"Siamo in guerra". Sulle parole irresponsabili di Macron
Di Paolo Desogus
Ho ripensato alle parole di Emmanuel Macron di ieri quando ha affermato che "Siamo in guerra". Credo che siano parole profondamente irresponsabili, figlie di ignoranza politica, di scarso senso delle istituzioni, di un sensazionalismo vergognoso, ridicolo.
Sono parole da respingere: tra dire che che siamo in guerra e dire che ogni uomo contagiato è un nemico il passo è breve, troppo breve.
Un politico accorto non avrebbe mai fatto una sparata simile. Macron ha però già mostrato di essere uno dei peggiori politici europei, forse il peggiore. Come un Renzi qualsiasi ha portato avanti una politica estremistica di sostegno al capitalismo, ha imposto brutalmente riforme distruttive, si è spacciato per europeista ma ha sempre sostenuto politiche nazionalistiche.
Come se non bastasse ha accentuato la crisi libica, accettato il vergognoso atteggiamento americano verso la Siria e ha sposato una linea anti immigrazione che a confronto quella di Salvini appare generosa e democratica. Nelle ultime settimane Macron ha poi sottovalutato l'epidemia, ha guardato con protervia alle scelte radicali dell'Italia.
Una volta scoperta la gravità del virus ha però bloccato il paese, sospeso le regole europee, e questo più per imitare il partner tedesco che per convinzione. Dopo aver trattato con leggerezza l'epidemia ora Macron parla di guerra e semina discordia là dove invece occorrerebbe buon senso, pacatezza. Macron è un pessimo politico. La Francia merita di meglio.