"DIARIO DI TURCHIA": COMPAGNO ERDOGAN?

"DIARIO DI TURCHIA": COMPAGNO ERDOGAN?

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Prosegue su l'AntiDiplomatico la pubblicazione del diario di viaggio nella Turchia più profonda di Michelangelo Severgnini. 5 puntate grazie alle quale potrete scoprire in profondità un paese di cui parlano (a sproposito) in molti...

 
PRIMA PUNTATA: "DOVE ERDOGAN NON ARRIVA"

SECONDA PUNTATA: LE CITTA' FANTASMA

TERZA PUNTATA: MEVLANA E L'ISLAM : SIAMO STATI TUTTI VITTIME DELLA PSYOP AMERICANA


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 COMPAGNO ERDOGAN - 10 agosto


di Michelangelo Severgnini

A causa del terremoto che lo scorso febbraio ha devastato il sud-est della Turchia uccidendo oltre 50mila persone, ci sarà una perdita quest'anno del 4% del PIL.

Nonostante ciò, anche quest'anno il segno dell'economia turca sarà positivo, dopo l'incredibile +11% del 2021 e il +5% del 2022.

Dall'inizio della guerra in Ucraina poi, l'economia turca può contare su un'altra solida fonte di guadagno: la triangolazione.

La merce che prima andava dalla Russia all'Italia e dall'Italia alla Russia, per esempio, continua a viaggiare avanti e indietro con la sola differenza che nel frattempo un turco si è arricchito: quello che si è prestato a fare da sponda.

In occasione delle ultime elezioni dello scorso maggio, molti, in Europa e in Turchia, avevano ipotizzato la fine di Erdo?an, ma, concretamente, a parte il sinistro slogan "+ Europa", lo sfidante Kilicdaroglu non aveva in mano nulla.

Ed è per questo che alla fine, seppur con stanchezza, la maggioranza dei Turchi ha riconfermato Erdogan. 

Stanchezza perché questo non è più un Paese, è un'emanazione.

Perché Erdogan non ha esaudito i sogni dei Turchi, ha imposto di sognare i sogni suoi.

E questo, alla lunga, stanca.

Nelle ultime settimane Erdogan ha sbandato imprevedibilmente a favore dell'Unione Europea.

Tranquilli, non si è rincitrullito, non si è bidenizzato, non ha deciso di tradire l'amico Putin.

Erdogan non ha ideologie, non è a favore dell'UE o dei BRICS.

L'unica ideologia che ha sono i soldi, per la Turchia e per sé.

E di questi tempi l'UE è un boccone appetitoso, per le ragioni sopra esposte.

Ma da qui a un ingresso nell'unione ce ne passa.

Me lo ha detto il signore credente a fianco al quale sono ritratto in queste foto: "non farà l'errore di entrare nell'UE".





Io gli ho risposto: "se volete prendere il posto dell'Italia, ve lo cedo volentieri".

Mi ha guardato strano. Allora ho rincarato: "80 milioni di cittadini turchi nell'UE adesso la farebbero saltare per aria, alla fine non sarebbe una cattiva idea". E da lì ci siamo sintonizzati.

Poi ha chiuso: "io sono vecchio, spero di andarmene prima che qui venga giù tutto, un mondo così mal messo non l'ho mai visto”.

Alla fermata della metropolitana a Taksim c'è un'uscita chiamata Gezipark?. Dalle scale mobili già si vedono le chiome degli alberi.

Se nel 2013 in centinaia di migliaia non avessimo difeso questo parco con i denti e con le unghie, ora non ci sarebbero più né parco né alberi.

E l'uscita dalla metropolitana (costruita successivamente) oggi avrebbe un altro nome.

Quando torno da queste parti, mi piace pensare di aver fatto anch'io un piccolo pezzo della storia di questo Paese.

Una di queste sere la nostalgia mi ha spinto fino all'Hazzopulo Pasaj, a due passi da Galatasaray, nel quartiere Beyoglu, vicino a Takism. Lì dentro, in fondo, ci sta Mustafa Amca, un "çayhane" come si dice qui, un locale con tavolini e sedie basse dove si ordinano té a ruota e si parla per ore e ore.

Nei tempi d'oro era il nostro quartier generale. Lì abbiamo organizzato film, concerti, manifestazioni.

Guardatelo ora. Sono solo... con una triste coppia alle mie spalle.

Il quartiere simbolo di Istanbul e un tempo epicentro della resistenza a Erdo?an oggi è un bazar a cielo aperto per frotte di turisti del Golfo, con le loro donne nascoste dietro a palandrane nere in estasi davanti ai negozi in saldi.

L'Arabia Saudita sta per entrare nei BRICS, mi dicono. E allora quasi quasi mi metto anch'io un velo davanti agli occhi e faccio finta che il compagno Erdogan stia facendo questo in chiave anti-imperialista.

Ho dovuto prendere un traghetto, attraversare il Bosforo, recarmi a Kadiköy, lì c'è ancora un'aria diversa, dove per anni si è coltivato il culto per la sconfitta e l'irrilevanza.

Però il centro culturale "Nazim Hikmet" è stracolmo, l'alcohol scorre a fiumi (a costi sempre più proibitivi) e perlomeno, se non è una grande soddisfazione, però aiuta a dimenticare.



Per chi è rimasto.

Tutti gli altri se ne sono già andati. In America, in Europa. Oppure a crescere la prossima generazione sulla sterminata (e affascinante) costa egea…

 

Ascolta e scarica l'album di Michelangelo Severgnini: Quando le mule partoriranno", registrato a Istanbul. Gi incassi saranno devoluti per le vittime del terremoto del 5 febbraio 2023.

https://michelangelosevergnini.bandcamp.com/album/quando-le-mule-partoriranno-kat-rlar-do-urunca

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Ora dalle sponde siciliane anima il progetto "Exodus" in contatto con centinaia di persone in Libia. Di prossima uscita il film "L'Urlo"

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