Riunioni segrete in caserma e "partiti al buio": il draghismo ha inizio

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Riunioni segrete in caserma e "partiti al buio": il draghismo ha inizio

I "partiti rimasti al buio". In questa frase, che prendo da un titolo del Corriere della Sera, il riferimento al "buio" illumina più che mai sullo stato miserevole degli odierni partiti i cui dirigenti (che a questi punto non si sa che cosa dirigano) tra le righe già temono di essere messi in disparte dal nuovo presidente del Consiglio.
 
Stato miserevole, appunto, che è uno stato di profonda ignoranza. Che altro potevano aspettarsi questi dirigenti di macchine organizzative dirette al nulla se essi stessi hanno più volte espresso la più "totale fiducia" nei confronti di Draghi con espressioni vagamente riconducibili persino alla "provvidenza"? L'esprimere fiducia incondizionata, vale a dire l'avere fede, altro non significa un non vedere ed un non sapere; quindi accettare anche la possibilità dell'inganno.
 
 
LEGGI DI DIEGO BERTOZZI: LA CINA POPOLARE
 
 
Come se fosse una banale nota di costume, La Repubblica poi ci rende edotti del metodo Draghi: riunioni segrete in caserma e posti chiave per i "propri" uomini. È bastato un anno intero di supplenza tecnica (quella virale e medica) alla politica, per rimpiombare alle stanze segrete dell'imperatore di Bisanzio ed ai prossimi decreti reali promulgati "ex certa scientia"...

Diego Bertozzi

Diego Bertozzi

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Milano e in Filosofia e Scienze filosofiche all'Università degli Studi di Verona, si occupa da tempo di storia del movimento operaio e di Cina. Ha pubblicato per Diarkos  "La nuova via della seta. Il mondo che cambia e il ruolo dell'Italia nella Belt and Road Initiative" (2019)
 
 
 

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