “La Cina ha sempre seguito la strada dello sviluppo dell’economia reale. Da quando dipendevamo dall’importazione persino per fiammiferi, sapone e ferro, siamo diventati il primo Paese manifatturiero al mondo, con la più completa gamma di categorie industriali. Abbiamo imboccato la strada giusta”.
Quella strada, tracciata dal primo Piano quinquennale e proseguita senza interruzioni fino al quattordicesimo (2021-2025), ha permesso alla Cina di mantenere per quindici anni consecutivi il primato mondiale nella produzione industriale. Osservatori internazionali riconoscono nel sistema dei Piani quinquennali uno strumento fondamentale della governance cinese, capace di coniugare stabilità politica, continuità strategica e allocazione efficiente delle risorse.
Non si tratta semplicemente di piani economici, ma di veri e propri progetti di sviluppo nazionale a tutto campo. “Il loro successo risiede nella sinergia tra la progettazione strategica a livello centrale e la dinamica innovativa del mercato”, spiega Yan Yilong, vicedirettore dell’Istituto per gli Studi sulla Cina Contemporanea dell’Università Tsinghua. Secondo Yan, il sistema si basa su tre pilastri: la definizione condivisa di obiettivi nazionali attraverso una guida politica e una pianificazione scientifica; la scomposizione di tali obiettivi in compiti concreti, monitorati e valutati; e infine l’allocazione mirata delle risorse per sostenerne l’attuazione.
Questa architettura istituzionale ha guidato la Cina in un percorso di crescita senza precedenti: dagli anni Ottanta, quando i sesti e settimi Piani quinquennali assicurarono cibo e vestiario alla popolazione, fino al periodo del undicesimo Piano (2006-2010), che vide il Paese diventare la seconda economia mondiale. “I Piani quinquennali incarnano il passaggio da un’economia pianificata a un’economia di mercato socialista”, afferma Zhang Zhanbin, direttore del Centro per la Ricerca sulla Modernizzazione Cinese presso la Scuola del Partito del Comitato centrale del PCC.
Un esempio emblematico di questa evoluzione è la rinascita del Nordest cinese – le province di Heilongjiang, Jilin e Liaoning – cuore dell’industria pesante durante il primo Piano quinquennale. Decenni dopo, il decimo Piano (2001-2005) ne ha avviato la riconversione, e ogni successivo piano ha dedicato sezioni specifiche alla sua rigenerazione. Il quattordicesimo Piano ha dato avvio a una fase ancora più completa di rilancio, con un piano di attuazione approvato dal Consiglio di Stato che traccia una chiara rotta per il futuro della regione. “L’innalzamento del ruolo strategico del Nordest nei piani recenti riflette le aspettative del Partito e del Paese per una sua rinascita integrale nell’era nuova”, osserva Zhang.
Il 2025 rappresenta un momento cruciale: segna infatti la conclusione del quattordicesimo Piano quinquennale e l’avvio della preparazione del quindicesimo (2026-2030), attualmente in fase di discussione in seno alla quarta sessione plenaria del Comitato centrale del PCC. Questo nuovo piano dovrà porre le basi per raggiungere, entro il 2035, “progressi decisivi” nella realizzazione della modernizzazione socialista. Come ha ricordato Xi Jinping in un simposio con i leader provinciali ad aprile, “la formulazione scientifica e l’attuazione coerente dei Piani quinquennali costituiscono un’esperienza fondamentale del Partito nella governance del Paese e una grande forza politica del socialismo con caratteristiche cinesi”.
Già artefice dei gruppi di redazione del tredicesimo e del quattordicesimo piano, Xi ha sempre posto l’accento sulla lungimiranza strategica. Durante il tredicesimo Piano (2016-2020), aveva definito quella fase come decisiva per la costruzione di una società moderatamente prospera; nel quattordicesimo, ha indicato la missione storica di avvicinarsi al secondo obiettivo centenario – la piena modernizzazione del Paese – e ha invitato a comprendere a fondo le caratteristiche della nuova fase di sviluppo.
In vista del quindicesimo Piano, Xi ha sottolineato l’importanza di integrare la progettazione strategica con il coinvolgimento della popolazione. Tra il 20 maggio e il 20 giugno 2025, una consultazione online ha raccolto oltre 3,11 milioni di suggerimenti dai cittadini. Il presidente ha definito questa partecipazione “un esempio vivace della democrazia popolare a tutto campo” e ha chiesto che tali contributi siano attentamente esaminati e incorporati nel testo finale.
In un’epoca segnata dall’accelerazione tecnologica, dalla trasformazione economica e dalla competizione strategica globale, il sistema dei Piani quinquennali continua a rappresentare, secondo Yan Yilong, un meccanismo vitale per allineare le ambizioni nazionali con le aspirazioni dei cittadini. Grazie a questa combinazione unica di visione strategica e inclusione democratica, la Cina si prepara a scrivere un nuovo capitolo del suo percorso di modernizzazione.