Belgorod. La Nato al fianco dei nazisti russi

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Belgorod. La Nato al fianco dei nazisti russi




di Alberto Fazolo 

L’Ucraina dopo il colpo di stato del 2014 è diventata una base di lotta per organizzazioni fasciste, naziste e suprematiste di ogni parte del globo, vi hanno trovato rifugio anche molti gruppi nazisti russi posti fuorilegge nel proprio Paese. Taluni di questi gruppi in Russia si sono macchiati di feroci crimini, per lo più rivolti verso le minoranze etniche. La repressione di Mosca nei loro confronti è giusta e motivata.

Alcune delle armi che i paesi occidentali hanno mandato all’Ucraina vengono consegnate a questi gruppi per compiere azioni sul territorio russo. Queste azioni, come tutte quelle condotte dall’Ucraina, sono effettuate con il supporto tecnico dei paesi NATO. Come noto, la NATO dopo la Seconda Guerra Mondiale è stata il ricettacolo di ex nazisti e fascisti di ogni parte d’Europa, quindi sarebbe velleitario aspettarsi una crisi di coscienza dell’organizzazione.

Oltretutto, questi gruppi nazisti non conducono solo delle azioni belliche ordinarie, ma attentati terroristici contro i civili. Deve essere chiaro a tutti che, noi paesi occidentali stiamo supportando dei nazisti di un paese per fargli compiere azioni terroristiche nel loro territorio.

Dopo che abbiamo fatto una grottesca forzatura accusando -senza alcuna prova- la Russia di essere uno “Stato sponsor del terrorismo”, ora supportiamo le organizzazioni terroristiche russe che lottano contro lo Stato. Si tratta di un ennesimo caso di ribaltamento della realtà.

Probabilmente la prossima controffensiva NATO sarà articolata su due direttrici: il fronte ucraino in cui combatteranno le forze armate ucraine e il fronte interno russo affidato ai locali gruppi nazisti che faranno azioni terroristiche.

I crimini di questi gruppi per quanto potranno essere feroci, non saranno in grado di far capitolare lo Stato russo. Mosca ha già resistito agli attacchi terroristici dell’integralismo islamico (pure di quello supportato dall’Occidente) e resisterà anche ora.

Il problema politico che emerge da questa triste vicenda non riguarda la Russia, bensì i paesi occidentali e il loro modo di agire.

Poniamo per assurdo che lo Stato russo venisse sconfitto dall’azione congiunta della NATO e di questi gruppi nazisti che poi salirebbero al potere a Mosca. Sarebbe un incubo in cui il “blocco nero” di stati fascisti o ultra reazionari che già si estende dal Baltico al Mar Nero si allargherebbe fino all’Oceano Pacifico diventando un polo mondiale. Neanche Hitler sarebbe arrivato a tanto, fortunatamente la Russia sa come scongiurare tutto ciò, quindi non succederà nulla del genere. Però ci dobbiamo interrogare sul tipo di minaccia che noi occidentali rappresentiamo per la pace nel mondo e sulla riabilitazione del nazismo di cui siamo responsabili.

Sostenere dei gruppi terroristici (nazisti o religiosi che siano) non è solo un gesto criminale che rende complici di tutte le azioni che questi compiono, ma è anche la capitolazione delle nostre società. Queste si reggono su un sistema di valori che rifiuta il nazismo e il terrorismo, eppure ce ne facciamo promotori per puri interessi geopolitici: non stiamo uccidendo la Russia, ci stiamo suicidando. Stiamo sbriciolando alcuni dei pilastri su cui si reggono i nostri paesi. Stiamo riabilitando il male assoluto. Stiamo rinnegando la storia. Stiamo tradendo la memoria dei nostri avi. Stiamo incarnando i disvalori contro cui diciamo di combattere. Non siamo più noi.

Alberto Fazolo

Alberto Fazolo

Alberto Fazolo. Laureato in Economia, esperto di Terzo Settore e sviluppo locale. Giornalista. Inizia l'attività giornalistica testimoniando la crisi del Kosovo e la dissoluzione della Jugoslavia. Ha trascorso due anni in Donbass, profondo conoscitore delle vicende ucraine. Attivo nei movimenti di solidarietà internazionalista, soprattutto in contrasto con le operazioni di "Regime change".

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