Il Covid a scuola: insegnanti e bambini incatenati ai propri ruoli

4382
Il Covid a scuola: insegnanti e bambini incatenati ai propri ruoli


Di Leo Essen

Dalle pareti delle scuole elementari e medie sono state staccate le carte geografiche, i planisferi, la Penisola, bella e lunga e a forma di stivale, con tutte le regioni ben evidenziate da colori e margini. Persino dalle Materne sono state staccate le ghirlande fatte dalle maestre e dai bambini, e buttati i pupazzetti e i balocchi di legno e i puzzle. Sono stati staccati i cartelloni con le lettere del corsivo, dello stampato minuscolo e maiuscolo e il grande cartellone con gli errori tipici dei lombardi, che non sono l’inversione di NT con ND (e viceversa), come per i meridionali, ma lo scambio di C e Q, e LI e GLI, come in Quore, Giuglio, Accua, eccetera. Sono stati raccolti nei sacchi trasparenti e mandati in discarica, più o meno alla rinfusa. Adesso le pareti sono spoglie, il soffitto è bianco e le superfici verticali verniciate a mezza altezza in verde o ocra ospedale. 
I banchi sono stati distanziati – un metro, un metro e trenta, da testa a testa. Sono ancorati a segnabanchi indicati con scotch bicolore da muratore.  I vecchi banchi monoposto sono stati sostituiti da banchi più bassi e con una superficie minore – danno l’impressione di maggiore spazio. Ma, evidentemente, è solo un’illusione. Niente banchi con rotelle, e niente autoscontro.
Se la distanza è regolamentare, al banco si può restare senza mascherina – a patto che non ci si muova, non ci si alzi, non ci si comporti da bambini. Idem per l'insegnante, che in dotazione ha anche una visiera in plastica dalla foggia casco-da-sedia-elettrica. 
Le uscite dall’aula sono regolamentate. Ci si deve muovere lungo corsie obbligatorie segnalate da nastri e frecce colorate. Prima di entrare nei bagni bisogna stazionare sui segnaposti distribuiti nei corridoi, aspettando il proprio turno sotto la sorveglianza del bidello. La si fa in maschera, perché il bagno è il luogo di maggiore promiscuità della scuola. Si entra e si esce in gruppi omogenei distanziati e a orari differenti.
Se l’alunno accusa uno o più sintomi stabiliti [sintomi respiratori (tosse, mal di gola, raffreddore) dissenteria congiuntivite forte mal di testa anosmia (perdita olfatto) ageusia (perdita gusto) dolori muscolari dispnea (difficoltà respiratoria, affanno) febbre ≥ 37,5°] viene tradotto in una stanza asettica e attende in solitudine o in compagnia di altri coetanei disposti alle estremità del locale, attende l’arrivo di un genitore o di un delegato. Non conta che il sintomo sia identico a quello di altre patologie - e poi il bidello cosa ne sa di sintomi e patologie!; se il sintomo si palesa o viene misurato con improbabili termometri a batterie, allora viene avvisato il genitore o un delegato e viene invitato a recarsi immediatamente presso il plesso a ritirare l’alunno. Non importa che il genitore si trovi a chilometri di distanza; che abbia bisogno di prendere mezzi pubblici che non arrivano; che debba chiedere al lavoro un permesso che non concedono; che poi debba rimanere a casa, e le ferie e i congedi sono esauriti; che forse non si tratta di mal di testa o mal di pancia ma solo del fatto che il bambino vuole tornare a casa, magari perché si vergogna di fare la cacca nel bagno comune insieme ad altri bambini e sotto lo sguardo solerte del bidello – come in carcere - oppure perché è sfinito dalla tensione, dallo sguardo bovino dell’insegnante che lo fissa da dietro la visiera - sguardo interrogativo nel quale vede riflesse tutte le sue ansie. 
La campanella, azionata da un interruttore automatizzato, scandisce il passare delle ore. Non siamo nella scuola americana raccontata negli anni cinquanta da Riesman nella Folla solitaria, dove i bambini imparano ad associare la scuola non ad adulti severi e a temi noiosi, ma al gioco e ad adulti comprensivi; dove anche la sistemazione dell’ambiente simboleggia i cambiamenti, e i sessi sono mischiati, e il sistema usato per assegnare il posto a sedere è senza formalità; dove anche i banchi cambiano la loro forma, sono più tavole movibili con scaffali aperti, che luoghi in cui si possa nascondere qualcosa; dove l’insegnante non siede più in una cattedra o si pavoneggia alla lavagna, ma si unisce alla cerchia familiare; e dove le pareti sono decorate con i disegni dei bambini, perché ciò pare progressivo, dice Riesman, ed è un inno alla creatività; dove Cesare e Pompei sono stati sostituiti da visite a negozi e caseifici, da carte geografiche prese da Life, e le favole sono state sostituite da storie sui treni, sui telefoni e su botteghe di generi alimentari; dove tutto è decostruito per far crollare le barriere tra insegnanti e alunni; dove il gioco che una volta era parte delle attività extrascolastiche diventa parte integrante dell’impresa della scuola stessa. 
Questo paradiso di gioia e felicità scolastica in Italia si è affermato con lentezza, poco alla volta, fino ad imporsi come modello dominante, facendo dimenticare che la scuola, come la fabbrica, come l’ospedale e la caserma, è stata progettata e costruita con la promessa di sollevare dall'ignoranza, dalla malattia, dalla delinquenza e dalla povertà, ma solo a patto di accettare un dolce addomesticamento.
Durante l’estate ci sono stati filosofi che hanno digiunato per settimane per chiedere un ritorno in classe.
Potete riprendere a mangiare. Vi hanno accontentati. Il velo è stato tolto. La prigione è sotto gli occhi di tutti – l’accesso è obbligatorio. Abbiamo anche i secondini fuori dai bagni.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran di Francesco Santoianni "Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Necropolitica e Tanatopolitica di Giuseppe Giannini Necropolitica e Tanatopolitica

Necropolitica e Tanatopolitica

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Sempre peggio! di Michele Blanco Sempre peggio!

Sempre peggio!

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti