Il "fronte giapponese" della guerra a Russia e Cina

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Se non bastasse il fronte russo con la questione Ucriana-Donbass e le susseguenti sanzioni, c'è un altro scenario dove Washington affila le armi.

Ormai, non si può più definire una guerra fredda. Un conflitto è già in atto. Parlando di potenze nucleari, chiaro che non c'è da stare molto tranquilli. Gli Stati Uniti d'America seguono il loro disegno guerrafondaio in piena continuità come hanno dimostrato le varie amministrazioni che si sono avvicendate negli ultimi 30 anni. Come nella loro tradizione cercheranno il pretesto per provocare nuove guerre.

Così, giusto per scaldare gli animi, le autorità statunitensi hanno sottolineato di essere disponibili a proteggere il Giappone  anche con armi nucleari  nel quadro del Trattato di cooperazione e sicurezza reciproca firmato dai due paesi nel 1960, secondo una dichiarazione della Casa Bianca pubblicata ieri, a seguito del recente colloqui del presidente degli Stati Uniti Joe Biden con il primo ministro giapponese Yoshihide Suga.

"Insieme ci impegniamo a dimostrare che le nazioni libere e democratiche, lavorando insieme, sono in grado di affrontare le minacce globali del COVID-19 e dei cambiamenti climatici, resistendo alle sfide di un ordine internazionale libero e aperto basato su regole", si legge nel testo, una vera lezione di moderna retorica guerrafondaia.

Gli Stati Uniti e il Giappone si sono impegnati a "migliorare la deterrenza e le capacità di risposta in linea con l'ambiente di sicurezza sempre più impegnativo, ad  approfondire la cooperazione in materia di difesa in tutte le aree , compresi il cyberspazio e lo spazio, e a rafforzare la deterrenza estesa".

Ritengono inoltre che alcune delle attività della Cina nella regione indo-pacifica  "siano incompatibili con l'ordine internazionale basato su regole"  e ne minacciano "la pace e la stabilità". Tra le attività di Pechino classificate come sfide, la dichiarazione ha menzionato azioni nel Mar Cinese Meridionale e problemi a Hong Kong, Xinjiang e Taiwan.

I leader di entrambi i paesi hanno anche ribadito il loro impegno per la completa denuclearizzazione della Corea del Nord. Loro, invece, possono fare qualsiasi cosa con le armi e soprattutto con el scorie di nucleari, quelle di Fukushima, ad esempio, che verranno gettate nell'Oceano Pacifico.

I capi di Stato hanno esortato Pyongyang a rispettare gli impegni nel quadro delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Insomma, il mondo alla rovescia.

La risposta della Cina

Nel frattempo, l'ambasciata cinese a Tokyo si è pronunciata contro le dichiarazioni della parte giapponese e ha avvertito che potrebbero peggiorare le relazioni bilaterali tra i paesi.

"Recentemente, il Giappone ha intrapreso una serie di azioni negative su questioni legate alla Cina, che  ha causato gravi danni alla fiducia politica  tra le due parti, creando ostacoli agli sforzi di sviluppo delle relazioni bilaterali", si legge nel messaggio pubblicato  nel bollettino web della missione diplomatica. "Esortiamo la parte giapponese a rispettare i principi e gli impegni pertinenti dei quattro documenti politici tra Cina e Giappone, per garantire che le relazioni tra i due paesi non diventino turbolente, stagnanti o arretrate", ha ribadito l'ambasciata.

Allo stesso modo, dal gigante asiatico hanno commentato che i colloqui e la dichiarazione congiunta dei leader di Giappone e Stati Uniti hanno presentato accuse infondate contro di loro, "hanno interferito sgarbatamente negli affari interni della Cina e hanno violato la sovranità territoriale del Paese". 

La sede diplomatica cinese ha espresso la sua forte insoddisfazione e ferma opposizione a queste dichiarazioni.

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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