Tre americani creano emissioni di carbonio sufficienti per uccidere una persona
In merito a quella farsa del G20 sul clima che si è svolto di recente a Napoli, i nostri media, semplici portavoce dei governi asserviti a Washington, hanno ripetuto il mantra per giorni che un accordo sul clima sarebbe stato possibile solo se Russia e Cina avessero accettato di ridurre l'uso del carbone ed altri combustibili.
Insomma, la colpa è loro se il mondo sarà sempre più attraversato dal flagello dei cambiamenti climatici. L'avvertimento è esteso anche ad altre potenze economiche emergenti.
Il solito mondo alla rovescia: chi ha costruito un modello di sviluppo capitalista che ha distrutto il pianeta, diventa, come gli Usa, paladino della difesa del clima e invita, se non minaccia, altri paesi a fare diversamente, sapendo che non hanno ancora gli strumenti e risorse economiche per cambiare i loro metodi di produzione e di consumo.
Una dinamica che ricordava molto un grandissimo film di Ettore Scola del 1969, "Riusciranno i nostri eroi...". Nella pellicola l'editore Di Salvio interpretato da Alberto Sordi, alla ricerca di suo cognato Titino fuggito in Angola, si scaglia, lui ricchissimo, contro lo stile di vita fatto di lussi e ricchezze e invita ad abbandonare questa vita agiata per intraprendere una esistenza libera nella natura e all'avventura, contro il benessere, la "corsa al possesso", trovando però la risposta puntuale del suo accompagnatore, il Ragioner Palmarini, il quale gli risponde: "Io tutto questo benessere non ce l'ho. Non si potrebbe aspettare un po' prima di scagliarcisi contro?".
I nodi però vengono al pettine, non sono i paesi come Cina, Russia, India a rovinare il pianeta, ma bensì come riporta il The Guardian, in articolo scritto ieri, sono gli stili di vita, in particolare quello degli statunitensi, a creare problemi alla Terra.
L'articolo ha un titolo che non lascia spazio a interpretazioni: "Tre americani creano emissioni di carbonio sufficienti per uccidere una persona."
Il quotidiano inglese ritiene che "gli stili di vita di circa tre americani medi creeranno abbastanza emissioni per il riscaldamento del pianeta da uccidere una persona e le emissioni di una singola centrale elettrica a carbone potrebbero provocare più di 900 morti, secondo la prima analisi per calcolare il costo mortale delle emissioni di carbonio."
Inoltre, nello studio si ricorda che "la ricerca, pubblicata su Nature Communications, illustra le vaste disparità nelle emissioni generate dal consumo delle persone in diversi paesi del mondo. Mentre bastano solo 3,5 americani per creare emissioni sufficienti in una vita per uccidere una persona, ci vorrebbero 25 brasiliani o 146 nigeriani per fare lo stesso, secondo il documento."
Riguardo sempre lo stile di vita di uno statunitense medio, il media inglese precisa che " su diversi studi sulla salute pubblica per concludere che per ogni 4.434 tonnellate di CO2 pompate nell'atmosfera oltre il tasso di emissioni del 2020, una persona a livello globale morirà prematuramente a causa dell'aumento della temperatura. Questa CO2 aggiuntiva è equivalente alle attuali emissioni nel corso della vita di 3,5 americani."
Da una questione giusta, si tende a farne una questione di profitto, non a caso i grandi miliardari del pianeta, i governi occidentali premono sull'Emergenza climatica, che diventa suo malgrado un'arma di scontro geopolitico.
L'occidente fuori dal rispetto del Diritto internazionale continuamente calpestato, vuole, invece imporre "sue" regole anche sul clima, senza però modificare quelle di casa propria.
Oltre ai sistemi di governo, bisogna difendere ed esportare anche i propri modelli dannosi di sviluppo, spacciati per salvifici.