Bruxelles: scontri e lacrimogeni contro la protesta dei contadini
Migliaia di agricoltori assediano le istituzioni Ue contro il taglio dei fondi alla Pac e l'accordo con il Mercosur. La tensione degenera in cariche della polizia
Una nuvola di gas lacrimogeni si è alzata oggi di fronte al cuore pulsante dell’Unione Europea. Non è una rivolta di estremisti, ma la disperata protesta di migliaia di agricoltori europei, giunti con i loro trattori per urlare alla tecnocrazia di Bruxelles che il campo è allo stremo. Tra le 10.000 e le 15.000 persone, con un corteo di circa 500 mezzi agricoli, hanno trasformato la capitale europea in un campo di battaglia, scontrandosi con la polizia che ha risposto con cariche e lacrimogeni. Patate e oggetti lanciati contro gli agenti sono il sintomo di una rabbia che non può più essere contenuta da vertici distanti e promesse vuote.
Il motivo dello sciopero è un doppio colpo che, secondo i manifestanti, rischia di cancellare la sovranità alimentare dell'intero continente: l’imminente firma dell’accordo di libero scambio con il Mercosur e i piani della Commissione Europea per tagliare del 22% i fondi della Politica Agricola Comune (PAC). Per gli agricoltori, è la ricetta perfetta per il disastro.
Il trattato UE-Mercosur, oggetto di controversie da oltre venticinque anni, viene denunciato come un tradimento. I produttori europei sostengono che aprirà le porte a prodotti agroalimentari realizzati con standard ambientali, sanitari e sociali ben più bassi di quelli rigorosi - e costosi - imposti nelle campagne d’Europa. “Distruggerà il tessuto agroalimentare europeo e minerà la sicurezza alimentare”, accusano i manifestanti, evidenziando la cruda contraddizione di un’Europa che predica la sostenibilità a casa propria ma la sacrifica sull’altare del libero mercato globale.
A questa minaccia esterna, si somma l’assalto interno: la proposta di taglio ai fondi della PAC del 22%. Per il settore, già stretto tra costi energetici in forte ascesa, burocrazia asfissiante e norme sempre più stringenti, è un colpo inaccettabile. Tra le richieste principali, oltre allo stop all’accordo Mercosur, ci sono infatti il ritiro di quei tagli e una drastica semplificazione della macchina burocratica della PAC, divenuta per molti un incubo quotidiano.
Mentre i trattori bloccavano gli accessi a Bruxeles paralizzando il traffico, la risposta delle istituzioni ha seguito il solito, sterile copione: vuote parole rassicuranti nei palazzi. Il Commissario all’Agricoltura Christophe Hansen e persino la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno incontrato i rappresentanti di COPA-COGECA. Von der Leyen, in un post sui social, ha ripetuto il mantra consueto: “In tempi di incertezza, i nostri agricoltori hanno bisogno di affidabilità e sostegno. E l’Europa sarà sempre al loro fianco”, promettendo “un sostegno forte e sostenuto nel bilancio UE” e “aiuti specifici” per le piccole aziende.
Parole che suonano come un insulto per chi, oggi, ha respirato gas lacrimogeno. La stessa Europa che si proclama “fianco a fianco” con i suoi agricoltori negozia accordi che ne minano la sopravvivenza e propone tagli ai loro già magri sostegni.

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