La Cina smentisce Moody's definendo"distorto" il suo giudizio
La Cina ha respinto con forza la decisione dell'agenzia di rating statunitense Moody's di confermare i rating di credito della Cina ma di abbassare il suo outlook da stabile a negativo. Le autorità cinesi hanno sottolineato la resilienza dell'economia cinese, la capacità di attuare riforme per affrontare rischi e sfide, e hanno definito le preoccupazioni sulle prospettive di crescita cinese come ingiustificate, secondo quanto riporta il quotidiano Global Times.
Gli economisti cinesi hanno dichiarato che la decisione di Moody's è faziosa e non professionale, in quanto avrebbe esagerato o creato rischi e sfide per l'economia cinese. Secondo loro, considerando diversi fattori come la velocità di crescita, i livelli di debito e la forza istituzionale e di governance, l'economia cinese rimane una delle più sane e in crescita tra le principali economie e il principale contributore alla crescita globale.
Nel suo rapporto, Moody's Investors Service ha ribadito i rating A1 a lungo termine in valuta locale e straniera della Cina ma ha ridotto l'outlook per i rating di credito del governo cinese da stabile a negativo. Moody's ha indicato che il supporto fiscale cinese per i governi locali e il settore immobiliare comporta rischi per la forza fisica, economica e istituzionale del paese.
La mossa dell'agenzia statunitense ha immediatamente ricevuto una ferma contestazione da parte delle autorità cinesi e degli economisti. Il Ministero delle Finanze cinese ha dichiarato di essere deluso dalla decisione di Moody's, offrendo una dettagliata replica punto per punto alle preoccupazioni sollevate dall'agenzia. Nonostante la complessa situazione globale, l'economia cinese sta registrando una ripresa, con uno sviluppo di alta qualità in corso sin dal terzo trimestre.
Il Ministero ha evidenziato che il gettito fiscale cinese ha registrato una crescita riparatrice quest'anno, con un aumento del 8,9 percento anno su anno nel bilancio pubblico generale nazionale e un aumento del 11,9 percento delle entrate fiscali. La crescita positiva è stata mantenuta anche a livello locale, con un aumento del 9,1 percento delle entrate fiscali nel bilancio pubblico generale locale.
Riguardo alle "preoccupazioni" di Moody's sulle prospettive di crescita cinese, il Ministero delle Finanze ha dichiarato che la crescita del PIL cinese è stata del 5,2 percento nei primi tre trimestri e si prevede che raggiungerà l'obiettivo annuale di circa il 5 percento. Sul tema del debito, Pechino ha affermato che al 2022 il debito nazionale è di circa 61 trilioni di yuan, con un rapporto debito pubblico/PIL del 50,4 percento, inferiore al limite del 60 percento accettato a livello internazionale.
Il Ministero ha concluso affermando che tutti questi fatti dimostrano che l'economia cinese si sta orientando verso uno sviluppo di alta qualità, nuovi motori di crescita stanno producendo effetti, e la Cina ha la capacità di continuare a approfondire le riforme e rispondere a rischi e sfide. Le preoccupazioni di Moody's riguardo alle prospettive di crescita economica e alla sostenibilità fiscale della Cina sono considerate superflue.
Gli economisti cinesi hanno criticato Moody's definendola faziosa, sottolineando una presunta sovrastima dei dati degli Stati Uniti e una sottostima dei dati di paesi diversi dagli Stati Uniti, in particolare della Cina. Hanno confrontato i livelli di debito tra Cina e Stati Uniti, affermando che se Moody's ha abbassato l'outlook della Cina, dovrebbe fare altrettanto per il credito degli Stati Uniti.
In un contesto più ampio, il Global Times sottolinea anche che la Cina Chengxin Credit Rating Group ha confermato il rating di credito sovrano della Cina a AA+ con outlook stabile, evidenziando la forte resilienza dell'economia cinese nel 2023 e la disponibilità di spazio fiscale sufficiente.
L'economista Tian Yun ha definito "completamente superfluo" prendere sul serio il downgrade di Moody's, sottolineando che ciò riflette ancora l'aspettativa di crescita ad alta velocità da parte delle istituzioni internazionali. Moody's prevede una crescita annua del PIL cinese del 4 percento nel 2024 e nel 2025, cifra superiore al tasso di crescita globale del 2,9 percento previsto dal FMI nel 2024, ma inferiore alla previsione della stessa agenzia per la Cina, che prevede una crescita del 4,6 percento nel 2024.
Il quotidiano cinese afferma infine che, secondo l'economista Tian, la crescita del PIL cinese raggiungerà il 5 percento non solo quest'anno ma anche nel prossimo, offrendo ampio spazio per rispondere alle aspettative globali sulla crescita economica cinese. Si prevede che i policymaker cinesi si riuniscano a metà dicembre per la conferenza economica centrale annuale, fornendo indicazioni importanti sulle politiche economiche per l'anno successivo. Tian suggerisce che un pacchetto di misure politiche potrebbe essere implementato per garantire una continua ripresa economica nel 2024.
Dunque, l'attuale contesto economico globale evidenzia la sfida di valutare l'affidabilità delle agenzie di rating come Moody's. Gli economisti cinesi hanno sollevato legittime critiche riguardo la faziosità di Moody's nel valutare la Cina, sottolineando un'apparente sovrastima dei dati degli Stati Uniti e una sottovalutazione di paesi con sistemi diversi. La discrepanza tra le valutazioni della Cina e degli Stati Uniti solleva interrogativi sulla neutralità e l'obiettività di queste agenzie, mettendo in luce come possano essere influenzate da dinamiche politiche.
La decisione di Moody's di abbassare l'outlook della Cina è stata respinta con veemenza dalle autorità cinesi, che hanno fornito dettagliate contro-argomentazioni basate su indicatori concreti di salute economica. La resilienza dimostrata dall'economia cinese, la crescita costante, e la gestione oculata delle sfide economiche riflettono un quadro di solidità che smentisce le preoccupazioni di Moody's.
Inoltre, l'assenza di un effetto significativo sul rating di credito sovrano cinese da parte di agenzie come China Chengxin Credit Rating Group aggiunge ulteriori elementi a sostegno della salute finanziaria della Cina.
In questo contesto, emerge la necessità di una valutazione critica delle agenzie di rating, considerando la loro possibile strumentalizzazione in ambito geopolitico. La Cina, con la sua economia in crescita e le misure attuate per affrontare le sfide, si presenta come un attore finanziario solido e in salute. L'utilizzo delle agenzie di rating come leva nella lotta politica globale solleva domande sulle reali basi economiche di queste decisioni.
In definitiva, l'inequivocabile buona salute dell'economia cinese, evidenziata da dati concreti e il supporto di altre agenzie di rating, sottolinea l'importanza di valutare con cautela le conclusioni delle agenzie di rating occidentali e di considerare contesti più ampi quando si valutano le dinamiche economiche globali.