Il Recovery Fund è una polpetta avvelenata. Ormai non lo nascondono più

6738
Il Recovery Fund è una polpetta avvelenata. Ormai non lo nascondono più


di Thomas Fazi


I prestiti del Recovery Fund «se non compensati da riduzioni di altre spese o aumenti delle entrate, contribuiranno ad accrescere il deficit e l'accumulazione di debito».

Lo si legge nelle linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) inviate al Parlamento. Per questo, viene spiegato, «al PNNR dovrà pertanto affiancarsi una programmazione di bilancio volta a riequilibrare la finanza nel medio termine dopo la forte espansione del deficit».



Insomma, come avevamo anticipato, i fondi del Recovery Fund non andranno a pesare solo sul debito ma anche sul deficit.

La trappola sta tutta qui: da un lato si chiederà all’Italia di continuare a tagliare le spese (e dunque di ridurre l’entità della spesa pubblica sotto il proprio controllo) e/o aumentare le tasse per finanziare il nostro avanzo primario e lo stesso Recovery Fund (di cui siamo anche contribuenti), mentre dall’altro ogni nuova spesa verrà a dipendere dal Recovery Fund e quindi “passerà” per Bruxelles. Insomma, più soldi prenderemo dall'Europa - che a sua volta deciderà come dobbiamo spenderli -, più saremo costretti a tagliare la spesa pubblica.

Questa è la vera polpetta avvelenata del Recovery Fund: l’usurpazione definitiva di quel minimo di autonomia di bilancio – e dunque di democrazia – che ci era rimasta. Finalmente, a colpi di crisi e di emergenze (spesso e volentieri costruite a tavolino), le élite nordeuropee sono riuscite ad ottenere, con la complicità di una classe dirigente italiana venduta e pusillanime, quello che vanno agognando da sempre: un controllo politico pressoché totale della politica economica dei paesi mediterranei.

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Burevestnik: il game changer della Russia di Giuseppe Masala Burevestnik: il game changer della Russia

Burevestnik: il game changer della Russia

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin di Francesco Santoianni La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici di Paolo Desogus La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia di Marinella Mondaini “Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Emigrazione e immigrazione di Michele Blanco Emigrazione e immigrazione

Emigrazione e immigrazione

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti