Se il rilancio del Pubblico si avvale di strette che lo depotenziano

581
Se il rilancio del Pubblico si avvale di strette che lo depotenziano

 

di Federico Giusti

Nella relazione annuale sui servizi pubblici, il presidente del Cnel Renato Brunetta giudica alquanto carente la cultura della manutenzione presentando un quadro con molte ombre soprattutto in merito ai processi innovativi giudicati improcrastinabili per la Pa italiana e rispetto ai quali i ritardi sono evidenti.
 
Sulle pagine de Il Sole 24 Ore il ministro Zangrillo ha ripreso le dichiarazioni di Brunetta auspicando che la PA nel suo complesso proceda sulla strada della modernizzazione adeguandosi a nuove esigenze non meglio precisate.
 
Fin qui nulla di nuovo, potremmo parlare di considerazioni vaghe e anche astratte ma dovremmo andare oltre le parole di circostanza perchè quando si dice di mettere la centro dell'operato pubblico la persona si intraprende una strada impervia, un po' come accaduto con il privato sociale con la cessione al mondo cooperativo di innumerevoli servizi un tempo a gestione diretta.
 
Il rilancio e la valorizzazione del settore pubblico dovrebbero partire da ben altri presupposti ossia affrontare i servizi nel loro complesso, servizi poi  non prettamente individuali ma collettivi, rivolti a utenze variegate ma pur sempre di massa.
 
Cosa significa allora mettere al centro la persona? Ipotizzare servizi individuali quando invece la carenza riguarda l'intera PA e in particolare settori come la ricerca e la sanità?
 
Dopo anni di blocco delle assunzioni e della contrattazione la Pa ha organici inadeguati e buste paga leggere, avere allontanato l'uscita dal lavoro con la Fornero ha salvaguardato le casse pubbliche, come un grande aiuto viene rappresentato dal ritardo nella erogazione del Trattamento di Fine servizio  lasciando la forza lavoro in balia dei prestiti bancari solo per avere accesso ad un diritto costituzionale.
 
E poi cosa intendiamo per " sviluppare progetti innovativi" quando in molti uffici e servizi non si riesce ad investire in processi tecnologici e si lesina perfino sulla concessione della modalità lavorativa agile?
 
Nei vari comparti della PA il numero dei precari è ancora assai elevato e a tal riguardo ci sono anche richiami della UE sul diverso, e iniquo, trattamento riservato  proprio al personale non di ruolo nella scuola.
 
 Dopo anni di decrescita è ripresa a salire la speranza di vita, rispetto a qualche anno fa sono cresciuti i diplomati e i laureati ma da qui ad ipotizzare una vera inversione corre grande differenza. Se si considerano occupati anche quanti lavorano pochi giorni all'anno le statistiche non possono essere prese sul serio, i divari di genere poi, per quanto ne dicano al Governo, sono ancora elevati e superiori alla media UE.
 
Ma avere conseguito un diploma o una laurea non significa costruire dei percorsi lavorativi attinenti al titolo di studio e anche questo punto viene deliberatamente taciuto, non basta qualche docente o rettrice o preside in più per dichiarare di avere superato i divari di genere.
 
E i diritti sociali non sono mai stati deboli come oggi.
 
Dopo la pubblicazione del rapporto Gimbe  sulla sanità arriva una sorta di mezza ammissione di Brunetta laddove dichiara che le risorse finanziarie dedicate agli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda Onu 2030 sono spesso inferiori alla media europea, soprattutto nel settore della sanità, dove, nonostante la spesa pubblica sia aumentata dal 2020, rimane tra le più basse d’Europa.
 
Senza un servizio sanitario efficiente la spesa delle famiglie va a beneficio del settore privato e della sanità integrativa, la spesa poi per l'istruzione continua ad essere inferiore, e non di poco, rispetto alla media europea.
 
Si parla quindi con approssimazione del processo di irrobustimento delle amministrazioni pubbliche quando manca personale in ogni comparto e soprattutto in quello sanitario.
 
Non è dato sapere cosa invece intenda Brunetta per " rinnovata cultura della manutenzione", il valore sociale dell'intervento pubblico viene svalorizzato da innumerevoli decisioni, dai ritardi cronici per la realizzazione di nuovi ospedali, nuove scuole, per restituire laboratori e palestre moderne alle giovani generazioni.
 
Le responsabilità della mancata manutenzione infrastrutturale è invece risultato di scelte errate e di lungo periodo, basterebbe vedere lo stato in cui si trova la rete idrica nazionale, ricordare i doppi turni, mattina e pomeriggio, in alcune regioni del Sud , e non solo, per mancanza di spazi nell'edilizia scolastica, l'assenza di un piano di edilizia popolare (l'ultimo risale a oltre 60 anni fa), l'idea stessa di rigenerazione urbana che costruisce una idea di città a uso e consumo della speculazione immobiliare o comunque del privato.
 
Capiamo invece dalle parole di Brunetta una sorta di abdicazione del pubblico tanto che si parla di rinnovate  logiche di Public Private Partnership (Ppp) o si ipotizza di affidare la cura manutentiva alle Camere di commercio.
 
Non siamo davanti al rilancio dell'intervento pubblico ma piuttosto alla sua progressiva marginalizzazione.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Trump e il "corollario Monroe" Trump e il "corollario Monroe"

Trump e il "corollario Monroe"

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West di Raffaella Milandri Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Gedi, per gli Elkann "lavoro completato" di Paolo Desogus Gedi, per gli Elkann "lavoro completato"

Gedi, per gli Elkann "lavoro completato"

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

In Polonia arrestano gli storici russi di Marinella Mondaini In Polonia arrestano gli storici russi

In Polonia arrestano gli storici russi

Tecnodistopia di Giuseppe Giannini Tecnodistopia

Tecnodistopia

DELENDA EST di Gilberto Trombetta DELENDA EST

DELENDA EST

La realtà è diversa dalle notizie false di Michele Blanco La realtà è diversa dalle notizie false

La realtà è diversa dalle notizie false

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia di Giorgio Cremaschi John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti