Prospettive inquietanti per la pace mondiale e i diritti dei popoli

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Prospettive inquietanti per la pace mondiale e i diritti dei popoli


di Vincenzo Brandi
 

Gli avvenimenti internazionali, ed i loro riflessi sulla situazione nazionale, non permettono di fare previsioni ottimistiche e indicano la necessità di azioni forti e ben ragionate per opporsi ai tentativi in atto, da parte dei poteri forti occidentali, di incrementare guerre ed aggressioni, e di frustrare le aspirazioni dei popoli verso la pace, l’autodeterminazione e un avvenire migliore.

Lo sciopero in corso di svolgimento oggi, 28 novembre (proprio mentre è scritto quest’articolo) contro le politiche di austerità e di diseguaglianze sociali del governo italiano; le manifestazioni nazionali previste per domani in difesa dei diritti del popolo palestinese e la liberazione della Palestina; le manifestazioni che continuano da parte delle formazioni palestinesi e filopalestinesi anche in favore dei militanti palestinesi arrestati e sotto processo in Italia, indicano (pur nell’evidente riflusso di tutte quelle forze che avevano aderito in modo forse superficiale ai cortei di sostegno alla Palestina nel momento dell’apice dei bombardamenti su Gaza e di partenza delle flottiglie) una strada giusta, ma difficile da seguire e certamente non esaustiva.

Impressionante – infatti - è la compattezza con cui governo, magistratura e forze di sicurezza italiane, ed anche di altri paesi europei, perseguono il compito di colpire come “terroristi” attivisti palestinesi in Italia vicini alla Resistenza di quel popolo: come Anan Yaesh, Alì, Mansur, Mohamed. Emblematici sono il “foglio di via” da Milano imposto al responsabile delle comunità palestinesi Hanoun e l’arresto con minaccia di espulsione dell’imam di Torino per aver criticato lo stato genocida di Israele. Anche nel Regno Unito associazioni filopalestinesi coma Action Palestine sono accusate di “terrorismo” e loro membri arrestati. Situazioni non dissimili troviamo in Francia (dove chi aderisce al movimento BDS di boicottaggio di Israele è processato per “antisemitismo”) o in Germania. Intanto continua inesorabile la fornitura di armi, munizioni, finanziamenti ad Israele che se ne serve per violare sistematicamente la tregua a Gaza, uccidendo centinaia di civili, e per attaccare e invadere altri paesi come il Libano, e per espandere la brutale colonizzazione della Cisgiordania,

In tutto questo il piano di pace di Trump si dimostra per quello che è: un piano neo-coloniale, sostenuto anche da stati arabi reazionari, che non riconosce alcun diritto all’autodeterminazione dei Palestinesi, subordinandoli ad un’amministrazione coloniale gestita direttamente dal Presidente degli Stati Uniti e loschi figuri come Tony Blair. Il piano prevede il disarmo dell’unica arma in mano al popolo di Palestina, quella delle formazioni della Resistenza: da Hamas, alla Jihad, al Fronte Popolare- Operazioni di disarmo simili sono previste per gli Hezbollah del Libano, unici veri alleati dei Palestinesi insieme a Yemen e, pur a distanza, l’Iran. Anche le astensioni di Russia e Cina sulla risoluzione ONU che approvava il piano di Trump appaiono pilatesche. Evidentemente i due grandi paesi capofila dei BRICS, già impegnati in Ucraina e sul fronte del Pacifico, non se la sono sentita di mettersi di traverso e hanno lasciato soli i Pale4stinesi.

E proprio dal settore ucraino provengono altre inquietanti notizie. Sembrava essersi aperto uno spiraglio con la presentazione di un piano di pace proposto da Trump sulla falsariga degli accordi presi con Putin in Alaska, ma i malefici nani europei si sono messi di traverso e cercano di sabotare ogni trattativa. Forse la Von Der Leyen, la Kallas, Starmer, Macron, Merz sono ancora convinti di poter prolungare la guerra con qualche aiuto ai nazifascisti di Kyev, in parte già programmato. Anche la pubblicazione maliziosa di alcune telefonate compromettenti dell’inviato di Trump. Witkoff, indicano che anche negli USA il partito della guerra non demorde.

Tuttavia l’esercito ucraino appare vicino al collasso, a corto di uomini, con decine di migliaia di disertori e renitenti, con interi reparti semi-accerchiati e privi di coperture e rifornimenti perché mandati allo sbaraglio da Zelensky, sempre più indebolito anche dagli scandali interni per corruzione e in una situazione di crollo di consensi. Zelensy e la sua corte di ultranazionalisti nazifascisti appaiono sempre più come Hitler ai tempi di Stalingrado o quando era chiuso nel bunker e dava ordini a fantomatiche divisioni già distrutte dall’Armata Rossa. L’Ucraina, più la guerra va avanti, più rischia sempre maggiori distruzioni e perdite di territorio; ma agli Europei, con i loro sogni di riarmo e di contare nuovamente a livello internazionale dopo molti rovesci e umiliazioni, non interessa, o forse i loro dirigenti sono troppo stupidi per capirlo.

Compito dei pacifisti ed antimperialisti italiani che non possono intervenire direttamente nei teatri di operazioni in Medio Oriente o Ucraina., è quello di fare pressioni con le lotte locali per un cambio di politica estera del governo, per un blocco totale delle politiche di riarmo e sostegno ad Israele, per una difesa dei salari e dei diritti dei lavoratori italiani, e perché ogni risorsa disponibile sia usata per il rilancio di uno stato sociale, per finanziare sanità ed istruzione pubbliche, per la lotta alle ingiustizie salariali e fiscali, e alla povertà ormai dilagante.

Roma, 28 novembre 2025, Vincenzo Brandi

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