Le elezioni Usa e l'ultimo stadio della decadenza de il Manifesto
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di Lenny Bottai*
Che il Manifesto rappresentasse la decadenza più oscura di qualla che può definirsi - se mai esiste ancora - sinistra di classe, lo sapevamo da tempo. Rimasi esterrefatto e pubblicai già la prima pagina che commemorava il governo giallorosso con foto di Di Maio, Bersani e Toninelli con scritto "fate la cosa giusta". Così come pubblicai le difese colonialiste del franco CFA e l'appello a far arrivare i braccianti, che "salvano la nostra agricoltura".
Ma qui siamo oltre ogni immaginazione. Lo spot per Khamala Harris ed il suo partito guerrafondaio è l'oblio totale. Certo, neppure mi appaierei con i Comunisti per Trump, considerando anche questo un pessimo rappresentante del suprematismo USA, che a parer mio è da vedere se veramente invertirà la politica estera aggressiva dello Zio Sam, o è solo una strategia elettorale, considerando che nel caso dovrà passare dalle Lobbies che realmente comandano l'America e la guerra la vogliono.
Detto questo, certamente, la nenia sul "pericolo" trumpiano da scongiurare con l'elezione dei bravi e guerrafondai democratici (Obama docet) è davvero il punto piú basso del giornale. Un titolo che evidenzia tutto il degrado di una sinistra ormai ammaliata da stereotipi vuoti di contenuti di classe, vincolata da asterischi e ipotesi che femmina (nera poi) è meglio, in quanto meno pericolosa di un uomo, ed in questo caso è paradigmatico l'abbaglio. Ricordando cosa ha rappresentato e da chi fu fondato, in un barlume di dignità in quella redazione dovrebbero darsi fuoco, come direbbe Pino Scotto.
Ed io, stamani, quasi per feticismo, sono voluto andare a vedere, per farmi male pensando a Gramsci.