Shireen Abu Akleh e l'imbarazzo degli "opinionisti" italiani

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Shireen Abu Akleh e l'imbarazzo degli "opinionisti" italiani

Una giornalista palestinese è stata uccisa da alcuni soldati Israeliani, e il giorno del funerale la polizia non ha esitato a caricare la folla del corteo in prossimità del feretro, che ha rischiato di cadere per terra. Quanto accaduto è così disgustoso che non solo l'UE e l'ONU, ma persino gli USA hanno hanno protestato.

Da parte di molti opinionisti e leader politici c'è però molto imbarazzo.

Le rimostranze sono tutte formali, espresse attrverso anonimi comunicati. La retorica dell'orrore di cui traboccano i giornali e i servizi televisivi è stata sostituita dalla cronaca asettica.

In Italia anche gli specialisti del moralismo lacrimevole, come Roberto Saviano o Massimo Gramellini, tacciono nel rispetto del loro mandato di intellettuali conformisti. 

Tutti gli uomini e tutte le donne sono uguali, ma qualcuno lo è un po' di meno e non merita la stessa compassione, lo stesso trasporto.

Da quando la razionalità politica delle democrazie appartenenti al club occidentale è andata a farsi benedire, l'emotività ha assunto una funzione determinante, da dosare per orientare l'opinione pubblica, ovvero per dividere il mondo in buoni e cattivi.

Metti mai che qualcuno si impressioni troppo e passi dall'indignazione alla riflessione per così scoprire che la morte della giornalista palestinese è solo la punta dell'iceberg di un sistema di dominio che non solo Israele, ma molte democrazie "perbene", inclusa la nostra, esercitano sulle popolazioni oppresse di mezzo globo.

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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