Da Novax a Filo-putiniani: La manipolazione mediatico-verbale
di Emanuele Quarta
Oggi il termine “NoVax” – usato come insulto discriminante e discriminatorio – è stato sostituito da filo-putiniano.
Esattamente come il termine novax, filo-putiniano è espressione dell’egemonia culturale di una classe dominante ormai in declino, usato come clava contro i dissidenti. Le mandrie di pecore, a loro volta, brandiscono il supposto insulto nella convinzione di porsi dal lato della ragione, dei giusti, etichettando tutti quelli che non subiscono l’artificiale polarizzazione mediatica nell’analisi di una situazione complessa che non può e non potrà mai essere spiegata con la logica del “pro-contro”.
Come sempre, Gramsci aveva ragione. La classe dominante esercita il suo potere con l’egemonia culturale, conformando e plasmando la cultura, la mentalità ed il pensiero sociale in funzione del suo stesso potere.
Quando questo potere comincia a sgretolarsi, perché la sovrastruttura non regge più, allora la classe dominante – che in precedenza agiva anche portando in qualche modo benefici alle classi sfruttate – diventa aggressiva esercitando un dominio politico attraverso il dominio culturale.
E allora via con le manifestazioni contro Putin, contro la guerra; manifestazioni durante le quali la parola d’ordine è quella di inviare armi in Ucraina per difendere la pace: un ossimoro tutto tipico del nostro tempo. Parole di guerra imbellettate con i colori del pacifismo belligerante.
Queste manifestazioni sono concesse perché in quelle piazze risuonano gli slogan della classe dominante, la quale, attraverso queste, riesce ad impossessarsi e delle nostre menti per auto-conferirsi la legittimità popolare delle sue criminali scelte.
A queste parole d’ordine vengono affiancate la propaganda di guerra e la censura, affinché il sistema di specchi non vengano sgretolato dalla controinformazione, assicurando in tal modo la solidità del sistema di potere.
Infine le etichette, come visto sopra, per intimorire chi resiste, farlo incartare nei ragionamenti – costringendo gli etichettati a difendersi dall’accusa con una spirale espositiva verso il basso che si traduce nell’impossibilità di spiegare situazioni complesse in poco tempo e in semplici parole- e infine schiacciarli.
Quindi, si! Sono filo-putiniano, perché per la prima volta dopo 30 anni, il sistema di potere che affama il mio popolo con la complicità dei collaborazionisti (del padrone americano) e dei padroni italiani (pedine di padroni quasi eterei), è sull’orlo della catastrofe per merito del popolo Russo che, ancora una volta, guida l’offensiva contro l’Imperialismo ed i suoi bracci politici ed armati: Nato, UE e Nazisti.
Per cui, non chiedetevi se e perché io sono filo-putiniano. Piuttosto domandatevi perché voi non siete ancora arrivati a comprendere che non si tifa mai per i propri padroni.