Trump può rappresentare veramente la fine del capitalismo?

4542
Trump può rappresentare veramente la fine del capitalismo?


di Alessandro Volpi*


Una considerazione forse dai toni troppo perentori, di cui mi scuso in anticipo ma non saprei dirla in altro modo. Trump può rappresentare veramente la fine del capitalismo, l'autodistruzione.

Gli Stati Uniti hanno retto l'urto del mondo emergente, che hanno costruito, commettendo infiniti errori, con la globalizzazione, attraverso una combinazione di dominio finanziario, presenza militare e, soprattutto, con una narrazione liberale e democratica in grado di egemonizzare non solo le destre, ma anche gran parte delle sinistre occidentali. Questo modello ha generato una gigantesca bolla finanziaria che sorregge il Pil a stelle e strisce, ha attratto capitali da tutto il mondo, ha fatto sì che il dollaro fosse considerato la valuta più stabile, ha reso "accettabili" da una parte influente dell'opinione pubblica internazionale le peggiori guerre e ha mantenuto un equilibrio indispensabile con la Cina.

In altre parole, pur non essendo più la più grande potenza economica e pur vivendo profonde contraddizioni interne, gli Stati Uniti hanno garantito la vita del capitalismo. Ora è arrivato Trump che ha messo subito in tensione la finanza con l'appoggio a figure come Musk, pretendendo un esplicito vassallaggio dei super ricchi big tech, ha dichiarato apertamente che il capitalismo è totalmente di destra, ha rotto l'artificio retorico del capitalismo liberale e ha definito un sistema di relazioni internazionali costruito sulla ricerca di un primato retorico fatto di costanti minacce; magari minacce verbali, ma certamente in grado di generare una profonda instabilità in un sistema, come accennato, già molto complesso. Un paese con debito di 37 mila miliardi di dollari, con una posizione finanziaria netta negativa di 24 mila miliardi, con un disavanzo di 3000 miliardi e con una borsa dove le società valgono almeno tre-quattro volte il loro valore reale non può permettersi di essere guidato da un presidente convinto di poter fare del tutto a meno sia del fariseismo tipico del capitalismo sia della liturgia democratica, nell'ambito di una visione dove l'Europa è il peggior nemico proprio perché troppo incline ad un illuminismo delle diversità. Peraltro, un paese che non è certo in grado di sostenere il costo di nuove guerre che minacciano radicalmente la tenuta stessa della dollarizzazione.

La durezza trumpiana, l'idea di gridare sempre per ottenere una successiva mediazione senza alcuna attenzione alle forme e agli equilibri sono un pericolo profondo per una realtà sociale come quella Usa dove le disuguaglianze sono cresciute, dove l'inflazione generata dai dazi può essere devastante e i mutui possono esplodere per l'aumento dei tassi di interesse. Trump ha vinto le elezioni perché gli americani si sentivano insicuri, ma tale insicurezza è esasperata proprio dall'aggressività trumpiana. Dunque, Trump mette a repentaglio la tenuta americana e con essa, appunto, quella del capitalismo, lasciando campo pressoché libero all'affermazione del modello cinese o comunque ad esperienze non direttamente riconducibili al capitalismo. Trump può essere l'uomo dell'armaggedon del Capitale. Forse non è un caso che in questi mesi si sia assistito ad una grande mobilitazione, quasi terrorizzata, di figure come Mario Draghi, consapevoli di questo rischio e solerti nell'incitare gli europei ad accelerare i tempi per mantenere in vita il capitalismo in quella forma liberal democratica che ha consentito ai ricchi di vincere la lotta di classe, cancellando l'idea stessa di Sinistra.
 
 
*Post Facebook del 2 marzo 2025

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La Nuova Era dell'Economia Globale  di Giuseppe Masala La Nuova Era dell'Economia Globale

La Nuova Era dell'Economia Globale

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

L'Autoritarismo si fa sistema di Michele Blanco L'Autoritarismo si fa sistema

L'Autoritarismo si fa sistema

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti