25 novembre. Maradona e quel sogno impossibile di Pasolini

25 novembre. Maradona e quel sogno impossibile di Pasolini

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25 novembre 2020. Da quasi un anno c’è solo un argomento, dai giornali, alle tv, al web, nelle discussioni in famiglia, non tra gli amici, perché c’è il Covid-19 inesorabile, ci sono le restrizioni e non si può uscire di casa. Non c’è media che ogni giorno non apra la sua pagina con notizie legate alle morti per il coronavirus.

Solo una notizia dall’Argentina sconvolge menabò e home page dei giornali: la morte di Diego Armando Maradona. Da Buenos Aires a Napoli, ma in ogni angolo del mondo si condivide un solo dolore: la morte del Dio del Calcio. Per qualche giorno il mondo dimenticherà il Covid, un’altra prodezza che solo il Pibe de Oro poteva realizzare.

Quest’anno si è celebrato anche il centenario della nascita di quello che probabilmente è il più grande intellettuale che l’Italia abbia mai avuto, il poeta, scrittore, regista, Pier Paolo Pasolini. Non solo, calciatore e appassionato di calcio.

LEGGI PASSIONE PASOLINI – UN VIAGGIO CON DAVID GRIECO di FRANCESCO GUADAGNI

Cosa hanno in comune Pasolini e Maradona?

Moltissimo. Sono due poeti. Al di là che uno abbia scritto dei versi e l'altro no, è la loro vita ad essere stata poetica. Pasolini in un articolo del 3 gennaio 1971 divise il calcio europeo e quello sudamericano in prosatori e poeti. Maradona da argentino sarebbe stato definito un poeta. “Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del “goal”. Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica. Il capocannoniere di un campionato è sempre il miglior poeta dell’anno.”

Pasolini da vero intellettuale aveva profetizzato quali cambiamenti il neocapitalismo stesse apportando nel mondo, il consumismo, l’omologazione, ma non solo.

Il Poeta profetizzò in qualche modo anche il gol di Maradona contro l’Inghilterra al mondiale di Mexico ’86, il 2 a 0 segnato dribblando mezza squadra inglese, realizzando quello che è stato definito come il Gol più bello della storia del calcio.

Scrisse Pasolini su Il Giorno: “Il sogno di ogni giocatore, condiviso da ogni spettatore, è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare. Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questa. Ma non succede mai. È un sogno che ho visto realizzato solo ne I Maghi del pallone da Franco Franchi, che, sia pure a livello brado, è riuscito a essere perfettamente onirico.”

Tra chi ha amato questi due personaggi è ricorrente la domanda: Cosa avrebbe detto Pasolini sulle gesta di Diego?

Diego e Pier Paolo, la loro vita è stata bersaglio dei moralisti e del sistema di potere. Perseguitati come pochi.

Morto Maradona, alcuni hanno usato una formula sgradevole del ricordiamolo solo come calciatore: Era un drogato, un puttaniere, come si era ridotto, non era un esempio.

Così dopo la morte tragica di Pasolini si disse che se l’era cercata, un pederasta che aveva insidiato un ragazzino di 16 anni. Per non parlare del suo ultimo film Salò o le 120 giornate di Sodoma, un film sgradevole, non per la qualità dell’opera, ma perché anticipava cosa sarebbe diventato il nostro mondo, la nostra esistenza. Per non parlare dei suoi editoriali sulla scuola, sul consumismo, sulle stragi, una sorta di cupio dissolvi che portò ad isolarlo e poi a dire: Ricordiamolo da vivo.

Tutti giudici, buoni a salire in cattedra come tutti i falliti, ma entrambi questi personaggi non volevano essere un esempio, hanno pagato con la loro vita, la loro onestà di pensiero, la loro costante lotta contro l’autoritarismo più ottuso e retrivo.

Maradona e Pasolini amati dalla gente come pochi perché entrambi erano la lor voce, espressione di un sentimento collettivo come pochi.

Una città come Napoli che per diversi aspetti sia Pasolini che Maradona hanno amato ed hanno ricevuto amore.

Chissà, anche se in circostanze diverse, Pasolini e Maradona a Napoli non sarebbero morti in quel modo.

Non si sono mai conosciuti, ma uno ha realizzato l’utopia poetica dell’altro.

Parafrasando il regista Paolo Sorrentino nel giorno della morte del Pibe, possiamo dirlo senza di dubbio: Non smetteremo mai di piangere, ci mancheranno sempre.

Però, resterà la gioia dei momenti poetici che ci hanno regalato. La loro utopia li renderà vivi. Maradona e Pasolini saranno sempre la possibilità che i sogni anche impossibili possono realizzarsi.  

Francesco Guadagni

Francesco Guadagni

 

Nato nell'anno di grazia 1979. Capolavoro e mancato. Metà osco, metà vesuviano. Marxista fumolentista. S.S.C.Napoli la mia malattia. Pochi pregi, tanti difetti, fra i quali: Laurea in Lettere Moderne, Iscrizione all'Albo giornalisti pubblicisti della Campania dal 2010. Per molti anni mi sono occupato di relazioni sindacali, coprendo le vertenze di aziende multinazionali quali Fiat e di Leonardo Finmeccanica. Impegno di militanza politica, divenata passione, è il Medio Oriente. Per LAD Gruppo Editoriale ho pubblicato il libro 'Passione Pasolini - Un Viaggio con David Grieco', prefazione di Paolo Desogus. 

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