Gli amici di Orban (quelli veri)
di Paolo Desogus
Il Coronavirus fa tante magie, l'ultima è quella di unire in una strana alleanza gli europeisti nostrani a parecchi antieuropeisti. L'occasione è il caso Orban, su cui si leggono alcune sciocchezze sconcertanti. Certo, l'accentramento dei poteri che è stato votato in Ungheria è preoccupante.
E non è vero che si tratta di una misura simile a quella presa altrove, come da noi in Italia. I poteri speciali di Conte hanno un termine, il 31 luglio. Per Orban non c'è scadenza e questo fa una bella differenza. Ad ogni modo vorrei rassicurare tutti, europeisti e non. Orban è perfettamente europeista, non è affatto l'alleato di chi lotta contro i soprusi della Germania. Anzi, è il primo ministro ideale di uno stato membro dell'UE tedesca.
Non per nulla il suo partito è iscritto al PPE.
A Strasburgo e a Bruxelles i suoi parlamentari siedono amorevolmente accanto ai parlamentari di Angela Merkel. Hanno allora poco da strepitare gli europeisti, così come non hanno nulla da solidarizzarsi gli antieuropeisti.
Poi, certo, dalla commissione UE arriverà qualche condanna formale contro l'Ungheria. Ma Orban lavora per la Merkel e l'Ungheria è l'immagine dello stato colonizzato e subalterno che l'UE tedesca vorrebbe imporre anche ai paesi mediterranei, soprattutto perché non dà molte grane con problemi di bilancio e i suoi lavoratori sono al servizio delle imprese appartenenti al mega indotto europeo delle industrie tedesche.