Golpe elettorale in Honduras
A una settimana dalle elezioni presidenziali, l’Honduras resta senza risultati certi. Il sistema di scrutinio è fermo da giorni per presunti “problemi tecnici”, mentre crescono le denunce di frode e interferenze esterne. La presidente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Ana Paola Hall, ha attribuito il blackout del sistema alla società incaricata della trasmissione dei dati, assicurando la volontà dell’ente di garantire «divulgazione continua» e ridurre l’incertezza. Il CNE ha annunciato una proroga fino all’8 dicembre per la presentazione di richieste di annullamento e fino al 15 dicembre per i riconteggi speciali.
Il clima si è ulteriormente surriscaldato dopo le accuse del consigliere del CNE, Marlon Ochoa, che parla apertamente di “golpe elettorale”. Tra le irregolarità elencate: l’eliminazione del controllo biométrico, errori nelle schede, presunta manipolazione automatica dei voti e la manomissione di verbali cruciali. «Potrebbe essere la nostra elezione più manipolata», ha avvertito. Nuovo scandalo anche sul fronte dell’ingerenza internazionale.
L’avvocato Ric Soto ha diffuso il video in cui l’argentino Fernando Cerimedo, consulente del Partito Nazionale, ammette di aver agito per pttenere un tweet di Donald Trump a favore del candidato Nasry Asfura: una rivelazione che basta a configurare un intervento estero illegale.
Nel frattempo, il partito Libertad y Refundación (Libre) richiede la nullità completa dello scrutinio, denunciando il “disastro” del sistema TREP e chiedendo di ripetere le elezioni in tutte le 19.167 commissioni elettorli (JRV) per la “violazione della volontà sovrana del popolo honduregno”. Il Paese resta sospeso, in attesa di un esito che appare sempre più incerto e contestato.
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