Sono d'accordo con Melenchon

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Sono d'accordo con Melenchon



di Giorgio Cremaschi

Il leader di France Insoumise Melenchon ha dichiarato che, pur non condividendo la manovra economica e le scelte di fondo del governo italiano, ritiene inaccettabile e da respingere l’intervento della Commissione UE. Questa la sostanza, al di là delle virgole sulle quali si soffermano le solite anime inquiete della sinistra persa. E questa sostanza io la condivido integralmente. 

Io combatto questo governo per il decreto Salvini e per la pistola facile, per il condono fiscale e per quello alle case abusive di Ischia. Io contesto a questo governo gli annunci e le promesse di cambiamento - sul Jobsact, sulle pensioni, sul reddito di cittadinanza - rispetto alle quali, quando si dirada il fumo della propaganda, corrisponde poco o nulla. Io considero vergognoso che questo governo continui ad acquistare gli F35 e faccia il TAP in Puglia, mentre su tutte le altre Grandi Opere civili e militari tace o pasticcia. È un imbroglio che si spacci per cambiamento di politica economica una legge di bilancio che rispetta tutti i vincoli fondamentali delle politiche di austerità e che solo la follia del fiscal compact e di un rigorismo di bilancio idiota possono far giudicare come spendacciona. L’anno prossimo, come tutti i suoi predecessori da più di venti anni, il governo gialloverde varerà un bilancio con un forte attivo primario. Cioè i cittadini italiani pagheranno in tasse e contributi 25 miliardi in più di ciò che riceveranno in prestazioni dallo stato e da tutte le amministrazioni pubbliche. Quindi i tagli sociali continueranno e il paese continuerà ad impoverirsi per pagare gli interessi su un debito che, da quando Monti andò al governo nel nome del rigore, è cresciuto di 400 miliardi di euro. 

Ma qualcuno sano di mente o di coscienza può davvero credere o far credere che siano queste le ragioni per cui la Commissione UE ha bocciato la manovra del governo italiano? Andiamo. Se Salvini e Di Maio avessero reso ancora più feroci le già feroci misure adottate contro i migranti, i poveri, gli occupanti di fabbriche e case, ma le avessero accompagnate ad una finanziaria lacrime e sangue, la UE li avrebbe portati ad esempio. Del resto il leader dei sovranisti reazionari europei, il capo del governo austriaco Kurtz che in questi sei mesi é anche a capo del governo politico della UE, è stato il primo a dire: “noi non pagheremo i debiti dell’Italia”. E l’altro alleato di Salvini, Orban, tace e acconsente. Per non parlare dei tedeschi, degli olandesi, di tutti gli altri sovranisti reazionari del nord Europa, tutti sovranisti a casa nostra. 

Il fatto che le sole voci forti e chiare contro la Commissione UE vengano da leader della nuova sinistra europea non vuol dire, come afferma invece la sinistra dello spread, che questi si siano convertiti al sovranismo reazionario, ma al contrario che una sinistra che voglia stare con gli sfruttati e coi poveri deve combattere, non assecondare, il liberismo autoritario della UE. 

Bisogna lottare contro la politica complessiva di questo governo, ma non stando a fianco della finanza e dei poteri della UE. 

Moscovici ha parlato di fascismo, ma non si ferma il fascismo chiudendo gli ospedali. Le politiche di austerità sono la radice materiale dalla quale ha tratto linfa il risorgere di forze e sentimenti autoritari e razzisti in Italia ed in Europa.

La sinistra che ha sposato le politiche di austerità e di rigore ha fatto tra gli operai e i disoccupati la più efficace delle propagande a favore dei vari Salvini d’Europa. 

Immaginiamo un governo davvero progressista, che decidesse di ripristinare l’articolo 18, di abolire davvero la legge Fornero e non semplicemente di ritoccarla, di far pagare, e non condonare, le tasse ai ricchi e alle multinazionali, di finanziare in deficit, sì in deficit, il risanamento idrogeologico del paese e le opere pubbliche che servono davvero, case scuole ospedali. 

Pensiamo ad un governo che decidesse di controllare i movimenti di capitali e di usare le nazionalizzazioni e non le privatizzazioni come strumenti di politica economica. Pensiamo infine ad un governo che mettesse in discussione la NATO e i suoi vincoli davvero e non solo con ridicoli giri di valzer tra Trump e Putin. 

Ecco, di fronte ad un governo di questo genere come credete che reagirebbe la UE di Maastricht e del Fiscal Compact? Io dico che le accuse a Salvini e Di Maio sembrerebbero al confronto semplici scambi di cortesie. 
Non basta essere in contrasto con la UE per stare nel campo dell’eguaglianza e della giustizia sociale, Salvini e Di Maio lo dimostrano. Ma se si sta con la UE dell’austerità quel campo lo si abbandona e basta. Come ha fatto la sinistra ufficiale che per questo è stata abbandonata dal suo stesso popolo. Grazie quindi a Melenchon e a tutte e tutti coloro che cercano di ricostruire in Europa quella sinistra sociale e del lavoro di cui c’è infinito bisogno, perché solo essa può battere in mezzo al popolo la destra reazionaria. E auguriamoci, e facciamo sì, che la sinistra dello spread raggiunga il prima possibile il posto che le spetta nella spazzatura della storia.

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