Insulti a Giorgia Meloni, il classismo dei "progressisti rispettabili"
I vergognosi insulti di Giovanni Gozzini contro Giorgia Meloni sono molto rivelatori del particolare nesso tra classismo e condizione femminile. La dicono poi lunga sul decadimento culturale della sinistra, sempre più identificabile con il popolo dei "progressisti rispettabili e benestanti".
Oltre ai vergognosi insulti come "ortolana", "pesciaiola", "scrofa", "vacca" fa infatti molto riflettere la considerazione secondo cui Giorgia Meloni non possa parlare da pari a pari con Draghi, il tecnico oggi venerato come un dio. Per i progressisti rispettabili non solo è intollerabile che la destra sia in grado di avere delle donne leader politici nazionali, ma è incomprensibile che un politico (donna!) si comporti come tale, difenda cioè la posizione e gli interessi del proprio partito e non si adegui invece alla dittatura della governance.
Viene allora il sospetto che la sinistra oggi maggioritaria non sia capace di lasciare spazio alle donne non solo per le antiche tare maschiliste presenti nel paese, non solo per il classismo che si manifesta in maniera accentuata per le donne che non provengono dai ceti sociali benestanti, ma anche per il tipo di politico che i progressisti rispettabili riescono oggi tollerare, ovvero i meschini, senza uno straccio di idea, incapaci di esprimere un barlume di autonomia politica.