CELAC–UE: un vertice tra cooperazione strategica e tensioni geopolitiche
Il IV vertice CELAC–UE si apre a Santa Marta con l’obiettivo dichiarato di trasformare il dialogo politico in risultati concreti. La Colombia, paese anfitrione, punta a consolidare una voce latinoamericana e caraibica unificata capace di incidere sulle trasformazioni globali, privilegiando una cooperazione equilibrata con l’Unione Europea su transizione energetica, autosufficienza sanitaria, integrazione commerciale e innovazione digitale. Il contesto, però, è tutt’altro che disteso: il massiccio dispiegamento militare degli Stati Uniti nel Mar dei Caraibi — il più grande degli ultimi trent’anni — grava sull’agenda dei leader. Presidenti come Lula da Silva e Gustavo Petro, hanno denunciato l’escalation come una minaccia alla pace regionale.
L’interesse di Washington nel “combattere il narcotraffico” coincide infatti curiosamente con un aumento di navi e aerei da guerra nelle acque vicine al Venezuela, alimentando timori su possibili pressioni o interventi. Le tensioni hanno già creato frizioni con l’Europa: secondo fonti diplomatiche, Ursula von der Leyen e il ministro tedesco Friedrich Merz avrebbero declinato l’invito per evitare contrasti diretti con l’amministrazione Trump.
Bruxelles sarà dunque rappresentata da Kaja Kallas. Nonostante ciò, i promotori assicurano che il vertice proseguirà con un’agenda ambiziosa: transizione energetica e digitale, finanziamento climatico, cooperazione scientifica, agroecologia, biotecnologie e riduzione della dipendenza farmaceutica. Il vertice punterà inoltre a definire una roadmap biennale per rafforzare il multilateralismo e la sostenibilità, con oltre 60 delegazioni attese.
Per la CELAC, si tratta di un appuntamento cruciale per riaffermare l’integrazione regionale e proporre un mondo multipolare fondato sulla pace, la decarbonizzazione e una democrazia globale realmente condivisa.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati

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