I "sovranisti" e la privatizzazione delle Poste

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I "sovranisti" e la privatizzazione delle Poste


di Paolo Desogus

Fatemi capire, che senso ha privatizzare Poste italiane? Perché il governo dei "sovranisti" vuole cedere ai privati le quotazioni di maggioranza di un'azienda strategica dello stato?

Da quello che mi risulta le Poste italiane generano utili dai servizi bancari che questa azienda svolge senza i vincoli che hanno normalmente le banche tradizionali. Non fanno utili con le cartoline o le raccomandate. Si deve dunque supporre che gli azionisti desiderosi di acquisire questa azienda dello stato (già in parte privatizzata da Renzi) vogliano speculare sulla gestione dei risparmi. Ma questo, mi chiedo nella mia ingenuità, non rischia forse di spingere le Poste italiane e a rinunciare sempre più a fare le poste e a trasformarsi in una banca che non è una banca?

Per carità, io sono di parte, non capisco le privatizzazioni. Non capisco la necessità stessa dell'economia sganciata dal potere politico, se non per ragioni fondate sull'interesse dei pochi sui molti. Faccio molti sforzi, ma non riesco a capire nemmeno il motivo per cui la Fiat sia privata e non sia stata statalizzata d'imperio il 25 aprile 1945. Fatico dunque enormemente a capire la cessione di un'azienda come le Poste, essenziale per la vita civile e persino per l'unità del paese.

Ma forse l’obiettivo è proprio quello di arrivare a un paese incivile e diviso.

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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