Burevestnik: il game changer della Russia

Putin ieri ha annunciato al mondo l'introduzione di un nuovo missile da crociera a gittata illimitata perchè alimentato da un mini reattore nucleare. Un missile formidabile che cancella lo stesso concetto di gittata e di spazio, rendendo peraltro strategicamente inutile per gli USA lo spazio europeo e la stessa Nato.

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Burevestnik: il game changer della Russia

 

di Giuseppe Masala

 

Nel 2016, all'annuncio del primo test del missile ipersonico russo Zircon capace di volare a mach 5, scrissi un articolo per megachip nel quale spiegavo che eravamo di fronte ad un'arma game changer, ovvero in grado di cambiare gli equilibri soprattutto negli oceani visto che si trattava di un missile sostanzialmente progettato per la guerra in mare e capace di mettere a repentaglio la superiorità marittima degli Stati Uniti  che – come sappiamo – possono vantare una enorme flotta suddivisa in potenti gruppi d'attacco guidati da una super portaerei ma che non hanno difese contro missili che volano a velocità ipersoniche.

Quell'annuncio, a mio modo di vedere fu il primo campanello d'allarme per l'iperpotenza egemone americana: esistevano paesi in grado di infliggerle danni enormi in una guerra convenzionale, e dunque, senza avere la necessità di minacciare l'utilizzo di armi nucleari.

Aggravante ulteriore, era quella legata al fatto che lo Zircon minacciava (e minaccia) la superiorità americana nei mari che è la chiave di volta della potenza militare americana: non a caso gli studiosi di geopolitica hanno da sempre definito gli Stati Uniti come una Talassocrazia, ovvero una potenza che si fonda sul dominio commerciale e militare dei mari.

La fortuna degli Stati Uniti è stata quella che la Russia non è a sua volta una Talassocrazia, pertanto non ha mai puntato realmente su questo missile ipersonico per la guerra in mare, costruendoci “attorno” una flotta in grado di contrastare le flotte americane.

Diverso è stato il caso della Cina che in questi anni ha realizzato i suoi missili ipersonici per la guerra in mare. Si tratta dei missili ipersonici YJ-21 e lo YJ-19, capaci di colpire con alta velocità e precisione le navi nemiche. Non solo, la Cina sta sviluppando e schierando attivamente questi sistemi sulle sue navi di superficie, come i cacciatorpediniere Tipo 055. Inutile dire, che la flotta cinese sta velocemente recuperando il gap rispetto a quella americana che ormai Pechino può sfidare apertamente in tutto l'oceano Pacifico sia per quantità di navi messe in linea sia per le armi che possono impiegare, come appunto i missili ipersonici  YJ-21 e YJ-19.

Allo stesso tempo, gli USA in questo fronte strategico della ricerca militare hanno accumulato un ritardo che può essere definito disastroso. Al momento infatti non hanno alcun missile ipersonico in dotazione alle forze armate. Probabilmente il primo - lanciato da terra - sarà il Dark Eagle che secondo le indiscrezioni ha una velocità di Mach 6 e una gittata di circa 2500 km. Invece per quello lanciato da piattaforma marina bisognerà ancora attendere qualche anno.

Un ritardo, quello americano, in questo specifico settore altamente strategico della ricerca militare, che non solo mette a repentaglio l'egemonia militare di Washington anche in mare, ma che attesta come la ricerca militare statunitense non sia più all'avanguardia mondiale. Segno questo, inesorabile di declino.

Che la parabola sia quella che ho appena illustrato è stato dimostrato con il plateale annuncio fatto ieri dallo stesso Putin durante una visita al  Raggruppamento Unificato delle Forze Armate della Federazione Russa: la Russia ha a disposizione un missile nucleare da crociera dalla gittata sostanzialmente illimitata.

Il test finale di questo missile, denominato Burevestnik, si è svolto il 21 ottobre. Questo missile ha percorso 14.000 km ed è rimasto in volo per 15 ore. Ciò, come ha sottolineato il capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate della Federazione Russa Valerij Gerasimov, "non è il limite".

Secondo le prime notizie durante il volo del missile sono state eseguite tutte le manovre verticali e orizzontali previste, dimostrando così le sue elevate capacità di eludere i sistemi di difesa aerea e missilistica. «Le eccezionali caratteristiche del "Burevestnik" permettono di impiegare il missile con precisione garantita su obiettivi altamente protetti in qualsiasi punto del pianeta» si può leggere nel comunicato.

Secondo i dati disponibili, il missile vola a velocità compresa in un range tra gli 800 e i 1300 km/h e con un'altitudine compresa tra 25 e 100 m, seguendo il profilo del terreno. Il principale vantaggio risiede nell'autonomia illimitata di volo, garantita dal motore nucleare turboreattore. Ciò consente, in particolare, di raggiungere il territorio continentale degli Stati Uniti da qualsiasi direzione, eludendo le zone di difesa aerea e missilistica.

Dal punto di vista dell'entrata in servizio e del dispiegamento, i lanciatori dei "Burevestnik" faranno parte delle Forze Missilistiche Strategiche, poiché si tratta di missili a base terrestre.

Come è facilmente intuibile si tratta di un vero e proprio game changer che rende addirittura obsoleto il concetto di gittata del missile, oltre al fatto che rende sostanzialmente vetusti tutti i sistemi antimissile che sono progettati per abbattere missili con traiettoria balistica ma del tutto impotenti contro missili che volano rasenti al terreno.

Si tratta di un arma micidiale che garantisce la possibilità a chi lo possiede di porre in essere (e comunque di minacciare, per il semplice fatto di averli a disposizione) un cosiddetto “first strike”, ovvero un attacco in grado di infliggere un danno decisivo e inaccettabile al nemico, riducendo la sua capacità di risposta. Certo molto dipende da quanti di questi missili possono essere posti in linea, ma secondo gli esperti averne in linea una quantità superiore ai 50 è in grado di ottenere questo obiettivo.

Quale potrebbe essere l'effetto politico di questo annuncio? Innanzitutto potrebbe spingere gli USA ad una corsa agli armamenti nel tentativo di annullare o ridurre il gap che si è creato con la Russia. 

Difficile invece che possa spingere Washington ad una trattativa seria che porti ad un accordo legato alla sicurezza come chiedono i russi ormai da molti anni. La trattativa in questo momento mette gli USA in uno stato di soggezione sia dal punto di vista militare che economico e Washington non si siederà mai al tavolo in questa situazione

Va infine detto che la l'Europa in questa partita legata alla ricerca scientifica applicata al settore della difesa non gioca alcun ruolo e che la stessa NATO appare sempre più come un inutile orpello privo di qualsiasi utilità, soprattutto per gli americani che dovranno puntare tutte le risorse nella ricerca scientifica e nella difesa del loro continente abbandonando i vassalli al proprio destino.

Del resto, se i russi hanno dispiegato un missile che rende obsoleto il concetto di gittata e di spazio cosa se ne fanno gli americani dello spazio europeo, in crisi economica e in siderale ritardo tecnologico, e ora manco buono per giocare il ruolo da “prima trincea” in un ipotetico conflitto tra Russia e USA?

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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