Strage di Kostantinovka: dove sono le scuse dei giornali italiani?
Con una lunga inchiesta pubblicata ieri, il NYT ha certificato quello che l'AntiDiplomatico vi ha scritto due settimane fa: il missile che ha fatto strage di civili nel mercato di Kostantinovka era ucraino e non russo. Ha certificato che quella di Repubblica - che addirittura ancora lascia online un articolo dal titolo "Missile sulle bancarelle: Putin fa strage..." - e degli altri giornali italiani portavoce del regime di Kiev è stata una vergognosa bufala volta ad alimentare la terza guerra mondiale.
LEGGI: NYT, il missile sul mercato del Donbass e come opera la censura in Italia
Il singor Molinari e gli altri direttori dei giornali che hanno diffuso e reso virale questa fake news si devono scusare con i propri lettori. Il loro silenzio omertoso è la risposta più assordante che potete avere sul livello di non informazione che vige in Italia.
A proposito di scuse, vi riportiamo la dichiarazione dell'ex presidente della Commissione Affari esteri del senato, Vito Petrocelli, finito quando era senatore nella lista di proscrizione del Corriere della sera come "filo Putin", con tanto di foto segnaletica nella famigerata prima pagina del quotidiano di Via Solferino. Il Corriere della Sera riporta le scuse del NYT ai suoi lettori. E le loro di scuse?
A.B.
DA ADNKRONOS
Ucraina: Petrocelli, 'bomba mercato era di Kiev, a scusarsi sono bravi solo gli altri'
'io invece su stampa italiana tra nomi sotto osservazione servizi, ma nessuno si è mai scusato'
"Il Corriere della Sera riporta oggi le scuse del New York Times che il 7 settembre scorso aveva attribuito la strage del mercato di Kostantinovka ad un missile russo, quando invece è stato accertato che era stato lanciato dagli stessi ucraini. Grande esempio di giornalismo quello del Nyt, riportato con enfasi dal Corriere che, però, non si scusa per il suo titolo nel giorno della strage: “Raid di Mosca nel Donbass. Orrore e morte al mercato”. Così l'ex presidente della Commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli.
"Come per il caso della mia foto sbattuta a tutta pagina insieme ad altre nella 'lista di proscrizione dei filoputiniani' nel giugno 2022, perché a detta del Corriere tenuti sotto controllo dai Servizi. Il sottosegretario Franco Gabrielli smentì tutto, dichiarando che 'Vito Petrocelli non è mai stato monitorato'. Il Corriere non si è mai scusato per questo e oggi conferma che a scusarsi sono bravi solo gli altri", conclude.