Angela Merkel e il livello di autosottomissone in Italia

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Angela Merkel e il livello di autosottomissone in Italia

Se uno vuole capire cos'è il processo psicologico di sottomissione nei confronti di chi lo colonizza basta che oggi legga l'articolo a firma Stefano Baldolini pubblicato su l'Huffington Post. 

Questo è l'incipit:

«Ci ha messo 15 anni ma Angela Merkel ce l’ha fatta. Dopo quattro  governi, una crisi finanziaria globale, un milione di profughi e una  pandemia, è riuscita a diventare la madre di tutti noi». 

Un articolo così elogiativo e pieno di iperboli non lo ha mai scritto manco il Secolo d'Italia per Mussolini, manco un giornale cattolico per un Papa, manco l'Unità per Berlinguer. Qui siamo alla santificazione, che poi è l'altra faccia della sottomissione. 

Siamo ai livelli - a pensarci bene - degli indiani d'America che firmavano i trattati, che li rinchiudevano nelle riserve indiane, con "Il Grande Padre Bianco di Washington". Qui siamo alla "Grande Madre di Berlino". E c'è un doppio problema, i tedeschi e le donne non fanno prigionieri. La Merkel è donna e pure tedesca.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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